Ogni anno l’8 aprile si celebra la giornata internazionale dei Rom e dei Sinti, in ricordo del primo congresso internazionale organizzato dalle rappresentanze rom, sinte, romanichals, manouche e gitane, tenutosi a Londra l’8 Aprile del 1971, che vide nascere la Romani Union, l'organizzazione internazionale riconosciuta dall’ONU nel 1979. Durante il congresso venne anche deciso che la bandiera, a strisce orizzontali, avesse in alto il colore del cielo, l’azzurro, e in basso il colore della terra, il verde. Al centro una ruota di carro rossa, a simboleggiare il nomadismo.
In occasione della Giornata Internazionale, la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, riceve una delegazione di giovani rom: ragazzi dai 14 ai 26 anni che rappresentano l’eterogeneità delle comunità rom in Italia, tra le problematiche che vivono e i desideri che nutrono. In Italia sono stati censiti circa 170.000-180.000 rom, un numero molto esiguo se si pensa ad altri Paesi: basti pensare che in Spagna ci sono 800.000 rom e in Romania 2 milioni e mezzo. In Italia circa 1/5 vive in insediamenti, questo significa che la maggioranza dei rom vive all'interno di abitazioni convenzionali.
I problemi riguardano, soprattutto, i rom che vivono negli insediamenti, nei cosiddetti “campi nomadi”, proprio a causa di una politica fortemente discriminatoria e segregativa che ha consentito, a partire dagli anni '90, l'inizio della costruzione dei “campi nomadi” e che, di fatto, ha avviato un processo di razzismo istituzionale, che costringe queste persone a vivere a parte, ai margini delle città.
L’8 aprile vuole essere un giorno dedicato alla storia, alla cultura e alle tradizioni dei Rom e dei Sinti. Un giorno per rinnovare l'impegno civile a tutela dei diritti di un popolo perseguitato da secoli.
Noi del COSV vogliamo dedicare questa giornata soprattutto alle donne Rom, con cui stiamo lavorando in Macedonia, accompagnandole nel difficile percorso di accesso al lavoro.
Nel contesto macedone, sono le donne Rom a soffrire maggiormente della disoccupazione: l’84% di loro non ha un lavoro. Se da un lato la tradizione le vincola in un ruolo strettamente legato alla famiglia e alla comunità, limitandone l’accesso all’istruzione, dall’altro il servizio pubblico per l’impiego non ha le strutture adeguate per includerle nei programmi di accesso al lavoro. Prive di un titolo di studio ed economicamente dipendenti, le donne Rom in Macedonia non hanno le condizioni per sopravvivere al di fuori della comunità.
Con questo progetto, finanziato dall’Unione Europea, coinvolgiamo direttamente 70 donne disoccupate nella regione di Pelagonia, con incontri di formazione, percorsi di sviluppo personale e workshop sulla fiducia in se stesse e sulla loro motivazione. Sosteniamo anche gli uffici locali di mediazione, per migliorare la qualità dei servizi e l’efficacia delle attività, studiate sulle esigenze delle donne Rom.
Il percorso del COSV a supporto della comunità Rom nel Balcani è iniziato nel 2009 con il progetto “Integrazione e sostegno delle minoranze nel sud Est dei Balcani”, avviato per facilitare l’interazione tra culture in Montenegro, Macedonia e Kosovo. La comunità Rom è stata protagonista di questo percorso, fatto di attività che hanno spaziato dalla cucina alla danza, dal teatro alla fotografia, affiancate a percorsi in ambito socio-educativo.
E sono stati proprio i due ambasciatori dell’arte e della cultura Romanì nel mondo, Alexian Santino Spinelli e Esma Redzepova, gli ospiti principali del grande evento di chiusura al Teatro Nazionale di Podgorica, in Montenegro: “Celebrating Communities. Words and Sounds for Integration”.
Il lavoro di dialogo svolto nella regione, attraverso la valorizzazione e la condivisione del substrato culturale e tradizionale di ogni minoranza, ambisce ora a crescere e ad estendersi ad altri ambiti. Con questo progetto, vogliamo aprire la strada a nuovi processi inclusivi per le donne Rom nel mercato del lavoro.