Oggi (27 marzo 2013) la Commissione europea, adottando un Libro verde che avvia una consultazione pubblica, ha compiuto il primo passo verso l'istituzione di un quadro strategico dell'Ue per le politiche riguardanti i cambiamenti climatici e energia da oggi al 2030. La consultazione resterà aperta fino al 2 luglio. Entro la fine di quest'anno, sulla base delle opinioni espresse da Stati membri, istituzioni europee e portatori di interesse, la Commissione intende proporre un quadro strategico per il 2030 in materia di clima ed energia.
La Commissione ha anche pubblicato una comunicazione consultiva sul futuro del controverso Carbon capture and storage (Ccs) nell'Ue, «Al fine di avviare un dibattito sulle opzioni disponibili per garantirne uno sviluppo tempestivo». La comunicazione consultiva individua gli ostacoli che hanno impedito alle tecnologie Ccs di svilupparsi al ritmo previsto nel 2007. «Ad esempio - dice la Commissione - a causa del livello molto inferiore dei prezzi del sistema comunitario di scambi di emissioni rispetto alle aspettative iniziali, gli operatori economici non hanno alcun incentivo ad investire in tecnologie Ccs. La comunicazione prende in esame le possibili opzioni per promuovere più efficacemente una tempestiva dimostrazione e diffusione delle tecnologie CCS, e invita a presentare osservazioni sul ruolo di queste tecnologie in Europa. Le risposte alla consultazione contribuiranno al lavoro svolto dalla Commissione per la definizione del quadro strategico per il 2030».
Secondo il commissario Ue all'Energia, Günther Oettinger, «È necessario definire il più rapidamente possibile il quadro strategico per le nostre politiche in materia di clima ed energia da oggi al 2030, in modo da garantire investimenti adeguati per una crescita sostenibile, prezzi competitivi e accessibili per l'energia e una maggiore sicurezza energetica. Il nuovo quadro strategico deve tenere conto delle conseguenze della crisi economica ed essere anche sufficientemente ambizioso per realizzare l'obiettivo a lungo termine di ridurre le emissioni dell'80-95% entro il 2050».
Il Libro verde solleva una serie di domande, «Fare chiarezza in questo ambito - evidenzia la Commissione - contribuirà a dare certezze agli investitori e a stimolare l'innovazione e la domanda di tecnologie a basse emissioni di carbonio, sostenendo in tal modo gli sforzi per costruire un'economia europea più competitiva, sostenibile e sicura in materia di energia. Il quadro strategico per il 2030 si avvarrà dell'esperienza e degli insegnamenti tratti dal precedente quadro per il 2020, indicando dove sia possibile apportare miglioramenti. Contemporaneamente, la Commissione prenderà in considerazione i cambiamenti avvenuti dal 2020, quali ad esempio quelli nel sistema energetico e nell'economia, nonché gli sviluppi della situazione internazionale.
La commissaria Ue all'Azione per il clima, Connie Hedegaard, ha sottolineato che «La dipendenza dell'Europa dai combustibili fossili provenienti dai paesi terzi aumenta ogni giorno determinando fatture energetiche sempre più care per i cittadini europei. Tutto ciò non è affatto positivo. Non è positivo per il clima ma non lo è neanche per la nostra economia e la nostra competitività. Per queste ragioni abbiamo deciso che per il 2050 auspichiamo una società europea a basse emissioni di carbonio. Abbiamo stabilito degli obiettivi per il 2020, ma per la maggior parte degli investitori il 2020 è già alle porte. È arrivato il momento di stabilire gli obiettivi per il 2030. Prima lo facciamo, maggiore sicurezza offriamo alle nostre imprese e ai nostri investitori. Più ambiziosi saranno questi obiettivi, maggiori saranno i benefici per il clima».
La Commissione europea correda l'adozione del Libro Verde con una serie di domande per facilitare le consultazioni e le osservazioni.
Quali sono i principali obiettivi del quadro? Gli obiettivi principali consistono nel ridurre le emissioni di gas a effetto serra, garantire l'approvvigionamento energetico e sostenere la crescita, la competitività e l'occupazione tramite un approccio fondato sull'alta tecnologia ed efficiente in termini di costi.
