Proprio nei giorni in cui Affaritaliani.it ha raccontato il dolore di Letizia Marcantoni, la madre che non ha mai avuto piena giustizia per la morte della figlia Rossana, arriva in Parlamento una proposta di legge che mira a inasprire le pene per lo stalking e per l'omicidio a sfondo affettivo. A presentarla l'associazione Valore Donna e il Centro Democratico. Partendo da un dato agghiacciante: nel solo 2012 le donne assassinate sono state 127. E nel 2013 i casi di femminicidio sono già più di 50.

di Fabio Frabetti

PENE PIU' SEVERE - L'obiettivo è quello di inasprire le pene sia per i casi di femminicidio sia per qualsiasi tipo di delitto tra persone legate da rapporti affettivi. Con un particolare riguardo allo stalking, un fenomeno sempre più diffuso etroppo spesso anticamera di episodi che sfociano nel sangue: «Paradossalmente – racconta Valentina Pappacena, presidente di Valore Donna – l'introduzione della legge sullo stalking non ha portato grandi benefici. Soprattutto perché non è stata accompagnata da un'adeguata formazione per le forze dell'ordine. Quando una donna va a denunciare una persecuzione quasi mai si capisce la gravità del pericolo che sta correndo. La si rimanda a casa, non si prendono quelle precauzioni necessarie per evitare il peggio. E comunque sia le conseguenze giuridiche per il molestatore sono troppo blande. Spesso si tratta del marito o del fidanzato. Persone che vivono a stretto contatto con la vittima. Serve qualcosa di più incisivo che possa agire da deterrente. Se un uomo viene condannato a sei anni di carcere, una volta uscito ci penserà due volte prima di continuare con i suoi comportamenti persecutori. Ovviamente non stiamo parlando di qualche telefonata ma di molestie più pesanti e continuate nel tempo».

MAGGIORE PREVENZIONE - La proposta di legge, presentata dal deputato del Centro Democratico Roberto Capelli e sottoscritta anche dal leader del movimento Bruno Tabacci, mira ad inserire tra le aggravanti che comportano la pena dell'ergastolo anche gli omicidi tra persone legate da relazioni affettive, di qualunque natura siano. Gli altri punti fermi sono l'inasprimento della pena ed una sua effettività. Un'ulteriore aggravante scatterebbe nel caso che l'omicidio sia stato preceduto da episodi di stalking. «Al di la di una maggiore severità delle pene – spiega ancora Valentina Pappacena – bisogna puntare molto sulla prevenzione. La pena entra in gioco quando è troppo tardi, quando magari una vita si è già persa. Occorre intervenire prima e iniziare un percorso con le associazioni femminili e i centri antiviolenza, ancora troppo pochi in Italia. Spesso le donne che si sentono in pericolo si rivolgono proprio a questi presidi. Una loro maggiore diffusione nel territorio potrebbe evitare che queste denunce rimangano inascoltate come a volte succede quando vengono presentare agli operatori di sicurezza». La proposta di legge inizierà il suo iter nei prossimi giorni mentre si attende anche la ratifica italiana della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza alle donne e all'interno delle mura domestiche.

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