Voluta dall'Onu ogni 21 marzo per favorire la cultura del rispetto e dell'integrazione.
Marotta (COIN): «In Italia 28 mila down con difficoltà di integrazione lavorativa»
Roma, 21 marzo 2013 - «Chi lavora a stretto contatto con disabili e persone affette da sindrome di Down sa quanto siano utili giornate come quella di oggi, un appuntamento internazionale che accenda, almeno una volta all'anno, i riflettori sul questo complesso angolo di mondo. Negli anni questo tipo di iniziative hanno contribuito a spostare l'attenzione della medicina e della società sulle persone down, consentendo loro non solo di poter allungare l'aspettativa di vita oltre i 60 anni, ma anche di vivere lavorando, completamente integrati nella società». In questo modo Maurizio Marotta, presidente del consorzio sociale COIN che gestisce il Contact center integrato di INAIL Superabile, auspica il successo della ottava Giornata mondiale sulla sindrome di down, che l'Onu ha fissato il 21 marzo di ogni anno, per creare una nuova cultura della diversità e per promuovere il rispetto e l’integrazione nella società di tutte le persone con sindrome di Down. La scelta della data 21 marzo non è del resto casuale: la sindrome, detta anche Trisomia 21, è caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più – tre invece di due – nella coppia cromosomica numero 21 all’interno delle cellule.
«Oggi in Italia vi sono circa 28.000 persone down che risentono delle gravi difficoltà economiche che hanno rallentato il processo di integrazione lavorativa e di piena emancipazione. Senza un lavoro è difficile poter programmare il proprio futuro con una certa autonomia dalla famiglia e in ogni caso – conclude Marotta – restano latenti le preoccupazioni su possibili interventi della spending review tesi anche a ridurre le prestazioni sociali e sanitarie».
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