I dati implacabili di Caritas e Istat arrivano dopo il suicidio di Civitanova Marche e i numeri sui licenziamenti. Nei Centri di ascolto aumento dell’utenza nel 2012 rispetto al 2011: +19,8 per cento, mentre +10% degli indigenti gravi. Famiglie: a picco il potere d'acquisto, -4,8%. Per Codliretti "andrà peggio", mentre sono state raccolte 50mila firme per il Reddito minimo.

Il Paese sta danzando sul disastro economico e sociale. I dati Caritas, Istat e Coldiretti confermano la spaccatura: metà degli italiani hanno forti difficoltà ad arrivare a fine mese mentre aumenta la povertà e l'indigenza grave.


Dati Caritas

I nuovi dati dei Centri d’ascolto Caritas mostrano nel passaggio dal 2011 al 2012 il riaffacciarsi della grave indigenza e della grave marginalità. Le persone transitate nel 2012 sono aumentate del 19,8 per cento: nel 2011 sono state 31.335, mentre nel 2012 sono diventate 39.056 (sullo stesso campione di 28 diocesi italiane su 220 totali). Rispetto al 2011 gli italiani crescono del 16,7 per cento: da 28,9 a 34,7. “Il dato che emerge – spiega Walter Nanni, responsabile dell'Ufficio studi Caritas – è quello relativo alla grave indigenza, che nel 2012 arriva al 36,3 per cento, mentre nel 2011 era al 26 per cento”. “Nella precedente rilevazione – prosegue Nanni – si osservava la progressiva ‘normalizzazione sociale’ dell’utenza Caritas, oggi invece si evidenzia la grave marginalità. Il ceto medio è ancora presente ma resta stabile”.

Ecco alcune caratteristiche di chi si è rivolto alla Caritas nel 2012: il 50,1 per cento è coniugato (49,9 per cento nel 2011); il 17,6 per cento è senza fissa dimora (15,6 per cento nel 2011); il 79,4 per cento ha un domicilio (83,2 per cento nel 2011); il 17,9 per cento è occupato (21,3 per cento nel 2011); il 63,8 per cento è disoccupato (61,6 per cento nel 2011); il 5,3 per cento è pensionato (5,3 per cento nel 2011).

Questi i problemi principali degli utenti: il 32,9 per cento ha gravi problemi lavorativi (assenza di lavoro, lavoro inadeguato, nero, pericoloso); il 10,2 per cento vive gravi problemi abitativi (mancanza di casa, sotto sfratto, sovraffollamento, cattive condizioni igieniche); il 44,2 per cento ha richiesto beni materiali per la sopravvivenza (abiti, cibo, farmaci) (42,3 per cento nel 2011).

Le tipologie sociali emergenti, a forte rischio di povertà e esclusione sociale sono adulti di età compresa tra 40-50 anni, improvvisamente disoccupati dopo una vita di lavoro regolare; giovani adulti che lavorano sulla base di contratti a tempo determinato, collaborazioni occasionali , lavori stagionali, che cambiano continuamente settore di lavoro e tipo di mansione; piccoli imprenditori che devono fronteggiare bancarotta, fallimenti, difficoltà del mercato, indebitamenti, scivolamento nel credito illegale; immigrati ex-utenti Caritas che tornano in Caritas per chiedere nuovamente aiuto, dopo aver perso il lavoro a causa della crisi ed essere stati assorbiti dal mercato del lavoro nero; anziani che si fanno carico di figli e nipoti disoccupati, attingendo ai propri risparmi, vendendo l’abitazione di proprietà, accendendo finanziamenti a proprio nome.


Famiglie a picco

Tenuto conto dell'inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel 2012 e' diminuito del 4,8%. Nel quarto trimestre esso si e' ridotto dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti del quarto trimestre del 2011. Lo rileva l'Istat. Nel 2012 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici e' pari all'8,2%, con una diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Nel quarto trimestre del 2012, al netto della stagionalita', la propensione al risparmio e' pari all'8,3%, con una diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Nel 2012 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti e' diminuito del 2,1%. Nell'ultimo trimestre dell'anno esso ha registrato una riduzione dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti e del 3,2% sul quarto trimestre del 2011.


Analisi e previsioni

"Il 51 per cento delle famiglie- sottolinea la Coldiretti- dichiara di riuscire a pagare appena le spese senza potersi permettere ulteriori lussi, mentre una percentuale dell'8 per cento non ha un reddito sufficiente nemmeno per l'indispensabile. C'e' pero' anche- continua la Coldiretti- un 40 per cento di italiani che vive serenamente senza particolari affanni economici e l'1 per cento che si puo' concedere dei lussi".

"Le difficolta' familiari- sostiene Coldiretti- si trasferiscono nei consumi ed hanno anche toccato la spesa alimentare in calo del 2 per cento nel 2012. La situazione e' peggiorata nell'anno in corso con il crollo della spesa anche per i prodotti base dell'alimentazione con un taglio dei consumi in quantita' del 4,2 per cento della frutta, del 3 per cento per gli ortaggi mentre si registra un calo delle macellazioni delle carni del 7 per cento, nei primi due mesi dell'anno. A diminuire in quantita' sono stati anche gli acquisti familiari di grana padano del 7,5 per cento e parmigiano reggiano del 3,3 per cento anche per la concorrenza dei similgrana con minori garanzie qualitative ma venduti a basso costo. A variare non e' stato quindi solo il menu ma anche il livello qualitativo dei prodotti acquistati con un preoccupante forte aumento della presenza di cibi low cost che non sempre sono in grado di garantire standard di qualita' e sicurezza elevati".


Una legge per il Reddito minimo

Il reddito minimo garantito proposto nella legge di iniziativa popolare verrà presentata a Montecitorio lunedì prossimo, 15 aprile. A sostenere l’iniziativa la campagna “Approvatela” che ha raccolto oltre 50 mila firme, così come previsto dalla legge. Iniziativa che interessa, aggiunge Santini, e che raccoglie “primi risconti positivi”. All’incontro di ieri, infatti, hanno partecipato anche due deputati di Sinistra ecologia e libertà e del Partito democratico “che si sono detti disponibili a venirci ad incontrare il 15 aprile e a farsi garante di questo percorso, per lo meno per la discussione della proposta”.

La proposta di legge, denominata senza mezzi termini “Istituzione del reddito minimo garantito”, è stata preceduta da una attenta ricerca delle buone prassi europee, ma anche degli errori commessi in passato in Italia. “Abbiamo esaminato a fondo i modelli europei – spiega Santini - e abbiamo tratto ispirazione dalle migliori prassi che si riscontrano in paesi come Olanda, Francia, Germania, oppure Irlanda. Da questa osservazione abbiamo cercato di far nascere un testo che preveda un sostegno per persone disoccupate, inoccupate, in cerca di prima occupazione e altro ancora pari a 600 euro”. Una somma, specifica Santini, che risponde alle indicazioni del Parlamento europeo. Ad affiancare il sostegno economico “un pacchetto di quello che noi chiamiamo reddito indiretto – aggiunge Santini -, cioè trasporti, alloggio sociale, accesso alla cultura e alla formazione professionale. Competenze che appartengono alle Regioni ed e che dovrebbero essere inquadrate in linee guida fissate in occasione della conferenza Stato Regioni”.

Redazione (Fonte: Redattore sociale)

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