In totale saranno finanziati 40 miliardi nei prossimi 12 mesi. Titoli di stato ad hoc solo per i crediti passati alle banche. Per la sanità confermate due tranche di rimborso (5 mld nel 2013 e 9 mld nel 2014). Per ottenere l’anticipo le Regioni dovranno presentare un piano di copertura, interessi compresi. A vigilare sarà il Mef.
LA BOZZA
IL COMUNICATO DI PALAZZO CHIGI
Semaforo verde dal Cdm al decreto per il pagamento (di una parte) dei debiti della Pa, che si salderanno con l’emissione di nuovi titoli di Stato ad hoc solo per i crediti passati alle banche e anche con un allargamento della compensazione tra debiti e crediti. È quanto prevede il Dl approvato stamani dal Consiglio dei Ministri. Saranno finanziati 40 mld nei prossimi 12 mesi. Per la sanità sono confermate due tranche di rimborso (5 mld nel 2013 e 9 mld nel 2014). Scongiurato l’anticipo dell’aumento Irpef. Il monitoraggio sarà effettuato dal ministero dell'Economia per evitare che il rapporto deficit/Pil non vada oltre il 2,9% previsto per il 2013 e per valutare eventuali scostamenti.
“Quaranta miliardi erogati nei prossimi 12 mesi alle imprese con un meccanismo chiaro, semplice e veloce" e "rispettando la soglia del debito del 3%". Così il premier Mario Monti mentre il ministro del Tesoro, Vittorio Grilli, ha annunciato che la ripartizione dei fondi avverrà a partire dal 15 maggio.
"E' arrivato il momento di voltare pagina", ha detto Monti nella conferenza stampa finale. Quello dei debiti della PA è "un caso molto emblematico di come, mentre si facevano più stretti i vincoli di obbligo disciplina, le amministrazioni avevano invece risposto con forme che hanno scaricato gli oneri sul futuro e le imprese e i cittadini", ha aggiunto Monti sottolineando in modo polemico che quell che oggi sono più critici sono gli stessi "che hanno creato il problema". Per il premier il decreto non ostacolerà il rispetto dei parametri europei: "C'è la fondata aspettativa che a maggio l'Italia sarà dichiarata uscita dalla procedura" Ue per deficit eccessivo.
“Entro il 30 di aprile - ha detto il ministro Grilli - tutte le amministrazioni dovranno farci pervenire l'elenco e la richiesta di spazio finanziario. Entro il 15 di maggio provvederemo alla ripartizione degli spazi e delle risorse finanziarie pervenute”. Per chi ha disponibilità di cassa, ha aggiunto Grilli, “le amministrazioni potranno cominciare a pagare i debiti subito dopo la pubblicazione del decreto, che immagino sarà lunedì”. “Per non ritardare nemmeno di un secondo i pagamenti, gli enti territoriali che hanno disponibilità finanziarie, possono cominciare a pagare. Ovviamente partendo dai debiti più anziani - ha specificato Grilli - : non bisogna aspettare il riparto. Chi ha disponibilità, comincia a pagare”. In ogni caso, ha precisato Grilli, dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto “il governo garantisce il pagamento di debiti per una cifra non superiore ai 2,3 miliardi”. Per questa cifra, “non sarà necessario aspettare il riparto”
Immediato allentamento del Patto di stabilità interno, creazione di un Fondo destinato al pagamento dei debiti di Regioni, Province e Comuni e Incremento delle erogazioni per rimborsi di imposta. Questi i tre capisaldi del provvedimento così come riportato nel comunicato stampa di Palazzo Chigi a cui si devono sommare le misure di semplificazione e detassazione delle cessioni dei crediti. Previsto anche l’allargamento della possibilità di compensare crediti e debiti con la PA e l’attivazione universale obbligatoria della procedura di certificazione.
Me vediamo nello specifico:
Immediato allentamento del Patto di stabilità interno.
Esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno dei pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili di parte capitale (investimenti già effettuati dalle PA) per un importo di 5 miliardi di euro per quanto riguarda gli enti locali, di 1,4 miliardi per quanto riguarda le regioni, 500 milioni per quanto riguarda le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati dai fondi strutturali europei, necessario a consentire il conseguimento dei target di spesa.
Creazione di un Fondo destinato al pagamento dei debiti di Regioni, Province e Comuni.
Si prevede l’istituzione nel bilancio dello Stato di un unico Fondo – con dotazione di 26 miliardi di euro-, articolato in tre sezioni dedicate e comunicanti tra loro, per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili rispettivamente degli enti locali (2 miliardi nel 2013 e 2 miliardi nel 2014), delle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014) e sempre delle Regioni ma per debiti sanitari (5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014).
