Green economy. Secondo l'istituto internazionale una "cura" a base di efficienza energetica, ristrutturazione ecologica degli immobili, trasporto pubblico e innovazione tecnologica potrebbe garantire ai centri urbani una risposta in termini di crescita e di occupazione.
Le città possono generare crescita economica e lavoro semplicemente diventando più rispettose dell’ambiente. A spiegarlo è un rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), intitolato Green Growth in Cities, che ha concentrato la propria analisi sulle metropoli di Parigi, Chicago, Kitakyushu e Stoccolma.
Secondo lo studio proprio le politiche “verdi” potrebbero rispondere dunque alle necessità imposte dalla crisi. Il presupposto del ragionamento è che, oggi, circa la metà della popolazione globale vive in città o vicino ad esse: cifra che dovrebbe crescere ad oltre due terzi di qui al 2050. «Le possibilità di sinergie tra le politiche ambientali e quelle economiche sono evidenti. Anche semplicemente perché rendere le aree urbane meno inquinate le rende più attraenti per i lavoratori molto qualificati», ha osservato Yves Leterme, segretario generale aggiunto dell’Ocse.
La prima politica suggerita agli amministratori locali e nazionali è quella che porta al miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili. Una questione sulla quale si è specializzata in particolare Chicago: un settore che ha dato lavoro, nel 2010, ad un terzo delle 45 mila persone complessivamente impiegate nella green economy.
Una buona rete di trasporto pubblico, poi, costituisce un modo efficace per attirare imprese e lavoratori: in questo la regione di Parigi costituisce un ottimo esempio di come si possano sfruttare le opportunità concesse dalla capillarità di metropolitane, autobus e tram. Sul fronte dell’innovazione tecnologica, invece, è la giapponese Kitakyushu a risultare all’avanguardia: sono stati creati poli regionali collegati alle industrie e alle imprese di servizi, nonché alla ricerca scientifica. Così è stata edificata una eco-town capace di riciclare ogni giorno centinaia di tonnellate di rifiuti industriali, generando al contempo energia elettrica per le abitazioni e i negozi circostanti.
Stoccolma, infine, in partenariato con il settore privato ha costruito un eco-quartiere chiamato Stockholm Royal Seaport, caratterizzato dal basso impatto ambientale degli edifici e da una rete intelligente di riscaldamento. Un modo per ristrutturare la città, per dare valore al territorio e ridurre al contempo l’inquinamento.
Andrea Barolini
barolini@valori.it