Un nuovo sistema di incentivo per la riqualificazione energetica che consenta di
dimezzare i consumi negli edifici condominiali. E’ la proposta presentata da
Legambiente nell’ambito del convegno Efficienza energetica in edilizia
organizzato oggi a Roma dall’associazione ambientalista e da
AzzeroCo2.
L’incontro - a cui hanno partecipato, tra gli altri, Emilio
Dalmonte (Vicedirettore rappresentanza in Italia della Commissione Europea),
Mario Gamberale (AD AzzeroCO2), Chiara Wolter (Istituto di ricerche Ambiente
Italia), Edoardo Zanchini (Vicepresidente Legambiente), Luciano Barra (Ministero
dello Sviluppo economico), Virginia Cinquemani (BRE centre), Moulay El Akkiuoi
(Segretario generale FILLEA Cgil), Monica Frassoni (Presidente European Alliance
to Save Energy, EASE), Leopoldo Freyrie (Presidente Consiglio nazionale
architetti), Antonio Gennari (Vice direttore Ance), Carlo Manna (Enea), Gianni
Silvestrini (Coordinamento FREE), Francesco Ferrante (vicepresidente Kyoto
Club), Beppe Gamba (Presidente AzzeroCO2) - è stata l’occasione per fare il
punto sugli obiettivi delle direttive europee in materia di efficienza,
analizzare le prospettive e i limiti degli strumenti vigenti, quindi avanzare e
valutare proposte per una riqualificazione diffusa del patrimonio edilizio
italiano.
Alla luce della situazione attuale, e dai risultati degli
strumenti in vigore emerge, secondo Legambiente, la necessità di nuove politiche
che inneschino uno scenario diffuso di riqualificazione energetica in edilizia.
Con un occhio in particolare per gli edifici condominiali, dove vivono circa 24
milioni di persone in Italia e dove molto spesso i consumi energetici sono più
alti della già elevata media nazionale, in particolare se costruiti dopo gli
anni 50. Secondo le stime di Istat e Cresme, sono infatti oltre un milione gli
edifici con più di cinque alloggi nei quali vi è una gestione condominiale. E,
purtroppo per chi ci abita, le speranze di ridurre la spesa per la bolletta
energetica sono pochissime, visto che gli strumenti in vigore risultano
inefficaci e spesso impossibili da applicare.
Ecco perché, ha spiegato il
vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini, “occorre introdurre un nuovo
sistema di incentivi che si applichi allo specifico dei condomini, se si vuole
offrire una possibilità reale di riduzione della spesa energetica alle famiglie
e, al contempo, aggredire la parte più consistente dei consumi energetici che
provengono dall'edilizia”. Il modello a cui guardare è quello del Green Deal
introdotto nel Regno Unito, che permette di realizzare interventi a costo zero
per le famiglie perché si ripagano con il risparmio realizzato nei consumi. A
realizzare questi interventi in Italia, nella proposta di Legambiente, sarebbero
Esco e imprese di costruzioni, che potrebbero vedere da questo scenario una via
di uscita dalla crisi del settore.
Nel corso del convegno è stata
presentata una ricerca realizzata dall’Istituto di ricerca Ambiente Italia “Lo
scenario dell'efficienza energetica in edilizia. L'utilizzo dei Titoli di
efficienza e delle ESCO per la riqualificazione dei complessi edilizi”, che ha
messo in evidenza i risultati prodotti dagli incentivi per l’efficienza
energetica in Italia ma anche i limiti. A partire dal 1998 attraverso le
detrazioni fiscali (36-41%) sugli interventi di ristrutturazione edilizia sono
stati effettuati complessivamente interventi su oltre 5,5 milioni di abitazioni,
senza però alcun vincolo di tipo energetico. Nel 2007 sono state introdotte
detrazioni pari al 55% per interventi di efficienza di energetica in edilizia
che hanno mosso oltre 1,6 milioni di interventi: sostituzione di infissi,
caldaie, pannelli solari termici, pompe di calore. Ma occorre fare di più,
perché se le detrazioni del 55% sono state senza dubbio lo strumento di maggiore
successo, oltre a scadere a giugno 2013, non sono legate a risparmi reali e
presuppongono redditi da detrarre, quindi comportano difficoltà per molte
famiglie, in particolare in un periodo di recessione. Il sistema di incentivo
legato ai Titoli di efficienza energetica (TEE) ha mosso pochissimi interventi
di riqualificazione in edilizia ed è sostanzialmente fallito rispetto al ruolo
delle ESCO in edilizia. L’ultimo sistema introdotto, il conto energia termico,
finanziato attraverso le bollette del gas, prevede invece incentivi per gli
interventi di efficienza energetica dell’involucro per i soli edifici pubblici,
ma non è basato sul risparmio ottenuto bensì sul costo dell’intervento e
presenta dei limiti di attuazione legati al patto di stabilità e alle difficoltà
degli enti locali di reperire risorse.
