Il governo non caccia taglialegna e coloni dalle terre indigene. Nel marzo 2012 una sentenza del giudice federale brasiliano Jirair Aram Meguerian aveva ordinato che tutti i taglialegna e i coloni che erano penetrati nelle terre ancestrali degli Awá, quella che Survival International definisce la tribù più minacciata del mondo, fossero espulsi delle autorità federali e statali entro 12 mesi. Ora Survival denuncia: «Il termine è scaduto e non una sola persona è stata sfrattata».
Il governo brasiliano ha semplicemente ignorato la scadenza d'emergenza fissata dl giudice federale e non ha mosso un dito per difendere gli Awá, un popolo in estremo pericolo di estinzione, dagli invasori che tagliano le loro foreste, occupano e coltivammo le loro terre e pascolano il loro bestiame dove prima c'era una biodiversità unica.
Per sopravvivere, gli Awá dipendono dalla foresta: la foresta fornisce loro cibo, riparo e spiritualità. Ancora oggi, circa 100 dei 450 Awá superstiti non hanno rapporti con i "bianchi" e sono particolarmente a rischio di contrarre malattie importate dagli stranieri: un comune raffreddore potrebbe ucciderli, proprio come negli anni '80, quando il piccolo popolo awá fu decimato dal contatto con gli stranieri. La morte fu portata dal progetto Gran Carajás, servito da una linea ferroviaria che attraversa il loro territorio, costruita per trasportare fino alla costa il minerale ferroso dalla miniera Carajás, la più grande del mondo con riserve per 7 miliardi di tonnellate di ferro, un progetto parzialmente finanziato dalla Banca Mondiale e dell'Unione Europea. L'arrivo di minatori e coloni portò violenza, malattie, alcoolismo sconosciuti agli indigeni e molti di loro furono brutalmente massacrati per occupare le terre ancestrali.
Circa il 30% della riserva protetta degli Awá è stato abbattuto. La foresta sta scomparendo a un ritmo più veloce che in qualsiasi altra area indigena del Brasile, dice l'Ong che difende i popoli autoctoni. Gli Awá denunciano che i taglialegna si stanno rapidamente avvicinando alle loro comunità. Pare che abbiano segnato alberi da tagliare a soli 3 km di distanza. Camion carichi di legname escono dalla zona giorno e notte e gli Indiani hanno paura ad andare a caccia nelle loro foreste.
Haikaramoka'a, un uomo Awá, ha spiegato a Survival: «I taglialegna stanno rovinando la nostra foresta. Hanno costruito delle strade. Abbiamo paura, potrebbero raggiungere i nostri parenti incontattati. Abbiamo paura perché i taglialegna potrebbero ucciderci, e potrebbero uccidere gli Indiani incontattati».
Da quando l'attore Colin Firth ha lanciato la campagna di Survival per salvare gli Awá, sono già arrivate al Ministro della Giustizia del Brasile quasi 50.000 lettere con un messaggio brevissimo ma drammatico: «Gli Awá incontattati sono in fuga per salvarsi la vita perché taglialegna, allevatori e coloni hanno invaso la loro terra. Per favore, usi tutti gli strumenti in suo potere per espellerli e tenerli lontani per sempre».
Ma, per poter sfrattare gli invasori, la Fundação nacional do indio (Funai), il dipartimento agli affari indigeni del Brasile, sta ancora aspettando il sostegno del ministero della giustizia, della polizia federale e del governo centrale.
Il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, è sempre più arrabbiato con il governo di Brasilia: «Il Brasile ha già distrutto innumerevoli tribù, sia omettendo di proteggerle sia incoraggiando attivamente lo sfruttamento delle loro terre. Per gli Awá non è ancora troppo tardi, ma presto lo sarà. Il Ministro della Giustizia ha il pieno potere di sfrattare i disboscatori, ma deve agire oggi. Se non lo farà, domani gli Awá non esisteranno più».