Un barista su tre presta i soldi ai giocatori: dopo l'inchiesta "no slot" di Terre, una nuova indagine nel pavese realizzata dai volontari della Casa del Giovane. Il 10 maggio a Pavia, la manifestazione.

A Pavia in due anni le slot machine nei bar e tabacchi sono aumentate del 20 per cento. Un barista su tre ammette di aver prestato soldi ai giocatori e due titolari su tre non sono disposti a rinunciare alle macchinette, anche se ci fossero incentivi. È quanto emerge da un'indagine realizzata dai volontari della Casa del Giovane, che per alcuni mesi hanno battuto tutte le strade di Pavia per sottoporre un questionario agli esercizi che hanno slot machine o vendono gratta e vinci. Hanno risposto in 158. All'interno dei loro locali sono state contate 576 newslot e 66 videolottery, che corrispondono a una macchinetta ogni 110 abitanti, in aumento rispetto a due anni fa quando erano 1 ogni 136 residenti.

 "Oltre la metà dei clienti gioca più di 15 minuti e il 7 per cento da una a tre ore e un altro 7 per cento per oltre tre ore -sottolinea Simone Feder, psicologo e responsabile dell'area dipendenze della Casa-. Teniamo conto che una giocata dura al massimo 8 secondi". Per il 10 maggio la Casa del Giovane ha organizzato una manifestazione con il Comune e la Diocesi, da piazza della Vittoria al Castello Visconteo: "Vogliamo dire forte e chiaro che vogliamo per i nostri giovani una vita senza dipendenze, anche da quelle del gioco d'azzardo", spiega Simone Feder.


Uno degli aspetti più sorprendenti che emerge dal questionario, è che i baristi imprestano soldi ai giocatori. "Molti ci hanno raccontato che lo fanno perché i clienti sono molto insistenti -racconta Simone Feder-. Hanno paura che creino caos nel locale, che disturbino gli altri clienti". Gli esercenti sostengono anche che il 21 per cento dei loro clienti "sembra avere difficoltà a smettere di giocare" e che il 17 per cento è un "cliente problematico". Nonostante tutto, le slot sono ancora un affare per i locali: i due terzi dei titolari intervistati non è disposto a rinunciarvi, anche se ci fossero incentivi.

Per quanto riguarda i gratta e vinci, il più venduto (lo compra il 52 per cento dei clienti) è quello da 5 euro, seguito da quello di 20 euro (30 per cento degli acquirenti) e da quello da 10 euro (18 per cento). "Il gratta e vinci da 20 euro è venduto soprattutto nelle zone più disagiate e periferiche della città", conclude Simone Feder.

Redazione: Dario Paladini, 23.04.2013.

PER APPROFONDIRE

- L'inchiesta di Terre "La battaglia impossibile": i giganti dell’azzardo piazzano una macchinetta ogni 150 abitanti. Sedotti dai guadagni facili, per baristi e tabaccai liberarsene è poi quasi impossibile, tra minacce e contratti capestro.
- L'inchiesta di Terre "Sindaci in prima linea": i Tribunali impediscono di bloccare le sale gioco? Loro rispondono con avvisi pubblici, limitazioni d’orario e sportelli per le famiglie. Senza arrendersi.
- Dalla Scuola delle Buone Pratiche, il "Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo": su Twitter segui la campagna "#comuninoslot".
- Leggi "Le regole del gioco", il libro che racconta la battaglia dei sindaci contro un nemico più grande di loro.

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