"Da qui fino a giugno ci concentreremo sul piano giovani" questo l'impegno del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini.
Risuona e rimbalza in questi giorni nei media nazionali l’obiettivo ambizioso che il neo ministro intende realizzare: abbattere dell’8% il tasso di disoccupazione giovanile, oggi attestato sul valore “incubo” del 38,4%. Come? Creando centomila nuovi posti di lavoro da destinare agli under 35. Insomma una specie di formula statistico-programmatica (felice dal punto di vista comunicativo) che è diventata già slogan. Per arrivare al traguardo sono sul campo una serie di soluzioni possibili, un piano articolato da presentare entro giugno con alcune misure a costo zero a breve termine e altre costose da verificare con le compatibilità di bilancio. Poi a medio termine arriverà, grazie alla previsionale ripresa, un progetto per «redistribuire meglio il lavoro». Questa in estrema sintesi la road map diffusa da Giovannini.
Tra le soluzioni già in discussione la revisione di alcune norme della legge Fornero sul mercato del lavoro, che potrebbero essere esaminate dal governo collegialmente già al prossimo consiglio dei ministri. Sotto la lente di osservazione il capitolo flessibilità in entrata. Si tratta di intervenire sull’allentamento di alcuni vincoli previsti per i contratti a termine (intervallo di tempo tra un rinnovo e l’altro, e così detto causalone) e sull’apprendistato. Sindacati e Confindustria sono d'accordo. Il governo è favorevole. Su questo non ci sono ostacoli, e nemmeno costi. Un’altra delle misure su cui batte il ministro è la staffetta generazionale. Lo strumento, molto usato nel passato in alcuni settori tra padri e figli, dovrebbe diventare generalizzato per tutte le categorie.
L’istituto è già in fase di sperimentazione in alcune regioni, come la Lombardia e l'Emilia Romagna. Ma in questo caso si tratta di un’operazione costosa: perché il lavoratore anziano andrebbe in part time e per non perdere i contributi pieni avrebbe bisogno di una integrazione da parte dello Stato. Alcune stime, ancora grezze, valutano un costo medio di un miliardo di euro per centomila staffette. Un altro dei cardini – a medio e lungo termine – della road map di Giovannini è la riforma dei servizi per l’impiego, individuati quale strumento irrinunciabile per efficaci politiche attive del lavoro. Anche in Italia bisogna fare in modo che un giovane senza lavoro sia accompagnato e assistito nella ricerca di un impiego, così come avviene anche in paesi con tassi di disoccupazione decisamente inferiori. L’insieme delle misure in discussione trova conforto dal successo della negoziazione con Bruxelles con la chiusura della procedura per deficit eccessivo. Ora si apre per l'Italia la possibilità di mobilitare nuove risorse (tra i dieci e dodici miliardi di euro, secondo stime ancora approssimative) per rilanciare l'occupazione e rimettere in moto la crescita.