Rapporto Unicef 2 milioni di bambini vittime della guerra civile
A
due anni dall'inizio della guerra civile in Siria, l'Unicef ha
pubblicato il rapporto "Syria's Children: A Lost Generation?" che scatta
una tragica foto di una generazione alla quale sembra essere stata
tolta ogni speranza di futuro, ma anche le cifre di un immenso impegno
umanitario per l'infanzia siriana
Secondo l'Unicef «La violenza
incessante, i massicci spostamenti di popolazione e i danni alle
infrastrutture e ai servizi essenziali causati dal conflitto siriano
rischiano di lasciare un'intera generazione di bambini segnata per tutta
la vita». Sono infatti proprio i bambini a pagare il prezzo più alto
delle violenze: «Oltre 2 milioni di essi sono colpiti dal conflitto; di
questi più di 1.800.000 all'interno dei confini siriani e oltre 500.000
rifugiatisi in Libano, Giordania, Iraq, Turchia ed Egitto». L'Unhcr,
l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, avverte però che la situazione
sta peggiorando rapidamente: «Il numero dei profughi è in costante
aumento, e ha superato quota un milione nella prima settimana di marzo
del 2013, in coincidenza con la conclusione del secondo anno di guerra».
Il
direttore dell'Unicef, Anthony Lake, lancia un drammatico appello:
«Milioni di bambini all'interno della Siria e in tutta la regione sono
testimoni della scomparsa del loro passato e del loro futuro a causa
delle macerie e della distruzione di un conflitto prolungato. Il rischio
che diventino una generazione perduta cresce ogni giorno».
"Syria's
Children: A Lost Generation?" sottolinea che «Nelle zone in cui i
combattimenti sono stati più intensi, l'accesso all'acqua è diminuito di
due terzi con conseguente aumento di malattie respiratorie e della
pelle, mentre una scuola su cinque è stata distrutta, lesionata o
adibita a ricovero per le famiglie sfollate».
Almeno 2.400 scuole
sono state danneggiate o distrutte (di queste 772 soltanto a Idlib, il
50% del totale, 300 ad Aleppo ed altre 300 a Deraa) e più di 1.500
scuole sono state utilizzate come rifugi per persone sfollate Più di 110
insegnanti e altro personale scolastico sono stati uccisi e molti altri
non stanno più andando al lavoro. A Idlib, ad esempio la presenza degli
insegnanti è inferiore al 55%. Ad Aleppo, il tasso di frequenza dei
bambini è sceso del 6% e alcune scuole sono state usate dalle forze
armate e da gruppi coinvolti nel conflitto. Le classi che funzionano
ancora sono composte in alcuni casi da oltre 100 alunni.
Nelle
città in cui il conflitto è stato più intenso, alcuni bambini hanno già
perso quasi due anni di scuola. «Il sistema scolastico in Siria è scosso
dall'impatto delle violenze - ha detto Youssouf Abdel-Jelil,
rappresentante Unicef in Siria - La Siria una volta poteva andare fiera
della qualità delle sue scuole. Adesso sta assistendo ad un rapido
peggioramento dei risultati raggiunti negli anni passati».
Anche
gli ospedali e gli ambulatori sono stati distrutti, a volte dalle
truppe del regime ed a volte devastati dall'opposizione sempre più nelle
mani di estremisti islamici sunniti, e il personale sanitario
qualificato è fuggito. «Nel frattempo, i bambini soffrono il trauma di
vedere i membri della famiglia e gli amici uccisi e sono terrorizzati da
rumori e scene di scontri», dice l'Unicef e Lake aggiunge: «Esortiamo
tutte le parti in conflitto a permettere di raggiungere senza alcuna
limitazione i bambini colpiti dalle violenze, ovunque si trovino.
Possiamo fare fronte alle crescenti necessità causate dalla crisi
soltanto se riusciremo a portare gli aiuti di cui oggi c'è bisogno».
Ma
la situazione potrebbe essere molto peggio se le organizzazioni
umanitarie e le agenzie Onu non lavorassero per salvare vite mentre
l'esercito siriano e le milizie dell'opposizione seminano morte.
Dall'inizio della sanguinosa guerra civile siriana la risposta
dell'Unicef e dei suoi partner si è concentrata sulla fornitura di
acqua potabile e servizi igienici e sanitari, programmi di protezione,
istruzione e assistenza alle famiglie sfollate all'interno della Siria e
ai rifugiati in tutta la regione. Oggi, grazie al lavoro dell'Unicef 4
milioni di persone in Siria hanno accesso all'acqua potabile, mentre
team sanitari mobili hanno contribuito a vaccinare 1,5 milioni di
bambini contro il morbillo e la polio. Circa 75.000 bambini colpiti del
conflitto frequentano lezioni. In Giordania, Libano, Iraq e Turchia,
l'Unicef assiste più di 300.000 bambini rifugiati con acqua potabile,
servizi igienico-sanitari, istruzione, assistenza specialistica e
protezione dallo sfruttamento e dagli abusi,
Ma l'agenzia Onu che
protegge l'Infanzia sottolinea le grandissime difficoltà che sta
incontrando: «Tuttavia, questo grande impegno è minacciato da una grave
mancanza di finanziamenti. Nel mese di dicembre 2012, l'Unicef ha
lanciato un appello per 195 milioni di dollari per aiutare i bambini
siriani e le loro famiglie fino a giugno 2013. Ad oggi, l'appello è
stato finanziato per meno del 20%».
Quelli che non mancano
sembrano invece gli aiuti in armi e finanziamenti da parte di Russia,
Cina ed Iran al regime nazional-socialista del presidente siriano Bashir
Al Assad e da parte delle monarchie assolute petrolifere del Golfo e
dei Paesi occidentali all'Esercito di liberazione siriano ed ai
combattenti arabi infiltratisi dai Paesi vicini.
L'Unicef spiega
che si può aiutare i bambini nella Siria: con una donazione online:
https://donazioni.unicef.it/?c=2WSY&l=0002 oppure con uno degli
altri modi per donare: - bollettino di c/c postale numero 745.000,
intestato a Unicef Italia, specificando la causale "Emergenza Siria";
Carta di credito online sul nostro sito oppure telefonando al Numero
Verde Unicefg 800 745 000; Bonifico bancario sul conto corrente
intestato a Unicef Italia su Banca Popolare Etica: IBAN IT51 R050 1803
2000 0000 0510 051, specificando la causale "Emergenza Siria";
donazione presso il Comitato cittadino Unicef più vicino.
Umberto Mazzantini