La situazione in Siria non fa che peggiorare e, secondo le aspettative dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), sempre più persone continueranno a cercare sicurezza e assistenza fuori dei confini del paese.

L'Agenzia rivolge un plauso ai governi dei paesi limitrofi – Libano, Giordania, Turchia e Iraq – che finora hanno accolto 1,5 milioni di rifugiati siriani. Tale ondata – riconosce l'UNHCR – costituisce indubbiamente un notevole onere per le società di questi paesi.

I governi garantiscono all'Agenzia che le loro frontiere resteranno aperte, mentre tuttavia destano preoccupazione le informazioni secondo cui molti cittadini siriani che cercano di fuggire sarebbero bloccati in aree estremamente pericolose. L'UNHCR è inoltre turbato dalle notizie che parlano di restrizioni imposte ai danni di coloro che intendono lasciare il paese.

L'UNHCR esorta quindi tutte le parti interessate affinché garantiscano protezione alla popolazione civile e consentano un passaggio sicuro a coloro che scelgono di fuggire.

Pur riconoscendo appieno le legittime preoccupazioni dei paesi limitrofi, l'Agenzia considera essenziale che i civili in fuga dalla violenza abbiano accesso alla sicurezza in qualsiasi circostanza, anche in conformità con il diritto internazionale. A tale proposito l'UNHCR esprime il proprio pieno apprezzamento per il costante dialogo instaurato con tali governi.

Allo stesso tempo resta di fondamentale importanza che la comunità internazionale fornisca urgentemente un solido sostegno ai paesi che accolgono i rifugiati e alle operazioni umanitarie, in modo che essi possano continuare a ricevere i rifugiati siriani e a rispondere alle loro crescenti necessità. Questi paesi non dovrebbero essere lasciati soli nell'accollarsi quest'onere.

L'UNHCR incoraggia pertanto tutti i paesi – non solo quelli che confinano con la Siria – a tenere aperte le proprie frontiere e ad offrire protezione ai rifugiati siriani.

L'UNHCR e le agenzie partner, da parte loro, sono impegnati nel potenziamento delle proprie attività e nel reperimento di ulteriori finanziamenti per sostenere la popolazione di rifugiati attraverso un'ampia serie di attività di assistenza d'emergenza e di più lungo periodo.

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