La Banca del Mezzogiorno, 'creatura' nata per volere dell'ex ministro Giulio Tremonti e che avrebbe dovuto occuparsi prioritariamente del rilancio del Mezzogiorno, si occupa principalmente di prestiti ai dipendenti delle Poste dietro cessione del quinto e di sostenere gli investimenti nel meridione di grandi gruppi industriali nazionali.
Ansa
E' quanto emerge dalla risposta fornita dal Tesoro durante un'interrogazione in commissione Finanze alla Camera. "Gli obiettivi di crescita originariamente individuati - dice il Governo - si sono poi rivelati difficilmente perseguibili anche in conseguenza del rapido deterioramento del contesto economico, a cui si associa, oltre alla debolezza della domanda di credito anche un elevato rischio di 'adverse selection' che impone l'adozione di severi criteri di valutazione del merito creditizio.
D'intesa con l'azionista, il management ha quindi puntato su due ulteriori ipotesi di sviluppo operativo: credito finalizzato a sostenere gli investimenti nel meridione di grandi gruppi industriali nazionali e public utilities tra le quali Fiat, Astaldi, Enav, Enel in linea con la mission assegnata per legge alla banca. Finanziamenti (mutui e prestiti contro cessione di un quinto dello stipendio) a dipendenti di Poste Italiane nel rispetto del vincolo di prevalenza dell'attività rivolta al sostegno del tessuto imprenditoriale. La banca ha inoltre recentemente annunciato l'avvio di diversi progetti per promuovere un più deciso sviluppo del credito alle Pmi".
Il Pd va all'attacco: "il Governo - spiega il deputato Marco Causi, capogruppo Pd - ha confermato le nostre preoccupazioni: nessun Tremonti Bond per il Sud è stato emesso, nonostante il trattamento fiscale privilegiato, la Banca del Mezzogiorno eroga credito soprattutto alle grandi imprese, e non alle piccole e medie, mentre l'attività in maggiore sviluppo è quella dei prestiti ai dipendenti di Poste Italiane, sul quinto dello stipendio. C'è da domandarsi se fosse necessario creare un istituto bancario pubblico per organizzare normali attività bancarie per i dipendenti di Poste Italiane.
Ancor più grave appare la situazione se ricordiamo che i rappresentanti del Mef nel Consiglio di Amministrazione della banca si sono dimessi, secondo la stampa per divergenze di opinioni con il management, e che la Banca del Mezzogiorno, dopo aver assorbito Mediocredito centrale, gestisce per conto del Governo, il Fondo centrale di garanzia. Il Governo - conclude Causi - si impegnato ad approfondire l'esame della situazione nella Banca del Mezzogiorno. Noi vigileremo affinché il progetto sia ricondotto alle sue missioni pubbliche originarie, perdute per strada".