Il rapporto di Save the Children “Mettere fine all’esclusione invisibile” fa luce sul problema dell’istruzione a livello globale: sempre più bambini vanno a scuola, ma le disuguaglianze nell’apprendimento si trasformeranno in disparità di opportunità per il futuro. A due anni dalla scadenza degli obiettivi del Millennio, l’obiettivo è di aumentare l’accesso scolastico e la formazione di qualità per creare società più giuste, dove i diritti umani siano rispettati e la democrazia rafforzata.

 

Differenze nell’istruzione oggi diventeranno disuguaglianze di opportunità, di reddito, di ricchezza e potere domani. Anche se negli ultimi dieci anni è cresciuto l’accesso all’istruzione a livello mondiale, 61 milioni di bambini non vanno a scuola e 130 milioni che invece hanno quest’opportunità non riescono però ad acquisire adeguate competenze di base come la lettura, la scrittura e la matematica. La scarsa educazione di qualità e la scadente formazione riguarda soprattutto i più poveri e gli emarginati e si traduce in una grave forma di esclusione. La conseguenza più preoccupante di un sistema educativo ingiusto è che decine di milioni di bambini e bambine saranno privati di reali opportunità a causa del loro genere, della loro provenienza geografica, del reddito dei loro genitori. Ma soprattutto persistono disuguaglianze tra ricchi e poveri, spesso nascoste, profondamente ingiuste e dannose per la società.

Il rapporto “Mettere fine all’esclusione invisibile” di Save the Children, lanciato oggi in tutto il mondo, sottolinea che sebbene negli ultimi 15 anni il numero di bambini nelle scuole primarie sia aumentato, ci sono ancora milioni di alunni vittime di un sistema educativo che non funziona.

250 milioni di bambini in età scolare, pari al 40% del numero globale, non frequentano, hanno abbandonato la scuola oppure ci vanno ma senza riuscire realmente ad acquisire le competenze di base. Questi ultimi corrispondo a circa 130 milioni.

In Africa, solo la metà dei circa 128 milioni di bambini riesce a raggiungere una formazione scolastica di base. In Sud Africa, benché il 98% dei bambini in età scolare sia iscritto alla scuola primaria, solo il 71% di essi sa leggere. In Malawi, oltre l’80% dei bambini va a scuola, ma solo il 30% ha imparato l’aritmetica.

In molti paesi, nonostante l’impegno per migliorare o mantenere invariati i livelli di apprendimento di base, la situazione sta addirittura peggiorando. In India, ad esempio, negli ultimi 5 anni si è riscontrato un calo nel livello di apprendimento: il numero dei bambini di 10-11 anni capaci di leggere una semplice frase è diminuito del 10% e solo circa il 50% è in grado di leggere un testo semplice, mentre in aritmetica la capacità di eseguire una divisione è calata di quasi il 20%, solo il 25% dei bambini è in grado di fare le divisioni a una cifra.

I dati raccolti da Save the Children sulla disuguaglianza nei livelli di istruzione rilevano che, sebbene le discriminazioni di genere siano state ridotte in molti paesi, in parecchi casi la frequenza della scuola secondaria viene negato alle ragazze. E persistono anche forme di discriminazione che colpiscono i bambini più poveri e quelli che vivono nelle zone rurali o in aree urbane degradate.

Per quanto riguarda le disuguaglianze di genere, si sono rilevati significativi miglioramenti se si considera che il numero di paesi in cui per ogni 100 ragazzi vanno a scuola almeno 90 ragazze si è quasi dimezzato in poco più di 10 anni, passando da 33 a 17. Tuttavia in Africa, le probabilità che le giovani riescano a frequentare la scuola secondaria sono inferiori (rapporto da 8 a 10), mentre in Kenia le probabilità attuali a che questo accada sono addirittura inferiori al 1999.

Per quanto riguarda le discriminazioni che colpiscono i bambini che vivono in aree svantaggiate, il rapporto conferma che nell’Africa Orientale gli scolari che provengono da famiglie più benestanti hanno il doppio delle competenze di base in lettura e matematica rispetto a quelli più poveri. In alcuni paesi africani, il 40% dei giovani sono analfabeti anche se hanno frequentato la scuola per 5 anni. In Etiopia tra il 2002 e il 2009, il tasso di alfabetismo è crollato tra i bambini più poveri, che hanno 20 volte in meno rispetto ai più agiati la possibilità di essere alfabetizzati. In Nigeria, solo il 28% dei bambini provenienti da ambienti più poveri completano il ciclo delle elementari, contro il 90% dei bambini più ricchi. In Sud Africa, oltre la metà dei bambini poveri non riesce nemmeno ad imparare le nozioni di base, mentre il 90% dei bambini più ricchi riesce ad ottenere un buon livello di apprendimento.

Il quadro disegnato dal rapporto di Save the Children richiede risposte urgenti soprattutto in vista della scadenza nel 2015 degli obiettivi di sviluppo del Millennio. Tuttavia, nel documento si legge che alcuni miglioramenti sono possibili sia dal punto di vista dell’accesso all’educazione sia nel miglioramento dei livelli di apprendimento. In Tanzania, ad esempio, le iscrizioni alla scuola primaria sono passate dal 49% al 98% in soli 10 anni, facendo così registrare al paese il più alto tasso di alfabetismo nell’Africa del Sud-Est. La Namibia, invece, è riuscita a dimezzare in sette anni la percentuale di ragazzi tra i 10-14 che non erano capaci di leggere un testo elementare (dal 43% al 19%).

Se un bambino non va a scuola è un’ingiustizia ovvia e un grave fattore di esclusione”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “Ma sono milioni i bambini che pur andando a scuola soffrono perché non hanno una reale possibilità di imparare. Dal momento in cui stiamo definendo i prossimi obiettivi a livello globale, bisogna porre l’attenzione sull’educazione e fare in modo che nessun bambino venga escluso sia dalla scuola sia dall’apprendimento. Occorre assicurare maggiore qualità nell’istruzione e un più equo sistema scolastico per sconfiggere l’ineguaglianza di reddito e ricchezza che continua a danneggiare le società minacciando la prosperità dei paesi”.

Anche quest’anno Save the Children Italia promuove – nell’ambito della Campagna Globale per l’Educazione – la Global Action Week: una settimana di mobilitazione che si terrà dal 21 al 27 aprile in tutto il mondo e che vedrà la partecipazione, in Italia, di centinaia di studenti, studentesse e insegnanti uniti per chiedere che il diritto all’educazione di qualità sia universalmente garantito. Per raggiungere questo obiettivo la Campagna pone l’accento sulla necessità di intervenire per far fronte alla carenza di insegnanti adeguatamente formati e qualificati lanciando durante la Global Action Week un forte messaggio: Every Child Needs a Teacher!

Il rapporto completo

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