La Fao e Slow Food hanno concordato di sviluppare una serie di azioni congiunte per migliorare i mezzi di sussistenza dei piccoli agricoltori ed altri lavoratori nelle zone rurali. Il protocollo d’intesa, firmato presso la Fao, prevede la collaborazione delle due organizzazioni per la promozione di sistemi agricoli e alimentari più inclusivi a livello locale, nazionale e internazionale.

Le azioni congiunte di Fao e Slow Food si concentreranno soprattutto nella creazione di campagne di sensibilizzazione, nel rafforzare le reti locali, regionali e globali e nel promuovere iniziative mondiali come l’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare nel 2014. I messaggi porranno l’accento sul valore dei cibi locali e delle varietà di cereali sotto-utilizzate promuovendo allo stesso tempo l’accesso ai mercati da parte dei piccoli produttori, la salvaguardia e la valorizzazione della biodiversità, la riduzione degli sprechi alimentari e il miglioramento del benessere degli animali.

Le attività previste dall’accordo includono la protezione dei prodotti alimentari tradizionali e la promozione delle tradizioni culinarie così come del patrimonio culturale delle comunità rurali. Più nello specifico, Slow Food può contribuire alla creazione di inventari di specie di cereali locali, indigene e sottoutilizzate potenzialmente importanti per la sicurezza alimentare, offrendo, in questo modo, un valido supporto all’impegno della Fao per la rivalutazione e la promozione delle colture sottoutilizzate. Fao e Slow Food lavoreranno assieme per facilitare l’accesso ai mercati dei piccoli agricoltori attraverso organizzazioni di produttori e cooperative rafforzate. Slow Food può aiutare i piccoli produttori a ottimizzare e accorciare la filiera alimentare, migliorando anche aspetti come la commercializzazione, l’etichettatura e il confezionamento dei prodotti. In questo modo saranno garantiti prezzi equi sia per i produttori sia per i consumatori. Le due organizzazioni promuoveranno il benessere animale come elemento essenziale per la valorizzazione dei prodotti animali, e per aumentare gli introiti dei contadini e degli altri attori lungo la filiera alimentare. Il ruolo di Slow Food in questo caso sarà quello di sviluppare e promuovere linee guida specifiche per l’attuazione delle pratiche migliori. La Fao identificherà sinergie e aree di collaborazione all’interno di iniziative già esistenti, includendo possibilmente anche l’iniziativa Hunger-Free Africa che vede la partecipazione dell’Unione Africana, della FAO e del brasiliano Instituto Lula. Obiettivo dell’iniziativa che è già operativa in quattro progetti in Angola, Etiopia, Malawi e Niger è l’eradicazione della fame dal continente africano.

Un’altra area di possibile collaborazione è il sostegno alle donne rurali attraverso il progettoDimitra, frutto della partecipazione della FAO, della Commissione Europea e del Belgio. Dimitra è un progetto d’informazione e di comunicazione partecipativa, che aiuta a migliorare la visibilità delle popolazioni rurali, in particolare le donne così che i loro interessi possano essere presi più facilmente in considerazione.

Slow Food e la Fao, insieme al Ministero degli affari esteri italiano, hanno già collaborato insieme alla realizzazione del progetto Promozione dei prodotti d’origine dell’Africa occidentale. Guinea Bissau, Mali, Senegal e Sierra Leone, nato per salvaguardare le tradizioni alimentari e la ricchissima biodiversità dell’Africa occidentale. Grazie alla collaborazione di produttori, cuochi, tecnici, ricercatori e di tutta la rete locale di Slow Food e Terra Madre, è stata realizzata una mappatura della biodiversità alimentare di questi quattro Paesi e sono stati identificati e avviati quattro nuovi Presìdi: cola di Kenema della Sierra Leone, olio di palma selvatica della Guinea Bissau, pasta katta di Timbuctu e Gao del Mali ecuscus salato di miglio dell’isola di Fadiouth del Senegal. Sono stati inoltre realizzati quattro libretti, uno per paese con le schede dei prodotti tradizionali e alcune ricette.

Sabina Galandrini

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