Ma la società è ancora sessista e i ruoli di genere sono profondamente inculcati. Nell’immaginario collettivo dell’America le eroine del nuovo trend sono le star in gonnella della Silicon Valley come Marissa Mayer e Sheryl Sandberg, del giornalismo Usa quali il direttore del New York Times Jill Abramson e celebrities hollywoodiane alla Reese Witherspoon e Julia Roberts. Ma secondo uno studio pubblicato ieri dal Pew Research Center di Washington le vere artefici della rivoluzione sono le donne della porta accanto. A dar retta agli ultimi dati del Pew il 40% delle donne con figli minori di 18 anni oggi è la fonte di reddito primaria o esclusiva del proprio nucleo familiare.
di Alessandra Farkas
All’interno di questo gruppo si distinguono due categorie: il 37% (5,1 milioni) sono donne sposate — per lo più bianche, laureate e over-40 — che guadagnano molto più dei loro mariti, mentre il 63% (8,6 milioni) sono madri single, ispaniche e afro-americane: più giovani, meno istruite e con basso reddito.
«Il nostro studio è una pietra miliare che fotografa la nuova famiglia americana, profondamente diversa rispetto a 50 anni fa», afferma Kim Parker, condirettrice del Pew Social & Demographic Trends Project, «quando la percentuale delle cosiddette breadwinner (coloro che mantengono la famiglia) si fermava all’11%».
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando il famoso economista Paul Samuelson, morto tre anni fa a 94 anni, attribuì alle donne lo status di cittadine di seconda classe, attraverso il famoso aforisma: «Le donne sono uomini senza soldi». In tempi più recenti, la scrittrice post-femminista Christina Hoff Sommers ha ribaltato tale affermazione. «Gli uomini — ha osservato — sono il sesso debole di domani». Non è una battuta.
Negli Stati Uniti oggi le donne rappresentano il 47% della forza lavoro. In ben dieci dei quindici settori destinati a espandersi di più in futuro sono la maggioranza.
L’ultima crisi economica le ha risparmiate, colpendo in maniera sproporzionata gli uomini. Oltre ad essere la maggioranza della popolazione, le donne ricevono quasi il 60% delle lauree e rappresentano la maggioranza degli elettori al punto da aver deciso le ultime due elezioni presidenziali. Eppure gli americani rimangono divisi e ambivalenti di fronte a questa svolta epocale. Anche se il 79% rigetta l’ipotesi di un ritorno delle donne al loro ruolo tradizionale, soltanto il 21% degli interpellati giudica il trend positivo per la società. Un 51% è convinto che quando i bambini sono piccoli è meglio che la madre rimanga a casa con loro; solo l’8% ritiene che sia uguale se lo fanno i padri.
«I tradizionali ruoli di genere sono profondamente inculcati», teorizza ancora Parker, «ci vorrà del tempo prima che queste convinzioni si adeguino alla realtà effettiva in cui la gente ormai vive». «In moltissimi uffici e scuole americane domina ancora un modello arcaico secondo cui è scontato che le mogli stiano a casa per prendersi cura dei figli — le fa eco Andrew Cherlin, docente di sociologia e pubblica amministrazione alla Johns Hopkins University — finché non capiamo che tale stereotipo matrimoniale non è più la norma, ai genitori non sarà mai garantito il sostegno di cui hanno bisogno».
Oltre alla mancanza di infrastrutture pro-infanzia quali asili nido e congedi di maternità retribuiti in stile europeo, molte donne denunciano una società ancora fortemente sessista. «Ogni volta che mia figlia è assente, dalla scuola chiamano me — si lamenta Eleanor Sayre, professoressa di Fisica alla Kansas State University — nonostante sia mio marito la persona da contattare per le emergenze. E al parco giochi le altre persone lo guardano male, come se un uomo con le figlie al parco fosse quasi un alieno».