Il 29 aprile scorso, il premier Enrico Letta si è presentato alla Camera dei Deputati per ottenere la fiducia. In questa sede ha presentato le linee programmatiche del suo governo, sottolineando che l’emergenza lavoro e la necessaria riforma del welfare rappresenteranno le sfide centrali dell’agenda del nuovo esecutivo.
Molte delle questioni sollevate dal nuovo Presidente del Consiglio appaiono profondamente legate al lavoro di ricerca svolto in questi mesi da Percorsi di secondo welfare. A partire dalle parti del discorso di Letta in cui si è parlato di lavoro e welfare, riproponiamo alcuni contributi - pubblicati nei mesi scorsi sul nostro sito - collegati alle tematiche citate, per dare un contributo alla comprensione delle problematiche in agenda e all’individuazione delle possibili strade per rispondervi.
"Permettetemi di soffermarmi un attimo sulla grande tragedia di questi tempi, che al Sud tocca punte di desolazione e allarme sociale: la questione del lavoro. È e sarà la prima priorità del mio governo. Solo col lavoro si può uscire da quest'incubo di impoverimento e imboccare la via di una crescita non fine a se stessa, ma volta a superare le ingiustizie e riportare dignità e benessere. Senza crescita, anche gli interventi di urgenza su cui ci siamo impegnati e che qui ribadisco – rifinanziamento delle casse integrazioni in deroga, superamento del precariato anche nella pubblica amministrazione - sarebbero insufficienti. […] Mai come oggi occorre fiducia reciproca: imprese e lavoratori devono agire insieme e superare le contrapposizioni che in passato ci hanno frenato. Sono sicuro che come in tanti momenti critici della vita della Repubblica i sindacati saranno protagonisti”.
Letta ha chiesto ai sindacati di assumere un reale ruolo di connessione tra imprese e lavoratori, per proporre soluzioni che possano permettere la tutela di entrambe le categorie. Proprio in questa direzione, alcune componenti sindacali da diversi mesi hanno intrapreso un processo di rinnovamento - sia delle strutture interne che degli strumenti utilizzati - che fa ben sperare. In Lombardia ad esempio, la Cisl sta investendo molto sul tema della contrattazione con le aziende. Lo dimostrano gli importanti eventi dedicati a questo tema, come l’ormai annuale Fiera della contrattazione e lo sviluppo di nuovi strumenti per rispondere alle sfide lanciate dalla crisi, ad esempio in tema di fondi integrativi o di occupazione femminile, tema su cui Letta ha affermato:
“Anche sull’occupazione femminile occorre fare molto di più. La maggiore presenza delle donne nella vita economica, sociale e politica dà già straordinari contributi alla crescita del paese, ma siamo lontani dagli obiettivi europei. Non siamo ancora un paese delle pari opportunità. La carenza di servizi scarica sulle donne compiti insostenibili, aggravati in alcuni casi da una crescita insopportabile delle violenze contro le donne”.
Su questo argomento ci paiono significative diverse iniziative di welfare aziendale presenti nel nostro Paese: dal caso Luxottica a quello di SEA, da Nestlè a Tetrapak fino ai numerosi servizi offerti alle imprese da società come Edenred o Eudaimon. Spiccano in particolare le tante misure di conciliazione tra tempo di vita e lavoro sviluppatesi in diversi territori, sia attraverso la collaborazione autonoma tra imprese – emblematici i casi delle reti create a Pavia e Varese – sia attraverso il supporto delle istituzioni locali. Di questi giorni è ad esempio l’ultimo bando di Regione Lombardia sulla flessibilità aziendale, ma diversi sono i progetti di cui ci siamo occupati anche in passato, come il programma del Lazio "Vasi Comunicanti". Non bisogna inoltre dimenticarsi di altre esperienze positive dedicate alla famiglia come l’Audit Famiglia-Lavoro sviluppato dalla Regione Veneto o il sistema dei distretti sviluppato in Trentino.
