Spesso greenreport.it ha sottolineato come i tempi dell'economia finanziaria fossero a dir poco incompatibili con quelli della politica. I nanosecondi con cui si possono spostare con un click immense ricchezze da una parte all'altra del mondo stanno uccidendo le democrazie, mentre i tempi della politica sono drammaticamente lenti anche per cose molto meno veloci: è questo il caso, ad esempio, dell'impoverimento di un Paese come il nostro, che fino a poco tempo fa aveva risparmi familiari invidiabili. Mai un Pil eccezionale negli ultimi quindici anni almeno, tuttavia un tenore di vita alto.

Nel giro di qualche anno, la crisi economica ha però spazzato via tutto, e quello che non ha fatto lei lo ha fatto quella politica che è contemporaneamente causa e risultato della crisi economica stessa. Sbagliate tutte le analisi sul "dove si stesse andando", tutti incantati dalle magnifiche virtù del turbo liberismo, nessuno è stato capace di far cambiare binario in tempo e inevitabilmente il treno ha deragliato. Da 17 anni di berslusconismo siamo usciti con le ossa rotte, ma senza costruire una vera alternativa possibile: anzi, il centrosinistra è sembrato non riuscire a smarcarsi dal centrodestra, tanto che il partito più votato in Italia è stato quello di protesta del M5S. Come se nulla fosse la politica italiana ha intignato anche per l'elezione del presidente della Repubblica replicando Napolitano dimostrando una volta di più, al di là del valore umano della persona, il livello di immobilismo a cui siamo arrivati.

Ma nel frattempo la crisi va avanti e trascina giù famiglie e imprese. Come dimostra quanto sta accadendo anche nella nostra Toscana, dove le domande di cassa integrazione e mobilità in deroga continuano ad affluire. E continuano a farlo - spiega una nota dell'amministrazione regionale - anche dopo l'annuncio da parte della Regione dell'esaurimento delle risorse assegnate o comunque spendibili: 49.613.564 euro, di cui la prima tranche (33.332.743 euro) è oggetto di un accordo siglato tra Stato e Regione Toscana e la seconda invece, 16.280.821 euro, al momento è una proposta di ripartizione concordata a livello di coordinamento delle regioni ed inviata al ministero. «Ad oggi - spiega l'assessore alle Attività produttive lavoro e formazione della Toscana, Gianfranco Simoncini - sono circa 10.000 le domande arrivate per il 2013 (oltre 8.000 di cassa integrazione in deroga e quasi 2.000 di mobilità in deroga) le quali coinvolgono 27.000 lavoratori per una spesa di oltre 116 milioni.

Per farvi fronte occorrerebbe più del doppio di quanto è a nostra disposizione. Le richieste di aziende e lavoratori sono aumentate fortemente rispetto agli stessi mesi del 2012: solo nelle ultime due settimane abbiamo ricevuto 1500 richieste di cassa integrazione e 200 di mobilità, che hanno fatto crescere il fabbisogno di quasi 20 milioni - prosegue Simoncini - Nonostante le ripetute sollecitazioni, il governo non ha risposto e noi siamo stati costretti a sospendere le autorizzazioni. E' una situazione insostenibile, che lascia senza reddito migliaia di lavoratori e rischia di determinare una forte tensione sociale. Era stato preannunciato un incontro a Palazzo Chigi tra governo, parti sociali e regioni. Ma ad oggi non risulta ancora convocato».

L'assessore ribadisce la richiesta già fatta al ministro del lavoro di sbloccare subito almeno le risorse già previste dalla legge di stabilità, che ammontano attorno a 200 milioni a livello nazionale e di cui circa 10 milioni dovrebbero essere assegnati alla Toscana. Questo potrebbe permettere di avere ancora una quota di risorse che, se sommate all'eventuale avanzo sulla spesa effettiva rispetto a quella prevista, potrebbero consentire una parziale ripresa delle autorizzazioni, anche se insufficiente a far fronte alle richieste ad oggi pervenute.

La Toscana ha infatti registrato il più forte aumento di ore di cassa integrazione rispetto all'anno scorso: +41,5%, rispetto ad un aumento del 36,5% in Piemonte e del 27% in Veneto. Nel primo trimestre 2013 sono state autorizzate dall'Inps quasi 8 milioni di ore di cassa integrazione straordinaria (Cigs), 3 milioni di Cig in deroga e 14,2 milioni di Cigo. In tutto fanno oltre 14 milioni di ore, equivalenti a 33.257 posti di lavoro a tempo pieno. I numeri confermano anche il maggior ricorso in Toscana, rispetto alla media nazionale, ai trattamenti straordinari e in deroga.

E la Toscana non è certo la Regione messa peggio: la crisi ha sprofondato in un cono d'ombra la situazione delle regioni meridionali o di alcune periferie urbane dove in alcune aree la povertà e la disoccupazione endemica sono a livelli greci, portoghesi o bulgari e mentre rimonta la protesta xenofoba contro gli immigrati che ci tolgono il lavoro e che vogliono le nostre case popolari, nessuno sembra accorgersi della nuova generazione di immigrati italiani che prima erano cervelli in fuga, ma ora sono diventate anche braccia in fuga. Con gli immigrati stranieri che ritornano se possono in Africa e con i nostri ragazzi che rivarcano le Alpi e l'Atlantico per trovare spesso la stessa "accoglienza" che noi riserviamo agli arabi, ai neri e ai romeni.

Una situazione, insomma, già oltre il limite, nonostante la buona notizia - una delle pochissime in controtendenza - dell'acquisito da parte di Gucci della Richard Ginori, che ridà speranza almeno a quei trecento lavoratori. Ma qui serve prima di tutto un governo nazionale stabile, che sappia cogliere le (pare) inversioni di tendenza in Europa rispetto all'austerità e che non giochi a spararla sempre più grossa alla Grillo, ma che faticosamente costruisca un modello di crescita economica sostenibile che faccia ripartire il Paese. Sì, una crescita sostenibile, che suonerà anche come un ossimoro o una contraddizione in termini, ma che purtroppo è l'unica strada perseguibile in quanto questo maledetto modello di sviluppo non lo si può nemmeno riconvertire se l'economia resta ferma. Siamo vicini al 25 aprile, servono nuovi partigiani, stavolta partigiani della sostenibilità ambientale e sociale. E speriamo che ci portino via da questa disperazione.

Alessandro Farulli

Partner della formazione

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