È stato inaugurato il 3 maggio scorso il nuovo ospedale di Emergency in Africa, a Khartoum, la capitale sudanese. È un centro cardiochirurgico, servirà il Sudan e i nove paesi confinanti. Nigrizia.it ha intervistato il responsabile della comunicazione di Emergency, Vauro senesi. C'erano anche Ali Osman Taha, vicepresidente sudanese, e i ministri della Sanità del Sudan, dell'Uganda, della Repubblica Centrafricana, dell'Eritrea, giovedì 3 maggio all'inaugurazione del nuovo centro di cardiochirurgia "Salam", in Sudan, per iniziativa di Emergency.
L'ospedale si trova a Soba, venti chilometri dalla capitale Khartoum. 3 sale operatorie, 15 letti di rianimazione, 16 di sub-intensiva, 67 posti letto compongono il centro, che servirà il Sudan e i nove paesi confinanti. I pazienti, soprattutto bambini arriveranno infatti da Eritrea, Ciad, Egitto, Kenya, Libia, Repubblica Centrafricana, Uganda, e Repubblica Democratica del Congo. Il centro opera già da quasi un mese, i pazienti verranno segnalati attraverso lo screeming realizzato da una rete di cliniche pediatriche dislocate in alcuni dei nove paesi confinanti con il Sudan, in base a criteri clinici, ma "senza nessuna discriminazione politica" assicura Vauro Senesi, responsabile della comunicazione di Emergency.
Sulle polemiche e sulle critiche riguardo la scelta di costruire un costoso centro di cardiochirurgia dove i bambini muoiono per malattie molto più facilmente curabili, il vignettista ribadisce la linea della Ong: "curare i malati di cuore che altrimenti sarebbero destinati a morire, non significa non curare le gastroenteriti, significa solo affermare che il diritto alla salute non è declinabile in base al paese. Se è davvero un diritto deve essere per tutti e deve essere applicato al massimo." Un progetto ambizioso, quello realizzato dalla Ong di Gino Strada, "
È la scommessa più alta di Emergency" continua Vauro, non tanto per la costruzione di un centro d'eccellenza in un paese dell'Africa ancora scosso dalla guerra, si tratta "di una scommessa alta proprio sull'affermazione e la pratica di un diritto. Il diritto alla salute che deve essere di tutti". Una scommessa alta anche dal punto di vista economico: Emergency è riuscita a mobilitare e sensibilizzare l'opinione pubblica, dai singoli cittadini, agli enti locali, che hanno contribuito economicamente in maniera sostanziale.
Ma le spese per il mantenimento dell'ospedale sono appena cominciate. "Questa è una preoccupazione, ma siamo sereni" continua Vauro, "è una preoccupazione perché ogni ospedale è un debito, siamo sereni perché ogni ospedale è un debito di civiltà." Il centro Salam, dice Emergency, permetterà di incrementare la professionalità dello staff sudanese e dei paesi confinanti: il personale internazionale segue infatti la formazione dello staff medico locale. La politica di Emergency punta infatti al passaggio totale di consegne ai medici locali. Succederà anche per l'ospedale di cardiochirurgia?
"Certo" risponde Vauro, "ma non è possibile definire adesso quando sarà possibile questo passaggio, è troppo presto." Intanto per Emergency continua anche la battaglia per la liberazione di Rahmatullah Hanefi, l'uomo imprigionato dalla polizia afgana per il ruolo svolto nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo: oggi le oltre 20000 chiavi "virtuali", lanciate dalla campagna "Apriamo la pace. Una chiave per Rahmatullah", che simboleggiano il sostegno di altrettante persone che chiedono la liberazione di Hanefi, verranno trasformate in chiavi concrete e aggiunte a quelle che sono già state portate dai singoli cittadini.