«Secondo la stima più diffusa, circa 93 milioni di bambini (1 su 20 tra quelli al di sotto dei 14 anni) convivono con una disabilità moderata o grave. Nei Paesi in via di sviluppo i bambini con disabilità sono gli ultimi tra gli ultimi, i più trascurati e vulnerabili.
Si stima che circa 165 milioni di bambini sotto i cinque anni abbiano un ritardo nella crescita o siano cronicamente malnutriti, vale a dire circa il 28% dei bambini sotto i cinque anni nei Paesi a basso e medio reddito.
Le conseguenze della malnutrizione cronica li rendono a rischio di disabilità. Le carenze cognitive e lo scarso rendimento scolastico iniziano quando i bambini malnutriti sono molto piccoli, e diventano irreversibili quando essi superano i due anni.
Tra i 250.000 e i 500.000 bambini sono a rischio di diventare ciechi per mancanza di vitamina A, che costa solo pochi centesimi. Ogni anno i bambini rappresentano circa il 20-30% di tutte le vittime di mine terrestri e residuati bellici esplosivi. Dal 1999, sono state registrate almeno 1.000 vittime minorenni ogni anno».
Questi i dati e le parole con cui il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera ha presentato oggi il Rapporto UNICEF "La condizione dell’infanzia nel mondo 2013 - Bambini e disabilità" alla conferenza stampa organizzata presso la sede nazionale del CONI a Roma, alla presenza del Presidente del CONI Giovanni Malagò, del Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Cecilia Guerra, dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Vincenzo Spadafora, del Presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli e del Capo Dipartimento del Ministero per le Pari Opportunità Patrizia De Rose.
Discriminazione, una sconfitta per tutti
«I bambini con disabilità e le loro comunità avranno benefici se la società si concentra su ciò che essi possono realizzare, anziché su ciò che non possono fare» ha dichiarato a sua volta il Direttore dell’UNICEF Anthony Lake a Da Nang, in Vietnam, in occasione del lancio internazionale del Rapporto.
«Non possiamo sognare un Paese in cui ci sia giustizia sociale e inclusione se non garantiamo alle persone con disabilità, soprattutto bambini e adolescenti, la possibilità di esercitare pienamente i loro diritti. Quando si vede la disabilità prima di vedere il bambino, non è un danno solo lui, ma si sottrae alla società tutto ciò che il bambino può offrire. La sua perdita è una perdita per la società; la sua vittoria è una vittoria per la società».
Il Rapporto dimostra che le società possono includere i bambini con disabilità perché quando essi vi svolgono un ruolo attivo, ne beneficiano tutti. Per esempio, un’istruzione inclusiva offre opportunità ai bambini con disabilità di soddisfare le proprie ambizioni e, al contempo, allarga gli orizzonti di tutti i bambini.
Un maggiore impegno per favorire l’integrazione dei bambini con disabilità può contribuire a combattere la discriminazione che li pone ulteriormente ai margini della società.
«Per molti bambini con disabilità, l’esclusione comincia già il primo giorno di vita se non vengono registrati alla nascita. Senza riconoscimento ufficiale, sono esclusi dai servizi sociali e dalla protezione legale, elementi cruciali per la loro sopravvivenza e le loro prospettive. L’emarginazione può solo aumentare con la discriminazione. Affinché i bambini con disabilità contino, devono essere contati: alla nascita, a scuola e nella vita» ha aggiunto Lake.
La 'doppia disabilità' delle bambine
Il Rapporto dell'UNICEF lanciato oggi mette in luce come i bambini con disabilità abbiano minori possibilità di ricevere cure mediche o di andare a scuola. Sono tra i più vulnerabili alla violenza, agli abusi, allo sfruttamento e all’abbandono, in particolar modo se sono nascosti o istituzionalizzati – come succede a molti a causa dello stigma sociale o dei costi per crescerli.
Dalle analisi emerge che i bambini con disabilità sono tra le persone più emarginate al mondo. Se i bambini che vivono in condizioni di povertà hanno minori probabilità di frequentare la scuola o accedere ai centri sanitari quelli con disabilità ne hanno ancora meno.
Anche la differenza di genere è un fattore chiave di discriminazione: le bambine con disabilità hanno minori possibilità, rispetto ai coetanei maschi, di ricevere cibo o cure.
La discriminazione a causa della disabilità è una forma di violenza, afferma il Rapporto, rilevando che deprivazioni molteplici portano a una maggiore esclusione per molti bambini con disabilità.
Più impegni per gli Stati
Esistono pochi dati affidabili sul numero di bambini con disabilità, su quali siano le disabilità più diffuse e su come le disabilità abbiano avuto impatto sulle loro vite. Dai risultati è emerso che sono pochi i Governi che hanno piani per allocare risorse al supporto e all’assistenza dei bambini con disabilità e alle loro famiglie.
Circa un terzo degli Stati del mondo non hanno ancora ratificato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Il rapporto "Bambini e disabilità" sollecita tutti i governi a rispettare la promessa di garantire uguali diritti a tutti i cittadini – compresi i bambini più esclusi e vulnerabili.
Sebbene in modo non uniforme, si registrano progressi per l’inclusione dei bambini con disabilità, e "La condizione dell’infanzia nel mondo 2013" stabilisce un agenda per ulteriori azioni.
Il Rapporto sollecita i Governi a ratificare la
Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, a dare piena attuazione alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e a sostenere le famiglie che vanno incontro a costi più elevati per le cure mediche ai bambini con disabilità.
Tutti gli ambienti destinati ai bambini (centri per la prima infanzia, scuole, strutture sanitarie, trasporti pubblici, campi da gioco) possono essere ideati e costruiti in modo inclusivo per facilitare l’accesso e la partecipazione dei minorenni con disabilità.
Il principio di progettazione universale – quello secondo cui i prodotti, gli ambienti urbani, i programmi e i servizi dovrebbero essere utilizzabili nella misura massima possibile da tutti, indipendentemente dal grado di abilità, dall’età o dalla condizione sociale – andrebbe applicato alla costruzione di ogni infrastruttura, pubblica o privata.
Tutti i bambini traggono beneficio dalla possibilità di interagire a livelli diversi di abilità. Il Rapporto UNICEF sottolinea l’importanza di coinvolgerli, per confrontarsi con loro sui progetti e sulla valutazione dei programmi e dei servizi dedicati.
«Il percorso da seguire è impegnativo» ha concluso il Direttore dell’UNICEF Lake «Ma i bambini non accettano limiti. E nessuno di noi dovrebbe farlo.»