Incremento delle erogazioni per rimborsi di imposta per 6,5 miliardi (2,5 miliardi nel 2013 e 4 miliardi nel 2014).
Il decreto delinea, altresì, specifiche procedure da seguire per ottenere i pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.
I pagamenti sono disciplinati, infatti, in relazione alle diverse tipologie di credito delle imprese nei confronti della pubblica amministazione e alla necessità di non mancare agli obiettivi di finanza pubblica, recentemente deliberati dal Parlamento, in materia di deficit e di debito.
In particolare:
-Comuni e Province, entro il prossimo 30 aprile, faranno richiesta di autorizzazione al Mef per i pagamenti da effettuare. Tali pagamenti saranno autorizzati entro il 15 maggio e finanziati con le disponibilità liquide degli enti. Entro il 15 giugno le Amministrazioni dovranno comunicare importi e tempistiche alle imprese beneficiarie dei pagamenti. Sin da subito, in attesa della citata autorizzazione, i Comuni e le Province possono, comunque, iniziare a pagare i propri debiti nel limite del 50% dei pagamenti programmati.
-Comuni, Province, Regioni e ASL, se non hanno disponibilità liquide, possono ottenere finanziamenti a valere sul Fondo. A tal fine, entro il prossimo 30 aprile faranno richiesta al Mef delle risorse necessarie per i pagamenti e dovranno ricevere entro il 15 maggio le relative ripartizioni, a valere sul Fondo.
-Entro il 31 maggio 2013 le P.A. debitrici dovranno comunicare alle imprese creditrici il piano dei pagamenti.
Per le citate procedure non sarà necessaria la richiesta di certificazione da parte delle imprese creditrici, ma sarà responsabilità diretta dell’Amministrazione identificare i soggetti creditori e gli importi da pagare.
In caso di richiesta di pagamenti per importi superiori alle disponibilità, le Amministrazioni seguiranno il criterio dell’anzianità del credito scaduto: prima i crediti non ceduti pro soluto in ordine di “anzianità”, poi i crediti ceduti pro soluto in ordine di “anzianità”.
Le Amministrazioni sono tenute a rispettare precisi obblighi a garanzia delle imprese creditrici, sia per quanto riguarda il ricorso all’anticipazione da parte del Fondo, sia per quanto riguarda l’utilizzo delle somme anticipate dal Fondo esclusivamente per il pagamento dei debiti commerciali precedenti al 31 dicembre 2012.
Al fine di garantire l’effettiva disponibilità per le imprese creditrici delle somme anticipate dal Fondo, queste non possono essere oggetto di pignoramento o altro atto esecutivo.
Le amministrazioni che si avvarranno del finanziamento del MEF sono tenute a presentare un piano di ammortamento per la restituzione dell'anticipazione ricevuta entro un periodo di durata fino a un massimo di 30 anni e a un tasso di interesse agevolato, determinato sulla base del rendimento di mercato dei BTP a 5 anni. Per le Amministrazioni che si avvarranno del finanziamento non vengono introdotti nuovi vincoli ai piani di spese, né di investimento.
A completamento del programma il decreto prevede inoltre importanti ulteriori misure che consentiranno di individuare la parte residua dei debiti commerciali scaduti e non ancora pagati e renderanno possibile, con la prossima legge di stabilità, di provvedere al pagamento, nel corso del 2014, anche di tali ulteriori debiti. In particolare, si prevedono le seguenti misure:
-Entro il prossimo 15 settembre, l’ABI dovrà predisporre l’elenco dei debiti ceduti a banche e intermediari finanziari autorizzati dalle imprese creditrici nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Sulla base di tale elenco, si potrà programmare il pagamento, nel corso del 2014, di tali crediti ceduti con titoli del debito pubblico.
-Semplificazione e detassazione delle cessioni dei crediti. Il decreto prevede che i contratti di cessione dei crediti sono esenti da imposte e tasse e ne semplifica le modalità di perfezionamento.
-Allargamento della possibilità di compensare crediti e debiti con la PA. Lapossibilità già oggi esistente di compensare crediti commerciali certificati con debiti fiscali iscritti a ruolo viene allargata a debiti fiscali conseguenti ad atti di accertamento con adesione. Viene inoltre elevata da 500.000 € a 700.000 € la soglia di compensazione tra crediti e debiti fiscali (beneficio per le imprese stimabile nel 2013 ad almeno 2 miliardi di €).
