"Il cambiamento climatico sta causando una drastica riduzione delle riserve idriche ma l'emergenza che scatta ogni anno con l'arrivo del caldo dimostra che le cause sono anche nella cattiva gestione delle nostre risorse idriche". Così Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, ha commentato l'allarme siccità che sta investendo soprattutto il nord Italia e il fiume Po, che rischia seriamente di creare anche un'emergenza energetica.
"E' tempo - continua Della Seta - che si giunga a una pianificazione che riduca i consumi e gli sprechi e dia una soluzione duratura ai problemi di approvvigionamento. Le attività agricole intensive altamente idrovore, i sistemi di irrigazione ad alto consumo, oltre alle perdite lungo il percorso determinano fortissimi sprechi, - aggiunge il presidente di Legambiente - e lo stesso vale per gli usi civili, dove si stima che a causa di un sistema di condutture "colabrodo" vecchio ed in pessime condizioni mediamente nelle città italiane si perde oltre il 30% dell'acqua immessa in rete".
In Italia, ricorda Legambiente, il maggior consumo d'acqua è infatti destinato all'agricoltura che usa il 49% del totale, seguita dal settore industriale con il 21% e quello civile con il 19% e infine da quello energetico (idroelettrico e raffreddamento nelle centrali termoelettriche) con l'11%.
La crisi idrica porta con sé anche seri problemi alle centrali elettriche e il rischio di black-out è sempre più concreto. "Il rischio black-out come il caro-petrolio - aggiunge Della Seta- si combattono cambiando alla radice le politiche energetiche, orientandole al risparmio e all'uso delle fonti rinnovabili.
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