L'Europa deve "ripartire tutta assieme o è a rischio la coesione sociale". L’ha oggi detto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, a Bruxelles per una serie d’incontri. Il ministro ha definito "molto importante" che paesi relativamente forti "si rendano conto che o l'Europa riparte tutta e affronta il tema della disoccupazione giovanile o è a rischio la coesione sociale di tutta l'Unione".

Il governo Letta, ha ricordato Giovannini, "ha indicato chiaramente che la disoccupazione giovanile è una delle priorità: siamo riusciti a livello europeo a far inserire questo tema al Consiglio europeo di fine giugno". La disoccupazione giovanile è stata oggetto d’una lettera inviata venerdì 24 maggio dal presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy a tutti i leader dei 27. Il giorno dopo,il premier Letta ha risposto: “L’Europa può e deve fare di più e investire più risorse per un Patto dell’Occupazione'.

Quanto alla chiusura della procedura per deficit eccessivo da parte della Commissione europea, attesa per mercoledì, essa "conferma lo sforzo del paese" e "ci consente di avere più margini sul bilancio": per Giovannini, "tutte le disponibilità che ci saranno dovrebbero andare" nella direzione di finanziare la priorità "chiaramente indicata dal governo, la disoccupazione giovanile".

I maggiori margini, ha spiegato il ministro, saranno "in parte nel 2013, ma soprattutto nel 2014". Secondo Giovannini, "l'Italia ha già utilizzato il margine massimo possibile, lo 0,5% del Pil, per pagare i debiti con le imprese della pubblica amministrazione". E ora "trovare risorse da mobilitare subito è complicato".

Alle risorse che si renderanno disponibili grazie alla fine della procedura di infrazione si aggiunge anche "la riprogrammazione dei fondi europei". Come ha ricordato il ministro, "abbiamo infatti bisogno da un lato di aggiornare le regole del mercato del lavoro (e lo faremo spero entro l'estate), dall'altro di una spinta per nuova occupazione giovanile: questo potrebbe dare nuova fiducia alle famiglie che pur non essendo state colpite direttamente dalla crisi attendono a causa dell'incertezza e rinviano le spese".

Se poi i tassi di interesse sul debito pubblico resteranno bassi "grazie alla nostra credibilità, questo aprirà altri spazi che decideremo come utilizzare". In passato, ha ricordato Giovannini, "i governi hanno fatto le manovre di giugno con l'aumento delle imposte, noi invece abbiamo trovato i fondi per la cassa integrazione senza aumentare le imposte".

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