Siamo in pieno svolgimento del Social Forum ma si può dire tranquillamente che la scommessa delle sua buona riuscita è già vinta, perché dopo la soddisfazione di una manifestazione di apertura di oltre 30.000 persone colorata, vivacissima e davvero mondiale, i lavori del Forum che si tiene nel Campus dell'Università al Manar, si stanno svolgendo con oltre 1.400 attività, in maniera davvero intensa e appassionata. Quello che per dirla con il Comitato promotore era un Forum speciale, in un paese speciale, in un periodo speciale, non solo per la Tunisia ma per il pianeta, intitolato DIGNITA', dà sempre ragione a loro che affermano che la controrivoluzione non passerà. Perché le ragioni che nel 2011 hanno fatto del tunisino Mohammed Bouzizi un martire non solo valgono ancora oggi, ma oggi più di prima, come hanno sottolineato le donne della consulta laica di Tunisi durante i loro incontri. Tantissimi workshop dedicati ai temi più vari come ambiente, acqua, diritti di genere, al lavoro, libertà di espressione e stampa, minoranze etnico-religiose, questione israelo-palestinese.
Sul tema della migrazione fa bella figura un'iniziativa italiana dal nome «L'Europa sono anch'io» e che punta ad ottenere il diritto di voto per il migrante, la cittadinanza e la ratifica della convenzione dei Diritti dell'uomo, così come la presentazione fatta oggi da Cgil, Arcs/Arci, Fairwatch e Legambiente, di un Osservatorio italiano sul commercio internazionale con lo scopo di analizzare e denunciare lo stretto legame tra le questioni ambientali, in particolare la crisi climatica, e le politiche del commercio internazionale che sfruttano comunità e luoghi fragili, ignorando i diritti dei più poveri.
Siamo partiti per venire a questo appuntamento con ancora negli occhi le immagini del funerale partecipatissimo di Chokri Belaid, segretario generale del Partito dei patrioti democratici e membro del consiglio dei segretari del Fronte popolare, un uomo che, da Bourguiba a Ben Ali, in Tunisia si era opposto costantemente alla dittatura, ed è rimasto vittima di un omicidio politico in piena regola, maturato in quel clima di violenza liberticida, che dai palazzi del nuovo potere tunisino è stato rapidamente portato nelle strade dai nostalgici di Ben Ali e, soprattutto, dai militanti islamisti vicini al partito Ennahda. E con la notizia che da qualche settimana poi, nel contesto di crescenti tensioni politiche e violenze di strada il Ministro della giustizia egiziano annunciava una nuova bozza della Legge su Associazioni e Fondazioni Civili unita ad un nuovo disegno di legge sulle dimostrazioni che purtroppo se ratificata, criminalizzerà fortemente i movimenti di protesta pacifici.
Ma questa prima volta del Forum in un paese arabo e in Tunisia che è uno dei paesi maggiormente coinvolto dalle "rivoluzioni" arabe, in cui è in corso una difficile transizione, si sta rilevando davvero non solo un'occasione per ampliare le relazioni con le nuove esperienze di cittadinanza attiva nate qui, ma anche e soprattutto una attività di appoggio reciproco per difendere ed allargare gli spazi democratici in Tunisia, in tutta la regione mediterranea, in Europa e nel mondo.
Maurizio Gubbiotti, Coordinatore segreteria nazionale resp. dipartimento internazionale Legambiente per greenreport.it da Tunisi