Possiamo finalmente dire stop allo smog? La mobilità sostenibile è a portata di mano, ma non tutti la vogliono. Ciascuno di noi, però, può fare la differenza, ci spiega il professor Sergio Savaresi. Scopri come.

La mobilità sostenibile è uno dei temi centrali dell’edizione 2013 di “Fa’ la cosa giusta” , la celebre fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili organizzata da Terre di Mezzo, che apre i 15 marzo. E per parlare di mobilità, abbiamo intercettato uno degli ospiti d’onore della fiera, Sergio M. Savaresi, professore e direttore del mOve Research Team del Politecnico di Milano. Insomma, uno che di mobilità se ne intende parecchio, la persona giusta a cui porre quattro domande a bruciapelo per capire se moriremo di smog o riusciremo a liberarcene.

Professore, quando la mobilità si può definire sostenibile?

"Quando è in grado di affrontare e risolvere in modo efficace i principali problemi legati alla mobilità stessa, ovvero:

l’ impatto ambientale (generazione di gas inquinanti o gas che provocano effetto serra);
l’uso efficiente e moderato dell'energia;

la riduzione del congestionamento da traffico in movimento e da veicoli parcheggiati in aree pubbliche".

L'industria automobilistica è davvero pronta per la mobilità elettrica? "Tecnologicamente è tutto pronto. Non bisogna inventare nulla, ma solo applicare tecnologie esistenti. Il problema sta nelle reale efficacia e convenienza di trasformare le auto tradizionali (4 posti con bagagliaio, con autonomia di centinaia di chilometri) in auto elettriche. E' molto più sensato e verosimile aspettarsi una mobilità elettrica "leggera". Mi riferisco, ad esempio, a e-bikes, scooter elettrici, piccole vetture a 2-3 posti".

E tra i cittadini si è sviluppata una cultura favorevole a una mobilita alternativa o non rinunceranno "mai" all'auto sotto casa?

"Non ancora. Ma i costi, sia economici che sociali, della mobilità "tradizionale” sono sempre meno sostenibili e indurranno gradualmente i cittadini ad evolvere verso forme di mobilità alternativa".

Come si immagina la mobilità in Inalai tra 10 anni?

"La speranza è quella di vedere nel nostro Paese l’attuarsi di tre condizioni:

un forte sviluppo della mobilità su rotaia (treni) per spostamenti extraurbani;
lo sviluppo di mobilità elettrica leggera in ambito urbano;
l’eliminazione (almeno) della seconda auto di famiglia a favore del "car-sharing".

Ma il realismo mi dice che sarà più facile il verificarsi di una semplice riduzione nell'uso dell'automobile "tradizionale", per contenere i costi. E quindi un allungamento dei tempi di rinnovo dell'automobile di proprietà e una progressiva riduzione della dimensione e del valore dell'automobile acquistata".

Segnaliamo inoltre che, tra gli speaker del ricchissimo programma di quest’anno , compaiono due amici di avoicomunicare: Irina Torgovitzkaja, ideatrice assieme a Luca Leoni di Reoose, il primo eco-store del riutilizzo e del baratto asincrono, che in poco più di un anno, senza pubblicità, ha raggiunto oltre 20mila iscritti; e Marco Gisotti, divulgatore specializzato di green, che sta portando in giro per l’Italia un ciclo d’incontri sulle professioni verdi e che in fiera affronta la filiera agroalimentare.

Maria Cristina Origlia

Partner della formazione

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