Negli ultimi tempi capita sempre più spesso di imbattersi in dati che riguardano la povertà abitativa. Un problema che si pensava superato, sulla base dell’elevato numero di persone che vivono in una casa di proprietà, ma che invece la crisi sta riportando alla ribalta e che deve essere affrontato attraverso l’uso di strumenti nuovi, tra cui il social housing, politica abitativa ancora poco diffusa nel nostro Paese, ma con un grande potenziale di aspetti virtuosi. Come dimostra Parma Social House, un ambizioso progetto di edilizia sociale che dovrebbe portare alla costruzione di 852 alloggi destinati alla vendita e alla locazione di alloggi a prezzo sostenibile.
Il progetto
Parma Social House è un progetto di edilizia sociale che mira a promuovere stili di vita basati sulla sostenibilità sociale, economica e ambientale della comunità attraverso la riqualificazione urbana e architettonica in coerenza con le indicazioni strategiche di sviluppo urbanistico della città.
Il progetto prevede la realizzazione di 852 nuovi alloggi dislocati su sette aree della città (Chiavari, Sant’Eurosia, Rossi & Catelli, Crocetta, La Spezia, Budellungo, Panocchia) per un totale di 63.000 mq di superficie. Dei 852 alloggi, 405 saranno messi in vendita a prezzo convenzionato, 182 in affitto convenzionato con previsione di riscatto all’ottavo anno, 265 in affitto a canone sostenibile (riduzione del 30% rispetto ai valori dei canoni risultanti dagli accordi territoriali per la Provincia di Parma.). Un’iniziativa importante in una città dove – così come del resto in tutto il Paese – l’espansione del mercato immobiliare precedente la crisi aveva provocato un tale aumento dei costi di locazione ed acquisto da rendere l’accesso ad un’abitazione insostenibile per una parte sempre più ampia della popolazione.
Destinatarie del progetto sono le categorie sociali cosiddette “deboli” con priorità per giovani coppie, famiglie monogenitoriali, famiglie numerose, nuclei composti da almeno un anziano di età superiore ai 70 anni, studenti. Per accedere agli alloggi sociali è richiesto che il nucleo familiare richiedente possieda un valore ISEE non superiore a € 35.000, cioè un valore superiore rispetto a quello richiesto dall’edilizia residenziale pubblica. Si tratta infatti di interventi rivolti a quei cittadini che non hanno redditi sufficienti da rivolgersi al mercato ma nemmeno così bassi da accedere all’edilizia residenziale pubblica. Quelle categorie di outsiders esclusi dalle politiche abitative tradizionali.
Oltre all’offerta di alloggi economicamente accessibili, il progetto prevede importanti interventi sociali, spazi e attività volte a stimolare stili di vita collaborativi e solidali.?Si prevedono in particolare due tipologie di servizi: di tipo residenziale e/o di riferimento all’area urbana in cui si colloca l’intervento. I primi, definiti “Servizi integrativi per l’abitare”, sono spazi destinati in modo esclusivo, o comunque prevalente, ai residenti e possono essere utilizzati per l’organizzazione di attività finalizzate a portare un beneficio riconosciuto alla comunità d’inquilini (verde comune, lavanderia d’uso condominiale, sala ricreativa per cene e incontri, laboratorio dedicato al bricolage o a corsi d’arte). La seconda tipologia viene invece definita dei “Servizi locali e urbani” e riguarda quei servizi aperti sia ai residenti che agli abitanti del quartiere finalizzati a consolidare e vivacizzare il tessuto sociale di vicinato (spazi ricreativi polifunzionali, atelier per giovani creativi, centri dedicati a bambini e genitori).
E’ inoltre prevista la costituzione di un Gestore Sociale - individuato in Parma Social House Servizi - con il compito di gestire il patrimonio immobiliare e gli aspetti finanziario-amministrativi, ma anche di prestare servizi di comunità e di vicinato puntando all’attivazione di reti relazionali e solidali basate sulla condivisione di valori, sulla partecipazione e sul senso di appartenenza.
La progettazione degli edifici è stata curata con l’obiettivo di garantire la sostenibilità ambientale e la funzionalità degli alloggi. I tagli degli alloggi, anche i più piccoli, sono stati infatti pensati per garantire elevati standard di vivibilità e flessibilità e tutti gli edifici raggiungono la classe energetica B.
Il 29 gennaio 2013 è stato pubblicato il primo avviso pubblico per assegnare 98 appartamenti a canone sostenibile nell’area Budellungo (zona semicentrale est di Parma), con un canone di locazione mensile a partire da 273 euro per i bilocali fino a 440 euro per i quadrilocali. Entro la fine del 2013/ inizio del 2014, se ne aggiungeranno altri 142 nelle zone di Sant’Eurosia e via Chiavari. Per un totale di 9 cantieri attivi e 417 appartamenti in costruzione.
Una partnership innovativa
Parma Social House è frutto di una partnership innovativa che vede la collaborazione di numerosi attori pubblici e privati. Il Comune di Parma, tramite bando pubblico, ha affidato a Parma Social House Scarl – ATI composta da imprese di costruzione e da cooperative di abitazione locali - la realizzazione di un progetto di edilizia residenziale sociale su delle aree che la Pubblica Amministrazione, grazie allo strumento urbanistico vigente, ha riservato all’Edilizia Privata Sociale. La Fondazione Housing Sociale e Finabita hanno affiancato l’ATI nella definizione e nella strutturazione del progetto. La gestione sociale è invece affidata a Parma Social House Servizi - Società Cooperativa.
Il progetto è finanziato attraverso il Fondo Parma Social House, fondo comune di investimento immobiliare chiuso riservato ad investitori qualificati destinato all'investimento nel territorio della città di Parma e gestito da Polaris Investment Italia SGR S.p.A. Tra tali investitori rientrano il Comune di Parma, che ha sostituito la consolidata logica del contributo a fondo perduto con quella dell’investimento finalizzato alla realizzazione di obiettivi sociali, Fondazione Cariparma, che ha sottoscritto quote del Fondo per 10 milioni di euro, Parma Social House Scarl, con 5 milioni di euro, Coopfond-Legacoop, 1,5 milioni, più un contributo a fondo perduto della Regione Emilia Romagna, nell’ambito del “programma di Riqualificazione Urbana per Alloggi a Canone Sostenibile – P.R.U.A.C.S.” per €. 3.061.771.13. Il Fondo è infine cofinanziato per il 40% dal Sistema Integrato dei Fondi (SIF) previsto dal Piano casa del 2009 e gestito da Cassa Depositi e Prestiti Investimenti Sgr S.p.A.
Un esempio che dimostra come grazie alla sinergia tra enti – sebbene così diversi – è possibile investire in politiche sociali, anche quando le risorse sono scarse e anche quando un settore – come quello edilizio – è drasticamente in crisi.
Riferimentidi Chiara Lodi Rizzini