La giunta del Veneto vuole far ricadere nei Lea le prestazioni e i servizi domiciliari per non autosufficienti e disabili.
Il disegno di legge – che dovrà passare per l’approvazione del consiglio regionale – prevede di introdurre dal 1 luglio 2013 l’”impegnativa di cura domiciliare” per tutti gli interventi del settore, divisa in cinque categorie:
- basso bisogno assistenziale (bisogni rilevati dalla rete dei servizi sociali e dai medici di medicina generale)
- medio bisogno assistenziale (demenze con gravi disturbi comportamentali)
- alto bisogno assistenziale (disabilità gravissime con necessità di assistenza a domicilio h 24)
- grave disabilità psichica e intellettiva(che unisce in un’unica fattispecie gli interventi di promozione dell’autonomia personale e di aiuto personale)
- grave disabilità fisico-motoria (destinata agli adulti con capacità di autodeterminazione anche destinatari di progetti di Vita Indipendente).
Alle impegnative – che sostituiranno gli “assegni di cura” – potranno corrispondere contributi economici o servizi.
Dice l’assessore regionale al sociale Remo Sernagiotto: ”il potenziamento della domiciliarità, in questi tempi di grande crisi, è indispensabile perché più sostenibile economicamente (costa circa un terzo in meno della residenzialità). Dobbiamo proseguire nel lavoro per far sì che il ricorso alla domiciliarità diventi prevalente rispetto alla residenzialità mentre attualmente nel Veneto il rapporto è ancora sbilanciato a favore di quest’ultima”.