“La riforma del nostro welfare richiede azioni di ampio respiro per rilanciare il modello sociale europeo. Il welfare tradizionale, schiacciato sul maschio adulto e su pensioni e sanità, non funziona più. Non stimola la crescita della persona e non basta a correggere le disuguaglianze. Non occorrono isterismi. Occorre un cambiamento radicale: un welfare più universalistico e meno corporativo, che sostenga tutti i bisognosi, aiutandoli a rialzarsi e a riattivarsi. Per un welfare attivo, più giovane e al femminile, andranno migliorati gli ammortizzatori sociali, estendendoli a chi ne è privo, a partire dai precari; e si potranno studiare forme di reddito minimo, soprattutto per famiglie bisognose con figli”.
Sono tante le iniziative positive che in questo momento di forte difficoltà mirano in particolare a supportare i giovani in cerca di lavoro. L’Unione Europea negli ultimi mesi si è particolarmente impegnata in questo ambito varando programmi dedicati all’imprenditoria giovanile e al diritto all'occupazione di chi esce dal sistema scolastico o universitario. E anche in tema di reddito minimo, su cui il nuovo Ministro Giovannini si era già espresso nelle scorse settimane, sono tante le novità provenienti dal livello europeo, come ha dimostrato anche un recente convengo svoltosi a Parigi cui abbiamo preso parte. A conclusione del suo intervento, Letta ha ricordato a tutti lo straordinario ruolo ricoperto dal Terzo settore nel contesto italiano:
“Dobbiamo poi ricordarci che l’Italia migliore è un’Italia solidale. E’ per questo che il governo non può che valorizzare la rete di protezione dei cittadini e dei loro diritti, con misure tese al miglioramento dei servizi, da quelli sanitari a quelli del trasporto pubblico, locale e pendolare, con una particolare attenzione per i disabili e i non autosufficienti.” Vorrei a questo proposito rendere omaggio alle donne e agli uomini che ogni giorno consentono al nostro paese di godere di questa solidarietà e che mantengono unito il nostro tessuto sociale: i servitori dello Stato - quelli che rischiano la vita per proteggere le istituzioni, quelli che lavorano nella sanità per salvare delle vite, quelli che aiutano i nostri figli a crescere - ma anche gli operatori del volontariato, della cooperazione, del terzo settore e della galassia del 5 per 1000. E’ l'esempio che giornalmente viene dato da queste persone che ci fa riscoprire il valore del servizio pubblico".
In questo ambito sono tantissime le iniziative “provenienti dal basso” che si sono affiancate a quelle garantite dalle istituzioni, e che hanno permesso lo sviluppo di importanti reti di solidarietà che troppo spesso vengono ignorate dal settore pubblico. Basti pensare al sistema con cui si cerca di contrastare la povertà più triste e immediata, quella alimentare attraverso supermercati solidali e il sistema dei banchi alimentari, alle esperienze che cercano di rispondere all’emergenza educativa, o ancora a quelle realtà che sostengono chi si trova improvvisamente senza lavoro (come il Fondo Emergenza Lavoro di Novara o il Fondo Famiglia Lavoro di Milano). Allo stesso modo non va dimenticato il vasto sistema delle Fondazioni, da quelle di origine bancaria a quelle di impesa, fino a quelle di Comunità, che sempre più spesso svolgono un ruolo di coordinamento e aggregazione all’interno del sistema non profit.
Invitiamo pertanto a esplorare il nostro sito per rendersi conto di quanta e quale ricchezza, troppo spesso sconosciuta e ignorata, sia presente nel tessuto italiano. Tanti obiettivi del governo guidato da Enrico Letta esposti nel discorso programmatico potrebbero essere centrati anche facendo riferimento alle diverse esperienze positive già presenti nel Paese, qui solo brevemente accennate, che ormai da quasi due anni vi stiamo raccontando.
di Lorenzo Bandera
Gli
articoli citati nel testo