Donne che aiutano le donne. A sviluppare il percorso di carriera, a fare rete con i colleghi, a migliorare le abilità di comunicazione o di gestione del personale. E’ questo, in estrema sintesi, il senso dei programmi di mentoring al femminile che si stanno diffondendo sempre più sia in ambito aziendale sia a livello associativo.

Il sistema è semplice: una persona con un’elevata seniority o competenza tecnica (il mentor) affianca, offrendo consigli e spunti di riflessione, una persona più junior (il mentee) nel suo percorso di crescita professionale. Non si tratta, dunque, di formazione nel senso classico del termine, ma della costruzione di una relazione di fiducia in cui, attraverso la condivisione della propria esperienza, il mentor indirizza il mentee in alcuni momenti della carriera.

Il fatto che le iniziative di mentoring sviluppate negli ultimi anni siano soprattutto “al femminile” non è casuale. Il rapporto donna/donna fa sì che la mentee sappia di poter contare sull’esperienza di qualcuno che, con ogni probabilità, ha dovuto affrontare difficoltà e situazioni simili alle proprie. Inoltre attraverso questa relazione si cerca di supplire almeno in part alla difficoltà, tipica di molte donne, di fare network e di individuare dei role models convincenti.

Tuttavia i programmi di mentoring aziendali, che spesso rientrano nelle attività di diversity management volte a valorizzare la crescita della popolazione femminile nelle organizzazioni, presentano un limite significativo. Poiché le due persone coinvolte operano nella stessa struttura vi è il rischio che il mentee soffra di una certa sudditanza psicologica rispetto al proprio mentor.

Così, per esempio, può essere meno disponibile ad aprirsi e a mostrare le aree di debolezza e le difficoltà. Le iniziative realizzate a livello associativo offrono, invece, il vantaggio di un contesto neutrale, in quanto chi vi partecipa proviene da aziende e realtà differenti. E’ il caso, tra gli altri, del programma firmato da PWA Milano (Professional Women’s Association),che è giunto alla 4° edizione e ha coinvolto sinora oltre 150 lavoratrici.

di Anna Zinola

twitter@annazinola

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