L’edizione 2013 dei campi antimafia organizzati da Arci con Spi, Cgil e
Libera racconta di un estendersi della programmazione su nuovi territori e il
rafforzamento delle esperienze esistenti.
Sicilia, Campania, Puglia (c’è un nuovo campo a Cerignola), Calabria,
Toscana, Lombardia, Liguria e - nuova entrata - Veneto. Alle regioni in cui si
realizzano i campi o che li organizzano (Emilia Romagna) si aggiungono i tanti
territori (oramai quasi tutta Italia) che i campi li promuovono e da cui partono
i circa 1000 ragazzi e ragazze protagonisti, da aprile a ottobre, di un modo
concreto di fare antimafia sociale.
Essere a fianco delle cooperative e delle associazioni che lavorano sui beni
confiscati può assumere molte forme (il lavoro nei terreni o un laboratorio di
fotografia) e poi c’è la formazione che ha l’obiettivo di rafforzare il senso
critico e sviluppare un metodo da praticare nel quotidiano. L’effetto
contaminazione derivante dalla partecipazione ai campi, oltre i campi, pare che
abbia degli ottimi risultati.
Associazioni (Arci in primis) sindacati e cooperative hanno costruito una
macchina dalla carrozzeria luccicante e dal motore solido ma c’è una benzina in
tutta questa esperienza che non ha valore, data dai partecipanti ai campi che
già scopriremo curiosi e ansiosi di sporcarsi le mani con la terra o di lavorare
in un immobile confiscato oppure golosi di formazione e di incontri con ospiti
che insegnino loro a cercare di capire cosa sono davvero oggi le mafie. Avranno
al proprio fianco i volontari di Spi e Cgil a rafforzare un patto fra
generazioni che nessuno provi a chiamare fra passato e futuro perché questo è,
senza dubbio, davvero un bel presente.
In allegato:
- scheda di interesse per i ragazzi che intendono partecipare ai campi
- brochure informativa campi 2013
- report su incontro di formazione per i coordinatori