5 aprile: Federsolidarietà Confcooperative scrive al MEF su aumento IVA. Guerini «Evitiamo, senza indugio, le gravi ricadute sui servizi alla persona».
«Per attuare gli orientamenti di revisione del regime IVA a livello europeo e, in particolare, delle aliquote ridotte, si propone di confermare, in via generale, un’aliquota IVA dell 4% per le prestazioni socio – sanitarie ed educative rese da cooperative, cooperative sociali e imprese sociali, abrogando i commi 488, 489 e 490 dell’art. 1 della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità 2013)».
Lo dice Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà Confcooperative che proprio oggi ha inviato il proprio contributo alla richiesta di consultazione aperta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze su due capitoli fiscali relativi allo studio sull’IVA nel settore pubblico ed esenzioni di pubblico interesse” e al progetto di revisione del sistema dell’IVA promosso dalla Commissione Europea con il Libro Bianco.
«È una misura concreta per allargare la platea delle organizzazioni soggette all’IVA, incentivando la componente imprenditoriale dell’economia sociale a livello europeo: le imprese sociali. Evitiamo, senza indugio – dice allarmato Guerini – le gravi ricadute sui servizi alle persone più fragili e bisgnose: almeno 600mila le persone che si troveranno senza servizi».
«L’impatto dell’aumento dell’IVA dal 4 al 10%, previsto a partire dal gennaio 2014, a carico delle cooperative sociali, avrà una serie di effetti deprimenti per le famiglie più indigenti, per le casse delle amministrazioni locali che dovranno corrispondere – conclude Guerini – un’Iva maggiore tagliando i servizi e le stesse cooperative sociali, senza alcun vantaggio fiscale per lo Stato».