Le associazioni del mondo ambientalista e dell'agricoltura biologica scrivono al Governo in occasione del Consiglio Europeo che si svolge in questi giorni che dovrà definire la riforma della PAC 2014 - 2020.

La riforma della Politica Agricola Comune dell'Europa entra nella fase finale e decisiva. Dopo il voto al Parlamento Europeo della settimana scorsa, la riforma inizia la discussione nel Consiglio Europeo per definire le posizioni dei Governi dei 27 Stati membri della UE in vista del negoziato finale a tre ,Commissione, Parlamento, Consiglio. Sarà questo uno degli ultimi atti ufficiali del Governo Monti e del suo Ministro dell'Agricoltura, Mario Catania, a cui spetta la responsabilità di assumere decisioni cruciali per il futuro della nostra agricoltura. La proposta uscita dal Parlamento non è ciò che serve per sostenere adeguatamente sistemi agricoli in grado di produrre cibo sano, natura, paesaggio ed occupazione per i giovani.

Il cartello verde delle 14 Associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica riconoscono che il Parlamento è riuscito a bloccare alcuni dei numerosi emendamenti dannosi approvati dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo frutto anche del lavoro di tante Associazioni come le nostre, che a livello europeo, si sono impegnate in iniziative importanti come la petizione sottoscritta in pochissimi giorni da 100.000 cittadini che hanno voluto far sentire la loro voce al Parlamento Europeo. Ma la proposta votata dal Parlamento è ancora molto annacquata e di fatto continua a premiare vecchie posizioni di rendita. Per Maria Grazia Mammuccini, portavoce delle 14 Associazioni "Adesso per salvare la riforma della Politica Agricola Comune rivolgiamo un appello al Governo Italiano affinché, nel rappresentare il nostro paese nel Consiglio Europeo di oggi, tenga conto di queste richieste e sostenga il reale interesse della collettività, per un'autentica riforma "verde" della PAC in grado di riconciliare economia ed ecologia"

In particolare il Tavolo chiede al Governo italiano di sostenere una serie di obiettivi ancora in discussione a Bruxelles, tra cui misure minime per un greening efficace, come l'obbligo delle rotazioni colturali, del mantenimento dei pascoli e delle aree di interesse ecologico, e la riduzione del tetto massimo ai pagamenti aziendali (da 300 a 100.000 euro) in modo da assicurare risorse sufficienti per le piccole aziende multifunzionali, che sono il tessuto predominante e più vitale dell'agricoltura italiana ed europea Ormai è chiaro infatti che le aziende agricole che reggono meglio l'impatto della crisi sono le aziende biologiche e multifunzionali, che realizzano attività innovative con modelli di produzione e consumo basati sulla sostenibilità ambientale, in grado di garantire efficienza economica, equità sociale, tutela e valorizzazione delle risorse naturali e del paesaggio. Invece, fino ad oggi, la maggior parte dei sussidi della Politica Agricola Comune sono stati distribuiti tra gli agricoltori in modo diseguale a favore delle produzioni intensive ad alto impatto ambientale negativo, senza garantire la sostenibilità economica delle imprese e l'occupazione.

Servono decisioni responsabili e lungimiranti per un cambiamento reale in grado di assicurare che con i fondi pubblici siano premiate le aziende agricole più virtuose, che producono maggiori benefici per la società, cibo sano, tutela dell'ambiente e della biodiversità, manutenzione del territorio, salvaguardia del paesaggio, mitigazione dei cambiamenti climatici e creano lavoro per i giovani dando un contributo fondamentale al superamento della crisi economica. Al Presidente Monti e al Ministro dell'Agricoltura Catania le 14 Associazioni ricordano che i cittadini europei si aspettano una vera riforma della Politica Agricola Comune in grado di favorire questo tipo di agricoltura.

di Tommaso Tautonico

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