Intervita lancia una ricerca sui costi economici e sociali della violenza contro le donne in Italia per calcolare il danno che il nostro Paese paga e proporre indicazioni per azioni concrete.
Comitato Scientifico:
- Anna Maria Fellegara - Preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza
- Elisabetta Addis – Economista Università di Sassari
- Franca Bimbi – Sociologa Università di Padova
- Alberto Marradi – Metodologo Università di Firenze
- Maura Misiti – Demografa CNR
- Nando Pagnoncelli – CEO Ipsos.
- Linda Laura Sabbadini - Direttore Dipartimento per le Statistiche Sociali e Ambientali - ISTAT
- Rosanna Tarricone – Economista e Direttore Cergas Università Bocconi
Intervita realizzerà una ricerca sull’identificazione e analisi dei costi economici e sociali della violenza sulle donne in Italia. Il progetto, che ha ottenuto il prestigioso patrocinio del Dipartimento per le Pari Opportunità, è lavoro complesso e ambizioso che Intervita concepisce come monito per Governo e società a intervenire concretamente contro il fenomeno. Non agire a livello nazionale e con importanti investimenti in azioni di prevenzione e in attività di sostegno e cura verso le donne, a lungo termine causa alla società e ai cittadini un enorme danno culturale ed economico. Ed è proprio il valore di questo danno, che Intervita vuole calcolare nel primo step della ricerca. Un punto di partenza da cui iniziare a scuotere Governi, Istituzioni e Opinione pubblica perché oggi distogliere lo sguardo dal problema non è più possibile!
La ricerca, i cui lavori inizieranno ufficialmente a maggio, è affidata ad un’Équipe composta da sei motivate ricercatrici e presieduta da un rinomato comitato scientifico composto da accreditati esperti del proprio settore.
Il progetto prende vita dai dati allarmanti circa la violenza sulle donne in Italia: 6 milioni 743 mila le donne hanno subito violenza (31,9% della classe di età tra i 16 e i 70 anni) e 3 milioni 961 mila donne hanno subito violenze fisiche (ISTAT). Sono 120 le vittime di femminicidio solo del 2012.
A rendere singolare la situazione italiana è un dato sconcertante: solo il 18,2% delle donne che hanno subito violenze li considera reati e solo il 7,2% li denuncia. Addirittura il 33,9% non ne parla con nessuno. Dati desolanti se si pensa che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità a livello mondiale, la violenza tra le mura domestiche è considerata la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne (14 - 50 anni).
Partendo da questi dati e seguendo le sollecitazioni dei Centri antiviolenza, degli Istituti di ricerca e delle Università, Intervita ha individuato nella ricerca sui costi economici e sociali della violenza sulle donne la strada più efficace per intervenire. L’indagine consentirà di far emergere il costo prodotto per sopravvivere a maltrattamenti e abusi e l’impatto socio-economico che la violenza subita produce nella società.
L’assunto fondamentale, in tema di violenza, è che, al di là del costo umano – di per sé inaccettabile – è necessario valutare che la violenza sulle donne ha anche un impatto economico oltreché sociale e fisico, in termini di:
- emergenza sanitaria
- degenza ospedaliera
- cure mediche
- giorni di malattia persi su lavoro
- investigazioni di polizia
- costi legali
La violenza sulle donne diventa un problema di salute pubblica, culturale e sociale.
La violenza in effetti è un problema culturale. Nonostante la ‘sbandierata’ conquista della parità di genere, nei fatti la disparità è ancora più che evidente. Lo dimostra il fatto che ancora oggi le donne siano pagate meno degli uomini, a parità di ruolo, siano una minoranza in posizioni di potere e soprattutto vengano uccise per il solo fatto di essere donne. La donna, in ultima analisi, sconta una posizione di subalternità a tutti i livelli, soprattutto in ambito privato.
La ricerca sui costi economici e sociali della violenza nasce con l’obiettivo di acquisire dati qualitativi e quantitativi sul fenomeno e sul suo lato sommerso. Partendo dai dati numerici presenti a livello nazionale (indagini ISTAT in particolare), Intervita si pone quindi l’obiettivo di individuare, quantificare e spiegare i costi economici e sociali della violenza in Italia. Proprio questa comunione di intenti e l’ampio respiro del progetto hanno fatto ottenere a Intervita il prestigioso patrocinio del Dipartimento per le Pari Opportunità.
Il calcolo dei costi della violenza costituisce un intervento strategico che vuole rendere i responsabili politici più consapevoli dell’importanza e dell’efficacia della prevenzione.
La ricerca è affidata ad Équipe composta da 6 ricercatrici: 3 sociologhe e 3 economiste delle Università della Calabria e di Piacenza e del centro studi Well_B_Lab*, spinoff dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Compito di validare il progetto di ricerca sarà affidato al comitato scientifico, scelto da Intervita e presieduto dal suo vicepresidente: Anna Maria Fellegara, Preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza.
Il Comitato scientifico, che darà anche indicazioni metodologiche, è composto da esponenti illustri del mondo accademico e accreditati professionisti del mondo della ricerca: Elisabetta Addis – Economista Università di Sassari, Franca Bimbi – Sociologa Università di Padova, Alberto Marradi – Metodologo Università di Firenze, Maura Misiti – Demografa CNR, Linda Laura Sabbadini - Direttore Dipartimento per le Statistiche Sociali e Ambientali ISTAT, Nando Pagnoncelli – CEO Ipsos e Rosanna Tarricone – Economista e Direttore Cergas Università Bocconi.
La ricerca sui costi economici e sociali della violenza sulle donne è un lavoro importante e di enorme valore: è la stessa Unione Europea a chiedere ai Paesi membri di realizzare analisi di questo tipo, per comprendere meglio il fenomeno e individuare strumenti per contrastarlo.
A completamento dell’analisi quantitativa si realizzerà un’analisi più qualitativa attraverso case studies, utilizzando interviste a testimoni privilegiati, a vittime di violenza e a operatori socio-sanitari. Particolare attenzione sarà dedicata ad approfondire gli ambiti e gli aspetti che l’analisi quantitativa non ha potuto approfondire per mancanza di dati.
Attraverso questa ricerca sarà possibile identificare al meglio il fenomeno della violenza nella sua interezza e quindi anche quell’alta percentuale di sommerso.
I primi risultati saranno disponibili entro la fine del 2013 e andranno a comporre un documento di policy che possa attivare strumenti di advocacy a livello nazionale, fondamentali per promuovere il cambiamento.
Intervita si propone quindi di realizzare una ricerca/denuncia dei costi economici e sociali della violenza che possa essere utilizzato da un lato per stimolare soggetti Istituzionali - e non - in maniera trasversale, dall’altro come strumento a servizio dei Centri antiviolenza.
Intervita nel 2013-4 ha l’obiettivo di divulgare i risultati emersi dalla ricerca e contestualmente individuare, con Istituzioni, centri antiviolenza e gli addetti ai lavori, misure concrete per contrastare i costi economici e sociali della violenza contro le donne.
La prima azione concreta sarà un roadshow itinerante in Italia per sensibilizzare sul tema e implementare il lavoro di ricerca sui costi sociali della violenza, con incontri e workshop dedicati agli addetti ai lavori e alle istituzioni e con eventi dedicati al grande pubblico per un’ampia azione di sensibilizzazione.