Intervista a G. Di Girolami. Roma e altri 563 comuni alla prova delle elezioni amministrative di domenica 26 e lunedì 27 maggio. Nella capitale si vota il nuovo Sindaco e l’Uisp chiede un cambiamento: “Per una volta spero che si continui a parlare di sport anche dopo le elezioni, a campagna elettorale finita - afferma Gianluca Di Girolami, presidente Uisp Roma - Al futuro sindaco chiedo di non rubricare lo sport a ultimo dei problemi, ma di legarlo allo sviluppo della città, al modello a cui ispirarsi.

Il movimento dei cittadini, camminare correre pedalare e tutto il resto, si deve legare indissolubilmente ai modelli urbanistici e di sviluppo del tessuto urbano. Non si può restare fermi allo schema di uno sport relegato all’impiantistica, sappiamo che non ci sono risorse e che non è un modello sufficiente, l’impianto è una parte delle attività sportive di una città. Esiste lo sport informale, diffuso, migliaia di persone che si muovono per il piacere di farlo dentro la città, facendo grande fatica, perchè il diritto allo sport in sicurezza non è garantito”.


Nei programmi elettorali si parla di sport?

“Come Uisp siamo stati contattati solo dal comitato per Ignazio Marino: ci ha invitato ad una sua iniziativa sullo sport ed ha visitato un impianto comunale gestito dall’Uisp Roma. Abbiamo apprezzato la volontà di capire come funziona un impianto, le problematiche di un impianto pubblico gestito da un Ente di promozione sportiva. Condividiamo la sua posizione sullo sport perchè parla di sport di cittadinanza, spazi urbani, benessere, diritto allo sport, stili di vita sani. Tutti temi all’ordine del giorno all’interno della nostra associazione”.

“Credo che nell’idea di città di un candidato sindaco ci debba essere spazio per lo sport, un’idea del cittadino che si muove all’interno della città che si vuole amministrare - continua Di Girolami - Se lo sport è un diritto di tutti i cittadini non ci possono essere interi pezzi di città ostili a chi vuole praticarlo in libertà. Noi abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul Tevere, scelto come simbolo, ponendo il tema del fiume in tutta la sua complessità. In tutto il suo percorso dall’hinterland al cuore di Roma, il fiume rimane un pezzo periferico della città, quindi l’idea di città è monca. Vogliamo una città amica di chi si muove al suo interno. Spero che il futuro sindaco condivida la nostra idea e sappia confrontarsi con i soggetti che, dentro la città, tentano di affermare questi principi democratici. L’attività motoria è una questione politica, nel senso originario della parola di governo della città: il diritto al gioco e allo sport è una co sa seria, la politica che non lo ascolta è monca”. (E.F)

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