Bambini e adolescenti deprivati di opportunità, prospettive e competenze. In occasione del lancio della campagna "Allarme Infanzia", Save the Children ha diffuso il dossier "L'isola che non sarà" insieme alla indagine "Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani" realizzata da Ipsos. Ne viene fuori che «Il 25% degli adolescenti italiani pensa che il proprio futuro sarà più difficile rispetto a quello dei propri genitori e 1 ragazzo su 4 (il 23%) pensa o spera di andare all'estero per assicurarsi un'opportunità; l'80% dichiara di aver fatto delle rinunce causa crisi. Aumentano le disuguaglianze per l'accesso all'università: il 30% dei genitori non ce la fa a pagare la retta dei figli. Per il 41% di madri e padri gli aiuti economici diretti alle famiglia dovrebbero essere la più urgente misura anti-crisi del governo».

Secondo l'Ong «E' un vero e proprio furto di futuro quello in corso ai danni dei bambini, adolescenti e giovani che vivono in Italia. La povertà, nelle sue varie forme - sociale, economica, d'istruzione, di lavoro - li sta colpendo come non mai derubandoli di prospettive ed opportunità. E con il futuro di chi è giovane oggi, si sta disintegrando il futuro dell'Italia tutta. Occorre dare l'allarme».

I dati sul furto di futuro sono allarmanti e dovrebbero preoccupare chi ci governa, perché non basta più dire che «I ragazzi sono il nostro futuro» se quel futuro la politica e le istituzioni non sono più in grado di garantirlo. Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia, spiega che «Per quantificare il furto di futuro che si sta commettendo ai danni delle giovani generazioni, Save the Children ha utilizzato 12 indicatori Eurostat che permettono di comparare le chance dei bambini italiani con quelle dei loro coetanei europei. Il risultato, riassunto in 5 mappe e classifiche dei 27 paesi dell'Ue, compresa l'Italia, è deprimente. Considerando i diversi indicatori, il nostro paese si posiziona per 7 volte oltre il ventesimo posto in classifica. Un posizionamento molto negativo che Save the Children ha tradotto in una mappa sintetica in cui l'Italia appare di dimensioni molto ridotte rispetto alle attuali, a indicare la perdita di futuro per i bambini e adolescenti, rispetto ai quali stanno peggio solo i minori di Bulgaria e Grecia».

Secondo Save the Children sono 4 le principali e più pesanti "ruberie" commesse a spese del nostro ben poco considerato "giovane capitale umano": «Il taglio dei fondi per minori e famiglia, con l'Italia al 18esimo posto nell' Europa dei 27 per spesa per l'infanzia e famiglia, pari all'1,1% del Pil; La mancanza di risorse indispensabili per una vita dignitosa, dunque "furto" di cibo, vestiti, vacanze, sport, libri, mensa e rette scolastiche e universitarie: quasi il 29% di bambini sotto i 6 anni, pari a 950.000 circa, vive ai limiti della povertà tanto che il nostro paese è al 21esimo posto in Europa per rischio povertà ed esclusione sociale fra i minori 0-6 anni, e il 23,7% vive in stato di deprivazione materiale; Il furto d'istruzione: Italia 22esima per giovani con basso livello d'istruzione, il 28,7% tra i 25 e i 34 anni (1 su 4), per dispersione scolastica, pari al 18,2% di under 25; (1 su 5); Italia all'ultimo posto per tasso di laureati, il 20% dei giovani fra 30 e 34 anni, pari a 760.000; furto di lavoro: i giovani disoccupati sono il 38, 4% degli under 25, il quarto peggior risultato a livello europeo mentre i Neet (giovani che non lavorano e non sono in formazione) sono 3 milioni e 200.000 e posizionano il nostro paese al 25esimo posto su 27».

