Che esista nel mondo una ricerca sul campo di nuovi modi per pensare alla possibilità di superare il capitalismo è cosa nota e più esplicita rispetto a qualche anno fa. Solo il 2012 ha registrato rivolte studentesche in Cile, Messico, Québec, grandi proteste contro l’austerity in Spagna, Grecia, Portogallo, quelle di Pussy Riot in Russia e delle donne in India, e il «ritorno» degli zapatisti in dicembre. Lotte che non cercano unità, ma la risonanza tra loro e con ribellioni come quelle di Occupy, degli indignados e della Primavera araba.

Il Forum sociale mondiale 2013, a Tunisi dal 26 al 30 marzo, nonostante i suoi limiti e nostante abbia perso le attenzioni con cui venivano seguite le precedenti edizioni, resta un osservatorio utile per capire qualcosa in più sulle società in movimento. Tra le altre cose, l’edizione 2013 è la prima volta di Occupy e degli «indignados». Migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, soprattutto dall’area mediterranea, sono iscritte e seguono i numerosi seminari, workshop, l’assemblea dei movimenti sociali, il Forum acqua o il Forum grandi opere. Sarà anche dedicata una specifica attenzione alle situazioni in Siria, in Tunisia e alla questione palestinese. E sarà importante capire come i movimenti guardano a Bali, dove la Wto si riunisce in dicembre per forzare un pacchetto di liberalizzazioni che cercano di regalare alle corporations acqua, agricoltura, tecnologie, strumenti contro il climate change. A Tunisi ci sono oltre 150 delegati di 100 organizzazioni che dall’Indonesia al resto del sud est asiatico invitano i movimenti a fare di Bali la nuova Seattle.

Comune-info dedica al Forum uno spazio particolare per raccogliere esperienze e punti di vista, per scavare oltre la retorica sulla Primavera araba e per guardare il mondo oltre le «illuminazioni» di alcuni. A collaborare con Comune-info sono per lo più donne (con il coordinamento di Monica Di Sisto, Comune-info/Fairwatch), un buon modo per leggere le cose in modo diverso e più profondo.

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