Cosa è cambiato da quando sono stati fissati gli obiettivi per il 2020? Tra i principali cambiamenti vanno sottolineati quelli in campo economico, gli sviluppi tecnologici che hanno condotto alla produzione di nuovi tipi di energia, l'evoluzione dei prezzi e i progressi nel settore della ricerca.
Perché è importante raggiungere al più presto un accordo sul quadro 2030 per le politiche climatiche ed energetiche? In primo luogo, cicli di investimento lunghi implicano che le infrastrutture finanziate a breve termine esisteranno ancora nel 2030 e oltre. Gli investitori hanno dunque bisogno di certezze quanto alle politiche e agli obiettivi che saranno applicati. In secondo luogo, il fatto di precisare gli obiettivi per il 2030 faciliterà l'avanzamento verso un'economia competitiva e un sistema energetico affidabile creando una maggiore domanda di tecnologie efficienti e a basse emissioni di carbonio e incentivando la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, che possono creare nuove opportunità di crescita e di occupazione. In terzo luogo, entro la fine del 2015 è prevista la conclusione di un accordo internazionale sui cambiamenti climatici. Prima di tale data l'UE dovrà raggiungere un consenso su una serie di questioni, in particolare il proprio livello di ambizione per il 2030, al fine di collaborare attivamente con altri paesi.
Quali sono gli obiettivi climatici ed energetici dell'Ue per il 2020? L'attuale quadro politico si fonda su tre obiettivi principali da raggiungere nell'UE entro il 2020: una riduzione del 20% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto al livello del 1990; una quota del 20% di fonti energetiche rinnovabili nel totale di energia utilizzata; un risparmio del 20% nel consumo di energia primaria (rispetto alle proiezioni elaborate prima dell'accordo sugli obiettivi climatici ed energetici per il 2020).
Cosa è già stato realizzato con riguardo a tali obiettivi? Si calcola che nel 2011 le emissioni di gas a effetto serra siano state inferiori del 16% rispetto ai livelli del 1990, mentre a partire dal 1990 il PIL è aumentato del 48%. Nel 2010 la quota di energie rinnovabili nel consumo globale di energia è stata del 12,7%, rispetto all'8,5 % nel 2005. Il consumo di energia primaria ha raggiunto il culmine nel 2005/2006 con circa 1 825 milioni di tonnellate di equivalente petrolio (Mtep), per poi diminuire leggermente fino a raggiungere 1 730 Mtep nel 2011.
Quali sono i temi principali di questa consultazione?Il Libro verde avvia una consultazione su una serie di temi importanti per il quadro 2030, tra cui in particolare: Quali insegnamenti si possono trarre dall'esperienza acquisita con il quadro attuale? Quali obiettivi potrebbero essere fissati per il 2030 in materia di clima ed energia? Come può essere garantita la coerenza tra i diversi strumenti politici? Come possono essere definite in modo ottimale le politiche in grado di contribuire alla competitività dell'Ue e alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico? In che modo si può tener conto delle diverse capacità di intervento degli Stati membri?
Quali sono i risultati principali per il 2030 della tabella di marcia per l'energia fino al 2050 e di quella verso un'economia a basse emissioni di carbonio fino al 2050? Gli scenari presentati dalla tabella di marcia per l'energia fino al 2050 e quella verso un'economia a basse emissioni di carbonio fino al 2050 indicano che: le emissioni di gas a effetto serra dell'Unione dovranno essere ridotte del 40% rispetto ai livelli del 1990 per poter conseguire una riduzione dell'80-95% entro il 2050, coerente con le riduzioni che devono essere realizzate collettivamente dai paesi industrializzati per raggiungere l'obiettivo concordato a livello internazionale di limitare il riscaldamento globale a 2 ºC; l'aumento della quota di energie rinnovabili, il rafforzamento dell'efficienza energetica e lo sviluppo di infrastrutture energetiche migliori e più intelligenti sono opzioni comunque utili per trasformare il sistema energetico dell'Unione; da qui al 2030 è previsto un aumento dei prezzi dell'energia, indipendentemente dal fatto che si proceda o meno a una decarbonizzazione significativa del sistema energetico; ciò si deve in gran parte ad investimenti in tale sistema che sarebbero comunque necessari.