UBI Banca, con il supporto scientifico di AICCON, ha realizzato in collaborazione con ISNET la II edizione dell’“Osservatorio UBI Banca su Finanza e Terzo Settore”, prima realtà in Italia che si propone come punto di riferimento per l’elaborazione e la diffusione di dati relativi al fabbisogno finanziario del Terzo Settore.

Con la seconda edizione è stata condotta un’analisi vota ad offrire evidenze quali-quantitative con due focus su determinati soggetti del Terzo Settore: il primo relativo alle cooperative sociali che in Italia sono 11.808, contano 750.090 dipendenti e si rivolgono ad un’utenza di quasi 5 milioni di persone (fonte: Iris Network su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro). Il secondo approfondimento ha riguardato, invece, il mondo dell’associazionismo italiano, con particolare riferimento alle associazioni di promozione sociale (APS) ed alle organizzazioni di volontariato (ODV) (rispettivamente circa 37.800 e 27.600 unità, fonte: Isfol).


Indagine sui fabbisogni finanziari della cooperazione sociale in Italia

Analizzando i rapporti delle organizzazioni non profit con gli istituti di credito è emerso come più del 55% delle cooperative sociali sia in rapporti con due o tre banche e più del 10% abbia più di tre banche di riferimento, mentre è notevolmente aumentata la percezione della personalizzazione del servizio e dei metodi di valutazione per il non profit da parte degli istituti di credito (passata dal 28,2% al 46,4%. Il 42,8%, dal 38,8% del 2011, delle cooperative sociali ha espresso un parere positivo in merito al livello di soddisfazione nei rapporti con gli istituti di credito, in particolare tra coloro che ritengono applicati metodi di valutazione personalizzati per il non profit.

Tra le realtà che prevedono investimenti (poco più 1 su tre) l’autofinanziamento rappresenta la principale fonte di copertura finanziaria (42% rispetto al 31% delle banche e al 26% dei finanziamenti pubblici), evidenza di un rapporto con il sistema bancario che ha ancora davanti a sé spazi per evolvere.

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Indagine sui fabbisogni finanziari delle associazioni in Italia

Il mondo dell’associazionismo italiano, risente ancor di più dei rapporti con la sfera pubblica (il 61,2% degli intervistati non ha rapporti con il mercato in quanto maggiormente orientato alla propria base associativa, senza alimentare scambi di tipo economico), e prevede nella maggior parte dei casi una diminuzione delle entrate provenienti da contributi e convenzioni con la pubblica amministrazione.

Le associazioni intervistate sono prevalentemente in rapporto con una sola banca (59,6%); i servizi bancari maggiormente utilizzati riguardano la sfera dell’operatività corrente con percentuali di utilizzo superiori da parte delle associazioni di promozione sociale (APS) rispetto alle organizzazioni di volontariato (ODV): internet banking (100% rispetto al 68,7%), RIBA (39,4% contro 21,2%) e coperture assicurative (33,3% contro 24%). Le ODV si caratterizzano invece per un utilizzo superiore rispetto alle APS del web per raccolta fondi (18% rispetto 15%).

L’indebitamento nei confronti del sistema bancario è molto basso (81,6% degli intervistati dichiara di non avere debiti con le banche) essendo ancora l’autofinanziamento e la “fiscalità generale” le principali fonti di copertura finanziaria (rispettivamente 75,2% ed il 19,6%).

La maggior parte delle associazioni ritiene che il servizio di assistenza o accompagnamento fornito da una delle proprie banche sia un valido sostegno; ben, inoltre, il 38,4% usufruisce già di questo tipo di servizio, con particolare riferimento alle realtà più strutturate.

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