Da più di due anni la popolazione siriana sta vivendo una grave emergenza umanitaria. L’estrema violenza del conflitto e l’insicurezza hanno causato oltre 70mila morti (dati Nazioni Unite). Vi è una grave mancanza di attori umanitari che possano fornire assistenza alle vittime della guerra e gli aiuti non sono sufficienti per dare una risposta adeguata agli immensi bisogni. L’accesso alle cure mediche alla popolazione è difficile, sia all’interno della Siria che nei paesi vicini dove aumentano i rifugiati.

“L’accesso alle cure è estremamente limitato, non solo per i feriti, ma anche per i pazienti con malattie croniche, per le donne in gravidanza, per i bambini che necessitano di vaccinazioni”, dichiara Loris de Filippi, Presidente di Medici Senza Frontiere Italia, appena tornato da una missione in Siria. “La situazione è peggiorata dall’ultima volta che sono stato nella zona di Idlib pochi mesi fa. Ho visto con i miei occhi che mancano acqua potabile, cibo e altri beni essenziali. Per rispondere ai bisogni, nonostante l’enorme sfida che rappresenta lavorare in Siria, siamo operativi con 5 ospedali e stiamo incrementando le nostre attività attraverso cliniche mobili. Ma questo non è sufficiente. Anche perché siamo soli: nelle zone in cui sono stato, non ci sono altre organizzazioni umanitarie”, aggiunge Loris de Filippi.

Indipendentemente dal progresso o meno delle iniziative diplomatiche in corso, la situazione sul campo è drammatica: ogni giorno sempre più persone hanno bisogno di cure mediche e assistenza umanitaria. MSF ribadisce la sua richiesta a tutte le parti coinvolte nel conflitto di raggiungere almeno un accordo di base che possa consentire la fornitura di assistenza umanitaria attraverso le linee del fronte e attraverso le frontiere. Il fallimento della risposta umanitaria all’emergenza in Siria è il risultato di vari fattori: soprattutto l’intensità dei combattimenti e bombardamenti che rendono la Siria un paese molto difficile in cui lavorare, ma anche il rifiuto da parte del Governo di Damasco all’assistenza umanitaria nelle aree controllate dall’opposizione, la diffidenza nei confronti degli aiuti attraverso le linee del fronte e la generale paralisi della comunità internazionale a fornire aiuti umanitari ovunque ve ne sia bisogno. A prescindere dalle cause, il risultato è lo stesso: la scarsa assistenza per oltre 4.200.000 siriani all’interno del paese e per oltre 1.500.000 rifugiati nei paesi vicini.

Per garantire l’indipendenza del proprio lavoro in Siria, MSF si finanzia solo attraverso donazioni private. I bisogni della popolazione sono in crescita e sono aumentate di conseguenza anche le spese per sostenere i progetti. MSF chiede agli Italiani di continuare a dare il proprio supporto per poter garantire cure salva-vita alle persone intrappolate nel conflitto.

MSF in Siria ha realizzato 2.095 interventi chirurgici, più di 37.400 visite mediche, oltre 8.500 vaccinazioni e ha distribuito 166 tonnellate di materiali medici. L’organizzazione nelle zone di Idlib e Aleppo garantisce anche servizi ostetrici, dove si registrano circa 120 parti al mese e sta aumentando i servizi di salute mentale. Le équipe di MSF garantiscono assistenza medica ai rifugiati siriani in Libano, Giordania, Turchia e Iraq. - Roma, 30 maggio 2013

Per una descrizione dettagliata delle attività di MSF: http://www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/contenuti_dossier.asp?IdDossier=11&IdContenuto=3175

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