Quando si parla di inondazioni, uragani e gestione dei disastri tutto sembra racchiuso in pochi momenti prima, durante e dopo l'emergenza, ma non è sempre così.

di Gianluca Pescaroli staff COOPI ad Haiti

Per quasi un anno ho fatto ricerca con l’Università di Bologna sulla gestione comunitaria delle inondazioni costiere in Europa, e mi trovo ora sul campo ad Haiti come assistente del progetto “Système d'Information sur les ressources et les vulnérabilités pour la gestion des crises et la gestion préventive du territoire de Tabarre”. Qui è davvero tutto molto diverso rispetto al contesto a cui ero abituato.

Prendevo come base per il lavoro tante cose che in realtà non sono scontate, a partire dall’energia elettrica necessaria per far funzionare un computer o avere ben chiari i recapiti delle istituzioni pubbliche.

Potevo permettermi di considerare che la comunità avesse già acquisito una cultura di base sulla riduzione della propria vulnerabilità… ad Haiti è tutto diverso con i suoi campi di sfollati, le canalizzazioni bloccate, le strade che si inondano dopo meno di un’ora di pioggia e si trasformano in grovigli di SUV che procedono a passo d’uomo sforzandosi di superare i mezzi bloccati dall’acqua. A volte è difficile non farsi prendere dal senso di impotenza per tutti i problemi che si hanno davanti, per tutte le difficoltà e gli sforzi che bisogna affrontare nel portare a compimento ogni più piccolo obiettivo. Quello che ho capito, però, è che proprio in situazioni come questa le nostre azioni, che in Europa possono sembrare quasi scontate, qui fanno una differenza concreta nel quotidiano di tante persone.


COOPI AD HAITI

Il progetto che stiamo realizzando nella municipalità di Tabarre, area urbana di Port-au-Prince, ha creato un sistema di informazione sulle risorse e sulle vulnerabilità della comunità, per permettere una migliore gestione delle crisi e del territorio. Abbiamo formato gli attori locali (scout, protezione civile) per dare loro gli strumenti operativi e ci stiamo attivando per ricordare alla gente che esistono dei mezzi per fronteggiare i cicloni che flagellano in modo ricorrente l’isola, che esistono delle risorse da utilizzare e dei piccoli accorgimenti quotidiani che possono salvare la vita. È un grande lavoro di sensibilizzazione che stiamo affrontando su più livelli, realizzando spot radio, costruendo il primo sito internet per una municipalità ad Haiti, promuovendo l’attività nelle scuole e coinvolgendo tutti gli attori significativi della comunità.

Per dare corpo alle nostre idee, siamo partiti da esigenze semplici ma concrete e da ottime intuizioni dei ragazzi del nostro staff locale, Glifford, Gladymir Max e Stanley. Abbiamo creato delle brochure con i comportamenti da mantenere in caso di inondazione e una mappa con i luoghi chiave come ospedali o centri d’emergenza presenti a Tabarre. Da tre domeniche, stiamo distribuendo questo materiale nelle chiese del territorio. È stato incredibile vedere con quanto interesse le nostre informazioni potessero essere lette da persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali.

Sono proprio le strutture confessionali, una moltitudine di parrocchie con credi differenti, che contribuiscono in maniera determinante alla formazione della cittadinanza. I responsabili di culto hanno sottolineato ai fedeli l’importanza del materiale distribuito, raccomandando di seguirne i consigli. Per la sensibilizzazione sono stati coinvolti anche i gruppi scout delle parrocchie che già si erano distinti per il loro ruolo in campagne chiave come quella contro il colera. La loro presenza in divisa nel consegnare il materiale ha aumentato ancora la credibilità e l’ufficialità del nostro messaggio, oltre a supportare il riconoscimento del loro ruolo in quanto attori partecipi e vitali della gestione del rischio. E così, senza sosta, continuiamo a sensibilizzare la popolazione, presto toccheremo anche altri punti chiave della città come l’areoporto o i centri di trasporto pubblici e i nostri avvisi radio raggiungeranno anche coloro che non sanno leggere.

Fino alla fine del progetto ci impegneremo per garantire il più ampio accesso possibile alle informazioni messe a disposizione, perché possano essere il primo passo per qualcosa di diverso, perché appena la pioggia tornerà nessuno si senta solo, senza sapere cosa fare, senza sapere dove trovare un rifugio. Le cose forse non cambieranno in pochi giorni, né in pochi mesi, ma siamo sicuri che i semi che stiamo piantando daranno i loro frutti. Con pazienza, in attesa sotto al fango che copre le strade.

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