Secondo lo studio "The Economics of Desertification, Land Degradation and Drought" presentato alla seconda conferenza scientifica dell'United Nations Convention to combat desertificationlon (Unccd) in corso a Bonn «Attualmente, la comunità mondiale perde fino al 5% del suo prodotto interno lordo agricolo a causa del degrado dei suoli.
La presidente del gruppo di esperti del segretariato generale della sostenibilità dell'Onu, Tara Halonen, e il segretario esecutivo dell'Unccd, Luc Gnacadja, hanno inaugurato la sessione di apertura della conferenza tedesca alla quale partecipano più di 600 scienziati in rappresentanza di governi, organizzazioni internazionali ed Ong.
Per Gnacadja «Il business as usual non è un'opzione di lungo respiro» ed ha sottolineato che «Lo studio è la rima valutazione economica del costo della desertificazione in più di 20 anni. Dimostra che la desertificazione ed il degrado delle terre e la siccità sono degli ostacoli fondamentali che si frappongono all'ottenimento di una resilienza sociale ed ecologica, a una sicurezza alimentare mondiale e a un'attenuazione significativa della povertà. Se non agiamo, questi ostacoli resteranno il tallone di Achille dello sviluppo. Esistono importanti possibilità di azione ma, a meno di approfondire la comprensione scientifica del degrado dei suoli e della siccità, soprattutto nel contesto dell'evoluzione del clima, la comunità mondiale sarà piazzata male per lottare contro le incidenze dei cambiamenti. Continuare senza far niente non è più un'opzione»
Lo studio evidenzia che dal 4 al 12% del Pil agricolo dell'Africa va perso a causa del degrado ambientale. Il costo economico diretto del degrado dei suoli agricoli varia fortemente, andando dal 6,6% del Pil agricolo in Paraguay, al 9% in Burkina Faso ed addirittura al 24% in Guatemala.
Si tratta di un costo sociale enorme: «Nel mondo circa 870 milioni di persone soffrono la fame in maniera cronica - si legge nel rapporto - In Uzbekistan il rendimento della produzione alimentare e calato tra il 20 e il 30% sotto l'effetto del degrado dei suoli, nell'Africa Orientale circa 3,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare a causa della siccità del 2011».
L'ultima valutazione economia di questo tipo della desertificazione era stata fatta nel 1992 dal Programma Onu per l'ambiente (Unep) ed allora il costo diretto di questi fenomeni era stato valutato in 42 miliardi di dollari.
Secondo l'ex presidente della Finlandia Halonen, «L'eliminazione della povertà continuerà ad essere l'obiettivo principale della comunità internazionale. Tre temi: crescita verde, giustizia sociale e limiti dell'ambiente mondiale, dovrebbero guidare i lavori relativi agli obiettivi in materia di sviluppo sostenibile dopo il 2015. Una gestione sostenibile dei suoli, la prevenzione del loro degrado ed il loro ripristino sono dei mezzi molto efficaci e redditizi di eliminare la povertà rurale. La terra offrirà del cibo così come dei posti di lavoro e dei guadagni convenienti ai rurali. Inoltre, questa gestione è strettamente legata alla disponibilità di energie e di fonti d'acqua. L'integrazione di una gestione sostenibile dei suoli in quanto elemento essenziale delle politiche di sviluppo e della cooperazione internazionale saranno integrati dal punto di vista economico e questo contribuirà al miglioramento delle condizioni di vita in ambiente rurale ed attenuerà i problemi ambientali».