Con Allarme infanzia, dal 20 maggio al 5 giugno Save the Children «Denuncerà il gravissimo deficit di futuro delle giovani generazioni e chiederà una massiccia mobilitazione dell'opinione pubblica affinché le istituzioni mettano in campo interventi urgenti e strutturali in favore di minori e giovani, sempre più minacciati nel diritto ad una vita dignitosa». La campagna è curata da Grey e si sviluppa intorno al concetto di "furto di futuro", con bambini che lo denunciano così: "Mi hanno rubato la terza media", "Mi hanno rubato la mensa a scuola"... «Questi ritratti -dice l'Ong - si sono visti oggi su migliaia di macchine e sui muri di Roma e Milano, o mostrate dai volontari di Save the Children in altre 14 città italiane: una guerrilla metropolitana per descrivere la gravità della condizione di bambini e giovani e suscitare una reazione fattiva, invitando tutti a moltiplicare l'allarme denunciando il furto di futuro con una proprio messaggio sul sito www.allarmeinfanzia.it. Si può inoltre seguire la campagna su #allarmeinfanzia. La campagna "Allarme Infanzia" proseguirà fino al 5 giugno anche con il sostegno di testimonial tra i quali Alessio Boni, Andrea Sartoretti, Filippo Nigro, Giorgio Marchesi, Marco Giallini, Paolo Conticini, Roberto Ciufoli, Rossella Brescia, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Irene Ferri. Alcune delle denunce raccolte saranno consegnate ai rappresentanti istituzionali insieme alle proposte di Save the Children per restituire il futuro a bambini e ragazzi italiani.

Le evidenze del dossier sembrano trovare rispondenza anche nella ricerca "Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani" , attraverso la quale Save the Children ha interpellato direttamente i ragazzi e i loro genitori per capire il loro punto di vista sulla situazione attuale, sull'impatto della crisi economica, su quello che si aspettano dal domani. La situazione secondo l'Ong è «In altalena fra la paura per il futuro, irto di molte più difficoltà rispetto a quelle incontrate dai genitori (per il 17% degli adolescenti), al punto da temere di non farcela (6%), e un certo ottimismo proprio dell'età, che fa pensare loro che la riuscita nella vita dipenda da loro stessi (37%). In mezzo i "consapevoli" ma animati da giovanile energia, cioè coloro che temono di incontrare varie difficoltà ma che troveranno il modo di cavarsela"(13%). Tra i genitori più diffuso il pessimismo: ben il 31% ha paura che i propri figli incontreranno molte difficoltà in più rispetto alle proprie (il 4% ha addirittura molta paura che non ce la faranno. E solo il 16% degli adulti pensa che i propri figli riusciranno a realizzare i propri sogni e ad avere una vita migliore della propria».

Poi c'è la sfiducia nell'Italia come Paese: «Un futuro anche lontano e altrove geograficamente: il lavoro dei sogni - lo dichiara 1 ragazzo su 4 - potrebbe richiedere il trasferimento all'estero, visto come opportunità ("spero di riuscire a trasferirmi all'estero" dice il 12%) o come ripiego ("temo che dovrò andare all'estero" dichiara il 12%). Ma il lavoro dei sogni potrebbe anche restare un sogno: "con la situazione che c'è dovrò considerarmi fortunato se avrò un lavoro", dice il 27% delle ragazze e ragazzi italiani (28% dei genitori)».

Il 66% dei genitori dichiara di avere in qualche misura dovuto fare i conti con la crisi e la percentuale sale tra i ragazzi, «Probabilmente perché la congiuntura economica negativa si traduce per loro in molte rinunce, piccole e grandi, che ne amplificano l'impatto - dice Save the Children - 8 adolescenti su 10 hanno infatti dichiarano di aver dovuto tagliare qualcosa: per il 69% si tratta delle spese per il tempo libero - cinema, discoteca, pizza con gli amici - (secondo i genitori ben l'86%), per il 68% è l'acquisto di vestiti, scarpe e accessori (75% per i genitori). Ma la crisi limita anche importanti opportunità educative e di crescita: per il 35% l'iscrizione ad attività sportive e ricreative (45% dei genitori), seguito dalla partecipazione alle gite scolastiche (22%, dato speculare anche per i genitori) e dall'acquisto di libri il 12% (23% per i genitori)».

Sembra un Paese che torna indietro, a quando la povertà economica, spesso significava anche povertà d'istruzione: «Uno smacco per tanti genitori, eco di un passato che sembrava alle spalle, è l'ammissione - per il 31% di madri e padri - di non poter pagare l'università ai propri figli, i quali dovranno trovarsi un lavoro per contribuire alle spese (secondo il 22% dei genitori intervistati), oppure bisognerà fare un prestito (9%). Rispetto alla chiusura degli studi con il ciclo secondario superiore, i genitori sembrano più ottimisti dei figli (solo il 18%, contro il 28% degli studenti), ma esistono percentuali residuali sia nei genitori che nei ragazzi che pensano che il ciclo di studi si concluderà con la scuola dell'obbligo».

