Roma/Bangui, 28 marzo 2013 - Dallo scorso lunedì, le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) supportano il Bangui Community Hospital, l'unico ancora in funzione nella capitale della Repubblica Centrafricana. “I combattimenti sono iniziati venerdì 22 marzo e non abbiamo potuto fare nulla, nessuno poteva essere ricoverato in ospedale, e questa situazione è durata per un paio di giorni”, dichiara Serge Saint Louis, capo missione di MSF a Bangui. “Lunedì 25 marzo, abbiamo portato del materiale sanitario e farmaci all’ospedale, che ha pochissime forniture”. 

Fino a lunedì, la maggior parte dei feriti presenti nell’ospedale locale era stata colpita da armi da fuoco. Da martedì, l’equipe di MSF ha assistito a un più alto numero di infortuni dovuti a incidenti stradali, che non da ferite d’arma da fuoco. Tra il 22 e il 26 marzo, 173 feriti sono stati ricoverati nell’ospedale locale, 6 dei quali sono stati operati, mentre 55 pazienti ricoverati sono in attesa di intervento chirurgico. L’equipe ha assistito al decesso di 5 persone all’interno della struttura, mentre sono stati 23 i corpi portati all'obitorio dell'ospedale. 

L'ospedale civile e militare in cui MSF sta lavorando è attualmente sorvegliato da Seleka, che garantisce la sicurezza nella struttura e nel quartiere. “La nostra priorità per i prossimi giorni è avviare gli interventi chirurgici e monitorare i pazienti nel reparto post-operatorio. Un’equipe chirurgica arrivata giovedì supporterà la sala operatoria”. 

La situazione della sicurezza a Bangui migliora gradualmente
Le équipe di MSF hanno cominciato a spostarsi in città mercoledì e hanno notato che la presenza militare è diminuita, ma che le forze di Seleka continuano a occupare le rotatorie e le strade principali della città. “Si sentono meno spari per le strade. La situazione sembra migliorare. Da ieri, la gente ha iniziato a uscire in strada. In alcune zone, hanno riaperto bancarelle e piccoli mercati, permettendo così il rifornimento di alimenti freschi e beni di prima necessità. Tuttavia, i prezzi sono raddoppiati”. I grandi magazzini, i supermercati e le stazioni di servizio nel centro della città sono ancora chiusi, anche quelli che non sono stati saccheggiati. L'insicurezza rimane un problema dopo il tramonto, la gente ha paura e non osa uscire per le strade dopo le sette di sera. 

Necessità di acqua ed elettricità a Bangui
La mancanza di acqua e di energia elettrica nelle strutture sanitarie non permette di curare i feriti in modo corretto. “L'urgenza ora è l’acqua. La preoccupazione per noi è che l'acqua non sia ancora stata ripristinata. Siamo in una città senza acqua e l'elettricità è irregolare, e ciò impedisce agli ospedali e ai centri sanitari di lavorare correttamente”. 

Gli altri progetti sono limitati nel resto del Paese
I progetti di MSF a Paoua e Carnot sono operativi, ma in modo limitato. Tutte le attività esterne presso i centri sanitari sono state al momento sospese. Le équipe non sono state ridotte, ma MSF prevede che Seleka prenderà presto il controllo della città di Paoua, nel nord-ovest del Paese. La situazione a Carnot, nel sud-ovest del Paese, per il momento è invece ancora tranquilla. 

MSF assiste la popolazione della Repubblica Centrafricana dal 1996. MSF ha circa 80 operatori internazionali che lavorano in 5 delle 17 prefetture del Paese. 

Medici Senza Frontiere, nata nel 1971, è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie. www.medicisenzafrontiere.it; Facebook.com/msf.italiano; Twitter: @MSF_Italia  APP  per Smartphone "MSF - Senza mai restare a guardare" http://app.msf.it

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