Si è tenuto il 20 aprile ad Addis Abeba un vertice che ha riunito i rappresentanti di Unione Europea e Unione Africana. Tema delle discussioni è stata la promozione del rispetto delle convenzioni e delle leggi sul commercio e sull'uso delle mine antiuomo e delle armi leggere, a 10 anni di distanza dall'adozione del trattato di Ottawa.

Obiettivo: trasformare l'Africa in un continente privo di mine antiuomo nel giro di altri 10 anni. I mezzi: il rispetto delle normative e degli accordi da parte dei paesi partecipanti al convegno, la creazione di un'agenda comune tra le due comunità di stati al fine di migliorare la sicurezza ed accelerare lo sviluppo.

Significativa la scelta di incontrarsi nel decimo anniversario della firma della convenzione di Ottawa, il trattato che regolamenta la produzione, il commercio e l'utilizzo delle mine antiuomo. Armi che, seppur bandite, continuano a mietere vittime. Circa 40 persone, ogni giorno, nel mondo, perdono la vita o vengono mutilate a causa di questi strumenti di morte.

Secondo il Programma di Sviluppo della Nazioni Unite l'Africa è il continente maggiormente afflitto da questo problema, in particolar modo l'Eritrea, la Repubblica Democratica del Congo, l'Angola, la Somalia, il Sudan e l'Etiopia. E proprio con l'Etiopia è stato firmato un accordo che prevede lo stanziamento, da parte dell'UE, di 8 milioni di euro per un programma di sminamento nel nord del paese.

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