Una crisi che colpisce anche la cultura e l'ambiente sociale. Secondo i genitori italiani i loro figli vanno al cinema meno frequentemente di quanto si desidererebbero, a causa del costo del biglietto (53%, 68% per i ragazzi), o perché sempre più sale chiudono come segno difficile fase economica (7% genitori e 6 % dei ragazzi). Nel dossier si legge che «Per porre un freno al caro libri (percepito dal 22% degli adulti e dal 24% dei ragazzi), la biblioteca si propone come soluzione prevalente per i "divoratori" di quelli extrascolastici (29% dei genitori e dal 28% dei ragazzi). Allarmante, ma probabilmente segno di una crescente e dilagante "povertà di cultura", il fatto che per un adolescente su 5, la lettura non rappresenti un interesse. Per il 17% dei ragazzi (21% dei genitori), le vacanze non ci sono già più mentre il 23% (15% dei genitori) le ha fatte ma più brevi del solito. Fra i genitori il 7% ci ha rinunciato per consentirle ai figli mentre 1 su 3 dice di riuscire a realizzarle grazie ad offerte low cost o all'appoggio di parenti e amici».

Le cifre e l'impatto esterno di questa crisi delle famiglie è probabilmente ancora poco percepita per la dignità con la quale reagiscono molte persone: «Tra le famiglie in difficoltà in Italia, 6 famiglie su 10 hanno deciso di non chiedere aiuti esterni (e, quindi presumibilmente di prelevare dai risparmi, oppure di smettere di risparmiare), tra le altre, la famiglia allargata resta la prima risorsa per chiedere e ottenere un sostegno (29% dei genitori). I ragazzi in più della metà dei casi ne parlano tra loro (57%) e i segnali tra i coetanei - meno danaro a diposizione (49%), limitazioni di uscita (25%), fino a lavoretti occasionali (9%) + 7%) - vengono colti con grande puntualità».

Save the Children propone alcune soluzioni urgenti e proposte per un "ritorno al futuro", a cominciare da «Aiuti economici diretti come la "carta acquisti" ai nuclei familiari in difficoltà è la prima misura-anticrisi che i politici dovrebbero prendere per il 41% dei genitori, seguita dalla gratuità della mensa scolastica (18%) e dalla "garanzia di accesso agli asili nido per le famiglie con bambini piccoli (17%). Inoltre "servizi migliori per i giovani" garantirebbero per il 42% dei genitori e il 64% dei ragazzi un ambiente migliore in cui vivere e crescere».

Neri è convinto che «Il generale impoverimento delle giovani generazioni va in parallelo con una colpevole e annosa disattenzione nei loro confronti, che si sta traducendo in una gravissima privazione di prospettive, in una parola, di futuro. Cancellare il futuro di bambini e giovani significa compromettere il futuro dell'intero paese». Per questo Save the Children con le sue proposte di per un "ritorno al futuro" chiede «Un piano specifico e articolato di contrasto alla povertà minorile, che preveda al suo interno alcune misure prioritarie come l'estensione della carta d'inclusione sociale per l'acquisto di beni essenziali, non solo a quei nuclei con figli, in situazione di povertà estrema ma a tutte le famiglie a basso reddito con minori in difficoltà; un piano d'investimento a favore dell'istruzione pubblica, per tenere aperte le scuole con attività educative anche il pomeriggio e per garantire, senza ulteriori costi per le famiglie, l'insegnamento delle materie curricolari e i servizi di trasporto e mensa gratuiti per le famiglie più in difficoltà. Un nuovo piano per l'utilizzo dei Fondi europei che concentri le risorse sullo sviluppo non solo delle infrastrutture fisiche ma anche del "capitale umano", a partire dal potenziamento dei servizi alla prima infanzia».

Raffaela Milano, direttrice del Programmi Italia-Europa Save the Children Italia, conclude: «La campagna sviluppata l'anno scorso sicuramente ha contribuito a stimolare l'attivazione del governo, per esempio nell'ambito della utilizzazione dei fondi europei. Tuttavia bisogna fare molto di più e subito. Attraverso la campagna Allarme Infanzia faremo la massima pressione affinché l'infanzia torni al centro delle priorità dell'azione politica o il danno sociale sarà irreparabile, sia per i giovani che per l'intera nazione. Ci auguriamo di essere davvero in moltissimi a dare voce a questo appello attraverso il sito www.allarmeinfanzia.it».

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