Discriminazione. All’alba del 24 aprile 2011, a KwaThema, un sobborgo di Johannesburg, Noxolo Nogwaza venne fermata da un branco mentre rientrava a casa. I suoi aggressori la picchiarono e la stuprarono prima di accoltellarla a morte e abbandonare il suo cadavere in un canale di scolo. Aveva un bambino di nove anni e una bambina di cinque.
Noxolo era un’attivista per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti). Faceva parte dell’Epoc (il comitato organizzatore dell’Ekurhuleni Pride), un’organizzazione con sede a KwaThema che lavora per dare forza e consapevolezza alle persone Lgbti e si batte contro i crimini dell’odio e l’ingiustizia attraverso l’educazione e l’informazione.
Non faceva mistero, Noxolo, di essere lesbica e ne era orgogliosa, pur consapevole dei rischi che correva in un paese come il Sudafrica.
Le indagini sul suo assassinio, affidate al commissariato di Tsakane, non hanno prodotto alcun risultato. Due anni dopo i suoi assassini restano in libertà.
In Sudafrica, i crimini d’odio a causa del reale o presunto orientamento sessuale o identità di genere della vittima sono assai diffusi. I comportamenti omofobici, dilaganti nella società, si riflettono nella stessa polizia, tanto che molte persone Lgbti quando denunciano crimini dell’odio ricevono risposte sprezzanti, derisorie o indifferenti.
La mancanza d’indagini da parte della polizia crea un clima di impunità per i responsabili delle violenze e produce un forte senso d’insicurezza e paura fra le persone Lgbti.
L’omofobia è diffusa specialmente nei sobborghi e nelle aree rurali: scherni, insulti e minacce sono così comuni che molte persone Lgbti non li riconoscono neanche come forme di violenza nei loro confronti. Anche le aggressioni, sessuali e non, sono estremamente diffuse.
Negli ultimi cinque anni, ci sono stati almeno 10 casi di lesbiche stuprate e poi uccise nei sobborghi di differenti zone del paese. L’anno scorso, fra giugno e novembre, sono state assassinate almeno sette persone in una nuova ondata di crimini dell’odio che ha seminato ulteriore paura fra le persone Lgbti.
In Sudafrica sono previste garanzie costituzionali per le persone Lgbti e il governo ha preso alcune iniziative positive per migliorare i servizi e affrontare la questione dell’impunità per i crimini dell’odio omofobici e transfobici. Tuttavia, c’è uno scollamento fra le leggi progressiste sudafricane e l’accesso effettivo alla giustizia per le persone Lgbti vittime di tali crimini.
Oggi è la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia. Firmare l’appello di Amnesty International per chiedere che sia fatta giustizia per l’assassinio di Noxolo può essere un buon modo, tra molte altre iniziative, per celebrarla.
di Riccardo Noury