Il Movimento delle associazioni di volontariato italiano donerà quaderni e giocattoli per i bambini. C’è un popolo fantasma sulla terra, quello dei Saharawi, che dal 1975 lotta per la propria autoderminazione in un clima di sostanziale indifferenza internazionale - anche se l’Onu vi ha attivato una missione ventennale senza ottenere risultati di sorta. Quasi quaranta anni fa, il Sahara Occidentale, cioè la metà meridionale dell’odierno Marocco, fu smobilitata dalla Spagna, che l’aveva colonizzato, ma subito invasa dalle truppe marocchine che costrinsero i Saharawi ad abbandonare la propria terra, trovando rifugio nel deserto.
Il conflitto tra l’esercito marocchino e il Fronte Polisario, l’organizzazione politico-militare dei Saharawi, si è fermato nel 1991 ma la situazione può precipitare da un momento all’altro, visto che il lavoro della diplomazia non ha prodotto frutti di pace e l’area tra Mali e Mauritania è un ribollire di tensioni.
Oggi gran parte dei Saharawi vive nei campi per rifugiati allestiti in una striscia di deserto tra Algeria e Marocco, in condizioni durissime ai limiti della sopravvivenza, garantita soltanto dalla solidarietà delle organizzazioni non governative come il Modavi (Movimento delle associazioni di volontariato italiano), che si sta preparando per donare ai Saharawi materiale didattico e giocattoli per i bambini, cercando di fargli vivere un’infanzia il più normale possibile. C’è da dire che i Saharawi sono molto attenti all’educazione, obbligatoria per tutti senza distinzioni di sesso.
Per rompere la congiura del silenzio di cui sono vittime i Saharawi, il Modavi realizzerà poi un reportage che si avvale della professionalità di Fausto Biloslavo, da trenta anni giornalista di guerra, per l’occasione inviato speciale dell’ong italiana. Questo è un progetto stile 2.0, visto che si affida alla sensibilità delle persone che possono contribuire con una donazione tramite il portale Ulule.com, specializzato in quello che è chiamato “crowdfunding”. La quota da raggiungere è 3mila euro. La gara di solidarietà per i Saharawi è già iniziata e si chiude il 15 maggio.
Marco Cossu