"Nelle zone a economia speciale si rubano i campi ai contadini, le tasse allo Stato e l'atmosfera alla comunità mondiale". In un contesto globale di cambiamenti climatici, la creazione delle Zone a economia speciale non si risolve solo in una scandalosa sottrazione di terra ai contadini. È anche una sottrazione di stabilità climatica.
Queste zone sono infatti aree in cui le grandi multinazionali rubano i campi ai poveri agricoltori, le tasse alle casse pubbliche e l'atmosfera alla comunità mondiale. Sono ben noti i recenti allarmi lanciati, tra gli altri, dall'International panel on climate change. E le cifre che li accompagnano: dal diciannovesimo secolo le temperature medie globali sono già aumentate di quasi un grado centigrado, e per il prossimo futuro si parla di aumenti tra i 2 e i 4,4 gradi se le concentrazioni di CO2 raddoppieranno rispetto ai livelli preindustriali, che erano a 280 parti per milione.
Tra gli effetti del riscaldamento globale ci sono lo scioglimento delle nevi e dei ghiacci, che si stanno contraendo ovunque. Le banchise ai poli subiscono fratture sempre più consistenti. Al Polo Nord la copertura della calotta polare si è ridotta del 2,7% ogni decennio dal 1978 a oggi. Alla fine di questo secolo, in estate l'Artico sarà probabilmente una distesa di acqua. Lo scioglimento di tutti i ghiacci della Groenlandia comporterebbe un innalzamento del livello del mare di circa sette metri. Negli ultimi vent'anni l' innalzamento medio dei mari è stato di circa 20 centimetri.
Gli eventi atmosferici estremi sono visibilmente cresciuti per numero e intensità. L'aumento delle mareggiate e degli uragani crea problemi di approvvigionamento idrico e di cibo, rendendo dunque l'agricoltura assai più vulnerabile. È stato stimato che nel 2025 la disponibilità di acqua pro capite in India sarà quasi dimezzata, passando dagli attuali 1.900 metri cubi l'anno a 1.000 metri cubi.
L'aumento del livello del mare comporterà l'inondazione di zone di territorio ad altissima densità di popolazione, come la foce dello Yangtze in Cina e il delta del Gange e del Brahmaputra in India e in Bangladesh. E a pagare il prezzo più alto, come sempre, saranno i poveri. Di fatto già attualmente i poveri pagano un prezzo molto alto per l'economia basata sui combustibili fossili.
Le alterazioni climatiche sono causate dall'aumento delle emissioni di gas serra da parte dell'industria, delle grandi aree urbane, dall'agricoltura meccanizzata. E in un momento in cui i governi di tutto il pianeta dovrebbero ridurre le emissioni di gas serra e il caos climatico, di fatto si affannano, insieme alla Banca mondiale, per costruire nuovi giganteschi impianti termoelettrici, nuove gigantesche autostrade, nuovi megacentri commerciali e nuove megacittà.
Nel caso dell'India, approvando la legge sulle Zone a economia speciale (Sez) il governo ha agito contro l'interesse dei contadini e dell'ambiente. Per il ripristino della giustizia quella legge dovrebbe essere annullata, in quanto costituisce uno strumento che legalizza il furto della terra dei contadini e la distruzione dell'agricoltura per assicurare una serie di privilegi alle grandi imprese. Imprese che non pagheranno tasse ma graveranno pesantemente su tutta la collettività, in quanto le loro attività comportano un aumento di utilizzo di combustibili fossili e dunque di emissioni di gas serra.
Le Sez, insomma, sono "paradisi climatici" oltre che paradisi fiscali. Queste zone infatti non sono sottoposte alle stesse normative ambientali che valgono sul resto del territorio, né implicano la necessità di sottoporsi a una valutazione di impatto ambientale. Tutti i poteri decisionali in materia di rispetto dell'ambiente che di solito spettano allo State pollution control board passano nelle mani del cosiddetto "commissario per lo sviluppo", che sovrintende all'amministrazione della Sez.
Nemmeno le autorità locali hanno alcun potere sulle attività delle Sez. In passato, in tutti i casi di progetti di sviluppo la fattibilità ambientale era uno dei primi fattori a essere preso in considerazione ed era determinante perché l'intervento fosse approvato. Nel caso delle Sez, invece, una valutazione ambientale verrà fatta soltanto dopo l'inizio delle attività nel caso si presenti qualche problema.
Si tratta di una novità che indica una fondamentale violazione del diritto alla tutela ambientale. Il governo indiano ha presentato le Zone a economia speciale come una strategia per lo sviluppo economico del paese. Ma in epoca di alterazioni climatiche parlare di sviluppo aumentando le emissioni di CO2 non ha davvero alcun senso.