Il rapporto OCSE 2012 ha evidenziato una preoccupante diminuzione dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) comune a tutti i paesi industrializzati.

In media i paesi OCSE hanno registrato un calo nello stanziamento dei fondi APS del 4% rispetto al 2011. Gli effetti della crisi economica sono ben visibili nei risultati negativi ottenuti dai paesi europei con un calo del 7,4% dell’aiuto pubblico rispetto al PIL. Il record negativo spetta alla Spagna che in un solo anno ha visto dimezzare la percentuale APS toccando quota 0,24%.

L’ambizioso obiettivo dell’0,70% di aiuto pubblico rispetto al PIL entro il 2015, stabilito dalla comunità internazionale nel quadro degli obiettivi del millennio, sembra sempre più lontano per la maggior parte dei paesi del vecchio continente. Di questo passo solo alcuni paesi europei come Finlandia, Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Svezia e Regno Unito, che a oggi riservano più dello 0,56% del PIL allo sviluppo globale, potranno centrare il risultato.

L’Italia registra anche quest’anno un dato fortemente negativo. Il nostro Paese, complice la congiuntura recessiva, ha subito una diminuzione dell’aiuto pubblico rispetto al PIL del 36% raggiungendo il fondo della classifica europea con una percentuale dello 0,13%.

Nel 2011 il nostro paese aveva ottenuto una percentuale di aiuto pubblico dello 0,20% rispetto al PIL. Un numero ancora molto lontano dall’obiettivo del millennio ma comunque meno sconfortante. Dobbiamo quindi chiederci se nel 2012 la grave crisi economica è stata l’unica artefice del calo complessivo o se bisogna imputare alla nostra classe politica una mancanza di volontà e lungimiranza.

In realtà occorre analizzare i dati dei Rapporti Ocse 2011 e 2012 più da vicino per capire che la cifra riscontrata nell’anno precedente giovava di aiuti internazionali destinati a risolvere l’emergenza rifugiati a Lampedusa. Questi fondi avendo carattere emergenziale non erano dovuti a una visione di largo respiro riguardo la cooperazione internazionale e non sono quindi indicativi di una tendenza che è stata interrotta.

Nel 2013 tutto il mondo della cooperazione auspica un cambiamento di rotta. per cercare di raggiungere gli obiettivi internazionali. Occorrerà un deciso piano di riallineamento e la necessità di credere in una visione di sviluppo globale necessaria a superare la crisi attuale.

Valentina Filigenzi- settore comunicazione VIS

Per maggiori info:

Rapporto OCSE 2012


09, aprile 2013

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