Valore Paese-dimore d’Italia è un progetto per rilanciare il territorio ideato dal demanio e da Invitalia, volto al recupero di immobili di pregio storico artistico. L’obiettivo è quello di creare una rete turistica e culturale che faccia bene al Paese e che veda la collaborazione pubblico-privata.

In tutta Italia sono circa duemila i possedimenti di pregio, non strumentali, gestiti dal demanio storico artistico: castelli, antiche dimore gentilizie, strutture storiche dismesse, conventi inutilizzati, fari e residenze marine che, insieme, contribuiscono a creare lo straordinario patrimonio culturale del nostro Paese.

Sono strutture affascinanti e suggestive, inserite in tessuti storici e paesaggistici particolari, spesso costrette a versare in condizioni di abbandono. E’ a loro che si rivolge il progetto Valore Paese – dimore d’Italia, presentato lo scorso 10 aprile a Roma. L’agenzia del demanio e Invitalia – agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – si uniscono per promuovere un approccio che guardi al patrimonio culturale come ad un volano per lo sviluppo economico e sociale del Paese.

L’idea è quella di coinvolgere le imprese nella riqualificazione e nella valorizzazione di immobili pubblici di pregio, con l’obbiettivo di costruire un network di strutture turistico-ricettive e culturali di prima qualità, un sistema alberghiero diffuso a scala nazionale, chiaramente identificabile grazie ad un brand unico e riconoscibile, che sia capace di intercettare e accogliere i flussi di domanda più sensibili alla fruizione del patrimonio culturale.

Inutile dirlo, il modello cui si guarda è quello dei Paradores spagnoli, che non dovrà, però, essere semplicemente replicato quanto piuttosto reinterpretato e plasmato sulla ricchezza culturale dei nostri territori e le capacità del nostro sistema d’offerta. L’obbiettivo è quello di costruire un sistema che possa rappresentare una vetrina del Made in Italy, uno strumento attraverso cui promuovere e valorizzare la cultura e la tradizione italiana, dall’arte alla storia, dal paesaggio all’artigianato, dalla moda all’enogastronomia. L’offerta turistica che si vuole sviluppare all’interno di questa rete di dimore, infatti, coniugherà i servizi alberghieri con una serie di servizi culturali, costruiti con la volontà di rilanciare e comunicare l’identità del territorio.

Secondo Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, un progetto di questa portata dimostrerà la capacità dei beni pubblici di andare sul mercato e servire la valorizzazione di aree importanti del nostro Paese. Uno degli elementi caratterizzanti l’iniziativa, infatti, è la collaborazione pubblico–pubblico e pubblico-privato, in vista della quale è fondamentale mettere a sistema le competenze tecnico progettuali, economico finanziarie e giuridico amministrative, nonché l’expertise consolidata dei diversi soggetti, istituzionali e non.

In questa prima fase sono state avanzate 115 proposte di immobili, di cui 63 sono state selezionate, 28 in fase di start up e 7 già avviate. Entro la fine dell’anno verranno messi in moto i primi bandi per la concessione in uso per cinquant’anni ai privati. Gli enti pubblici locali hanno tempo fino al 31 di maggio per manifestare il proprio interesse all’iniziativa e richiedere l’inserimento dei propri immobili di pregio storico, artistico e paesaggistico nel portfolio.

Il progetto mira a promuovere tanto il recupero del patrimonio, quanto una sua conservazione attiva, e vuole avviare un percorso che integri la salvaguardia delle peculiarità storico architettoniche del bene, la valorizzazione del suo valore funzionale, la promozione dei territori e del made in Italy e lo sviluppo del sistema turistico nazionale, comparto che sarà destinato ad avere un ruolo sempre più importante nell’economia del futuro.

di Elettra Chiereghin

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