Comportamenti «ecosobri» per vincere le paure per il futuro. Diffidenti per l’acqua del rubinetto: sulle tavole degli italiani acque minerali (per il 54%) e caraffe filtranti (20%).

Reggio Emilia, 7 maggio 2013 – Cresce una nuova attenzione sociale per l’acqua, vista come risorsa un tempo abbondante e oggi da non dissipare: un’attenzione fatta di paure per l’attuale gestione, per le siccità, per la qualità stessa dell’acqua. La ricerca realizzata dal Censis per Coldiretti analizza opinioni, comportamenti, aspettative dei cittadini sul tema dell’acqua e consente di comprenderne il rinnovato valore sociale nel clima della crisi.

Paura per qualità dell’acqua e siccità, gli italiani si informano. Il 59% degli italiani (percentuale che sale al 65% nel Sud) è convinto che il problema della scarsità dell’acqua sia importante per la regione in cui vive. E il 70% ritiene importanti i problemi della qualità dell’acqua. Sul bene acqua si scaricano nuove paure: che non sarà più disponibile in quantità sufficiente per tutti gli usi necessari e che non sarà più potabile o utilizzabile. Le paure alimentano un rinnovato interesse, tanto che il 62% degli italiani si dichiara informato sull’acqua e solo il 4% afferma di non saperne nulla.

Siccità (e altre catastrofi naturali) e soluzioni auspicate. Con l’avvicinarsi dell’estate, sono molte le località italiane in cui torna la paura della siccità. Per il 44% degli italiani la causa è che non si investe abbastanza sulle tecnologie per un uso più razionale ed efficiente dell’acqua. Per il 33% la colpa è dei cambiamenti climatici (piove di meno, fa più caldo e quindi c’è meno acqua: una convinzione soprattutto degli anziani, il 38%). Il 30% attribuisce la colpa al fatto che lo sviluppo e gli stili di vita odierni hanno generato consumi ormai troppo alti (lo pensano soprattutto i giovani, il 33%). Per il 24% non siamo abituati a gestire con attenzione l’uso dell’acqua (soprattutto i giovani, con il 28%). Per fronteggiare la siccità, contro la quale il 54% degli italiani ritiene che oggi non si faccia abbastanza, si guarda con favore alla creazione di dighe, grandi invasi in cui accumulare l’acqua in eccesso nei periodi autunnali e invernali: è favorevole il 66%. La siccità è indicata come priorità contro la quale attivare azioni di prevenzione dal 24% degli italiani (il 38% al Sud). Altre priorità sono gli interventi contro lo straripamento dei corsi d’acqua (il 46%, con il 63% al Nord-Est), la variazione della morfologia delle aree colpite da inondazioni, esondazioni, frane (il 43%, con il 52% al Centro), le devastazioni provocate dai terremoti (il 23%, con il 29% al Sud e il 40% in Emilia Romagna). Il 38% degli italiani (il 43% tra i laureati) sarebbe disposto a versare una cifra di tasca propria per tutelarsi attraverso un fondo pubblico, una polizza assicurativa o forme di mutualità dai danni provocati dai fenomeni naturali (terremoti, siccità, inondazioni, ecc.). Di questi, l’83% sarebbe disposto a versare fino a 50 euro mensili.

«Ecosobri»: virtuosi nell’uso quotidiano dell’acqua. Una risorsa finita: è questa l’opinione sull’acqua degli italiani, come dimostra la crescente attenzione nei comportamenti quotidiani. L’84% dichiara di non lasciare scorrere l’acqua dai rubinetti, ha installato un rompigetto e contenitori dei flussi, il 52% limita l’uso dell’acqua per lavare l’automobile, il 48% per innaffiare piante e giardino, il 48% usa il doppio sciacquone per i wc. I più virtuosi sono i residenti del Nord-Est (l’84% non lascia scorrere i rubinetti, il 60% limita l’uso dell’acqua per lavare l’auto e il 56% per innaffiare) e gli anziani, veri e propri «ecosobri» che limitano l’acqua più degli altri per lavare l’auto (58%) e innaffiare (55%).

Ma con l’acqua minerale e la caraffa filtrante in tavola. Il 54% degli italiani dichiara di acquistare con regolarità l’acqua minerale: il 23% perché è convinto che è più buona e il 31% perché la considera più salutare e sicura. Invece il 37% preferisce l’acqua del rubinetto e il 9% ritiene che il consumo quotidiano di acqua minerale comporti una spesa che non può sostenere. I timori per la qualità dell’acqua spiegano anche i comportamenti del 20% di italiani che utilizzano caraffe per filtrare l’acqua potabile. Sorprende la persistenza della spesa per l’acqua minerale e quella aggiuntiva per le caraffe filtranti, visto che in questa fase di crisi si accentuano i comportamenti di contenimento delle spese: l’82% degli italiani dichiara che nell’ultimo biennio ha dedicato più tempo alla ricerca di sconti, promozioni e offerte, e l’86% utilizza per pranzo o cena i cibi avanzati dai pasti precedenti.


La ricerca del Censis è stata presentata oggi a Reggio Emilia alla convention di Coldiretti Emilia Romagna «AscoltaRe» sul tema del «Valore sociale dell’acqua». Sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente nazionale di Coldiretti Sergio Marini, il Presidente del Censis Giuseppe De Rita, l’Assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello e il Presidente dell’Unione regionale dei Consorzi di bonifica Massimiliano Pederzoli.

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