-Attivazione universale obbligatoria della procedura di certificazione. Il decreto prevede che tutte le Amministrazioni saranno obbligate a entrare nella piattaforma informatica per la certificazione costituita presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato entro 20 giorni dalla sua entrata in vigore.
-Per assicurare il completamento del processo di liquidazione di tutti i debiti commerciali ante 2012 non ancora estinti, tutte le Amministrazioni sono chiamate entro il prossimo 15 settembre alla ricognizione completa dei debiti commerciali scaduti o in scadenza accumulati ancora pendenti e a produrre, senza adempimenti o oneri per le imprese, l’elenco certificato di tutti i debiti ancora da onorare. Con la Legge di stabilità 2014 verrà programmato il completamento del processo di liquidazione prevedendo gli appositi stanziamenti.
Ma vediamo nel dettaglio (in attesa del Testo definitivo) l’articolo 3 della bozza di decreto che riguarda la sanità.
La tempisticaEntro 15 giorni dall’entrata in vigore del Dl il Mef con decreto direttoriale provvede al riparto fra le regioni dell’anticipazione di liquidità fino a concorrenza massima dell’importo di 5.000 milioni di euro. Sempre con decreto direttoriale del Mef da emanarsi entro il 30 novembre 2013, è stabilito il riparto definitivo fra le regioni dell’anticipazione di liquidità fino a concorrenza massima dell’importo di 14.000 milioni di euro.
Le regioni trasmettono al Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimenti del Tesoro e della Ragioneria Generale dello Stato, entro 15 giorni dalla data di adozione dei decreti, istanza di accesso all’anticipazione di liquidità, per l’avvio delle necessarie procedure amministrative. Il Mef, con decreto direttoriale, può attribuire alle regioni che ne abbiano fatto richiesta entro 15 giorni dall’adozione del decreto, importi superiori a quelli nei limiti delle somme già attribuite ad altre regione, ma non richieste.
I vincoli per le RegioniIn ogni caso i denari non saranno dati alle Regioni senza alcuni paletti.
All’erogazione delle somme, nei limiti delle assegnazioni, da accreditare sui conti intestati alla sanità si provvede, anche in tranche successive, a seguito:
a) della predisposizione, da parte regionale, di misure, anche legislative, idonee e congrue di copertura annuale del rimborso dell’anticipazione di liquidità, che sarà verificata dal Tavolo di verifica degli adempimenti.
b) della presentazione di un piano di pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili, cumulati alla data del 31 dicembre 2012 e comprensivi di interessi nella misura prevista dai contratti, dagli accordi di fornitura, ovvero dagli accordi transattivi, intervenuti fra le parti, ovvero, in mancanza dei predetti accordi, dalla legislazione vigente, e dettagliatamente elencati, rispetto ai quali il Tavolo di verifica degli adempimenti regionali verifica la coerenza con le somme assegnate alla singola regione in sede di riparto delle risorse.
c) della sottoscrizione di apposito contratto tra il Ministero dell’economia e delle finanze Dipartimento del Tesoro e la regione interessata nel quale sono definite le modalità di erogazione e di restituzione delle somme, comprensive di interessi e in un periodo non superiore a 30 anni, prevedendo altresì, qualora la regione non adempia nei termini ivi stabiliti al versamento delle rate di ammortamento dovute, sia le modalità di recupero delle medesime somme da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, sia l’applicazione di interessi moratori. Il tasso di interesse a carico della Regione è fissato il giorno della sottoscrizione del suddetto contratto, prendendo come riferimento il rendimento di mercato
del BTP a 3 anni in corso di emissione (nel comunicato stampa c'è scritto BTP a 5 anni).
All’atto dell’erogazione le regioni interessate provvedono inoltre all’immediata estinzione dei debiti elencati nel piano di pagamento: dell’avvenuto pagamento e dell’effettuazione delle relative registrazioni contabili la regione fornisce formale certificazione al Tavolo di verifica degli adempimenti, rilasciata dal responsabile dellagestione sanitaria accentrata,ovvero da altra persona formalmente indicata dalla Regione all’atto della presentazione dell’istanza.
A decorrere dall’anno 2013 costituisce adempimento regionale l’erogazione, da parte della regione al proprio Servizio sanitario regionale, entro la fine dell’anno, di almeno il 90% delle somme che la regione incassa nel medesimo anno dallo Stato a titolo di finanziamento del Servizio sanitario nazionale, e delle somme che la stessa regione, a valere su risorse proprie dell’anno, destina al finanziamento del proprio servizio sanitario regionale.