Si chiamano «hub», proprio come i grandi aeroporti intorno a cui ruotano le rotte internazionali. E rappresentano i nodi di una rete sempre più estesa un po’ in tutto il mondo, ormai ben presente anche in Italia.

Si tratta di spazi fisici organizzati per promuovere imprese innovative e sostenibili, preferibilmente ad alto impatto sociale, dove si sperimentano modalità di lavoro nuove - come ad esempio il co-working - e si stimola la creatività grazie alla contaminazione reciproca che viene naturalmente indotta dalla condivisione degli spazi stessi, delle risorse, di contatti e relazioni.

«The Hub Milano» è uno dei primi nodi italiani ad essere stato avviato.Di recente, un suo importante progetto è stato fra quelli selezionati dall’iniziativa Ipo solidale, innovativo modello non solo di fundraising ma di partnership tra mondo profit e non profit a favore dell’innovazione sociale: messo a punto dalla Fondazione Cariplo e dalla London Stock Exchange Group Foundation (la fondazione del gruppo borsistico di cui fa parte Borsa Italiana), il modello offre la possibilità, alle società che si quoteranno a Piazza Affari, di unirsi alle due fondazioni nel sostenere organizzazioni e iniziative nel campo dell’economia sociale.

Il progetto di «The Hub Milano» riguarda l’ambito culturale, a cui una parte ancora minoritaria maprogressivamente crescente dell’imprenditoria sociale del nostro Paese sta guardando con interesse perché potrebbe diventare un nuovo, importante settore d’intervento per le impresesociali, da affiancare a quelli tradizionalmente presidiati. Magari prendendo spunto dalle migliori esperienze che in questo campo hanno già dimostrato di funzionare in modo efficace all’estero.

Ed è proprio in questo che risiede ilcuore del progetto, denominato «Hub2Hub»: l’idea, infatti, è di portare in Italia iniziative di imprenditoria culturale di successo individuate in giro per l’Europa, imprese che hanno cioè avviato in città di altri Paesi europei azioni culturali ad elevato impatto sociale. Si tratta dunque di presentare queste iniziative in Italia per aiutarle a espandersi, attraverso un trasferimento di competenze rivolto in primo luogo a team di giovani di talento, creativi, da accompagnare lungo percorsi imprenditoriali che possano a loro volta generare nuova occupazione.

E nuovo impatto sociale.

In una prima fase il progetto guarderà alla zona di Londra, come bacino da esplorare per l’identificazione di due iniziativeculturali da importare in Italia, con riferimento in particolare al territorio di Milano. Ma l’intenzione, successivamente, è sfruttare le potenzialità del progetto in termini di scalabilità, che è poi uno degli elementi risultati decisivi nella selezione operata da Ipo solidale (il progetto ha già ricevuto 30mila euro da Fondazione Cariplo e altrettanti da Lseg Foundation): puntare, cioè, sulla possibilità di replicare ed espandere queste iniziative coinvolgendo altre città e altre imprese sociali in ambito culturale, attraverso la rete degli hub attivi in Europa.

Le prime capitali europee a cui si pensa sono Amsterdam e Vienna.

Andrea Di Turi

Partner della formazione

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