Sembra che la situazione a Bangui sia migliorata. In alcune zone della città è tornata l'elettricità. Ouango, il quartiere dove si trova il centro Saint Joseph, è invece ancora al buio e rimane una delle zone più colpite dalla coalizione ribelle. Il centro è stato risparmiato dalle razzie: né militari né ribelli sono entrati e nella notte si è sentito solo qualche sparo isolato, ma più a causa di militari ubriachi che di tafferugli.

I magazzini della città sono stati quasi svuotati, ma i militari sono intervenuti per cercare di porre fine ai saccheggi e preservare un po’ di scorte.

A Zongo, dall’altra parte dell’Ubangi, la situazione è abbastanza tranquilla, le scorte scarseggiano, ma al mercato si trovano ancora beni di prima necessità. All’ospedale c’è ancora acqua grazie al pozzo e alla cisterna sopraelevata che è stata costruita insieme all’ospedale.

Critica invece è la situazione riguardo ai farmaci, mentre il centro chirurgico sta lavorando a pieno ritmo. I colleghi di Medici senza Frontiere non sono ancora arrivati a Zongo, ma speriamo che possano aiutarci con i rifornimenti.

In questi 2 giorni sono state curate circa 20 persone, tra cui diversi militari fuggiti da Bangui via fiume a nuoto. Sono diverse anche le donne, tra cui alcune incinte che sono a rischio a causa della situazione e della paura. I profughi arrivati fin'ora in Repubblica Democratica del Congo (RDC) al campo dell'UNHCR a Orobe (30 km da Zongo) sono già 500.

Aggiornamento del 27/03 da Soleterre

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