“Gli spazi di intervento per
rendere i nostri edifici energeticamente più efficienti - ha dichiarato Beppe
Gamba, presidente di AzzeroCO2 - sono assai ampi, come dimostrano tutti gli
studi conosciuti. Gli ostacoli economici che oggi le famiglie hanno a realizzare
interventi di questo tipo possono essere superati (creando anche buona
occupazione) con l'intervento diffuso delle Energy Service Company (ESCo) che
investono in proprio e recuperano l'investimento con il risparmio realizzato in
bolletta. Ma perché questo meccanismo virtuoso possa diffondersi occorrono nuovi
strumenti, come quelli che raccontiamo oggi, e un Fondo di Garanzia per il
credito alle imprese. Confidiamo che nel nuovo Parlamento si possano affrontare
in modo costruttivo questi temi”.
“Nel 2013 - ha proseguito Zanchini -
qualsiasi politica deve tenere conto della difficilissima fase di recessione che
sta attraversando il Paese, le difficoltà delle famiglie di finanziare
interventi, la drammatica crisi che sta vivendo il sistema delle imprese delle
costruzioni. Per questo nella nostra proposta si vuole far corrispondere ai
vantaggi economici e fiscali un risparmio energetico reale, certificato, in modo
da spingere il miglioramento delle prestazioni e garantire un vantaggio alle
famiglie. Inoltre si vuole spingere gli interventi sull’isolamento termico degli
edifici, per ridurre i fabbisogni energetici per riscaldamento e raffrescamento,
muovere così la riqualificazione del patrimonio edilizio. Infine, si vuole
valorizzare il ruolo delle società di servizi energetici per riuscire a mettere
a sistema la realizzazione degli interventi, la certificazione dei risultati e
la successiva gestione degli impianti”.
Una riduzione media del cinquanta
per cento dei consumi delle abitazioni, certificata dal salto di classe
energetica, è l’obiettivo posto da Legambiente con la sua proposta per la
riqualificazione energetica di complessi edilizi residenziali con almeno 5
alloggi attraverso l’utilizzo dei titoli di efficienza energetica e delle ESCO.
L’idea è quella di una nuova scheda da introdurre nel sistema dei titoli di
efficienza energetica (TEE), basata sui valori derivanti dalla certificazione
energetica delle abitazioni prima e dopo l’intervento e che premierebbe la
riqualificazione globale dell’edificio. Gli interventi di miglioramento delle
prestazioni energetiche - operazioni di retrofit delle pareti e di sostituzione
di materiali e impianti - saranno realizzati da Esco, in accordo con le imprese
di costruzioni, che si impegnano a garantire il raggiungimento dei risultati di
riduzione dei consumi energetici attraverso la certificazione energetica di
tutti gli alloggi coinvolti. Sulla base di una simulazione effettuata su edifici
condominiali a Milano, Roma e Bari il rientro medio attraverso gli incentivi
varia in un range del 31-36%, a cui aggiungere il vantaggio legato proprio al
meccanismo delle ESCO e dunque alla possibilità di legare agli interventi dei
contratti di gestione del riscaldamento condominiale, per il cofinanziamento
degli interventi. Gli inquilini beneficerebbero da subito di una riduzione in
bolletta e del migliore comfort estivo e invernale. E, a seconda dell’intervento
e del contributo, avrebbero una riduzione delle bollette per il riscaldamento
circa del 50% entro un massimo di 11 anni per una cifra che varia tra gli 800 e
i 1300 euro l’anno.
Dai calcoli l’intervento su 200mila alloggi all’anno
(14mila condomini circa) metterebbe in moto investimenti per 3miliardi di euro,
creando almeno 120 mila nuovi posti di lavoro per tutto il periodo 2014-2020.
Legambiente punta a costruire un’alleanza con il mondo delle costruzioni e del
lavoro, per fare della riqualificazione del patrimonio edilizio italiano il
campo di intervento e di sperimentazione dei prossimi anni e uscire così dalla
crisi economica, ambientale sociale.