Verranno utilizzati dall'Onu per gli aiuti nei prossimi sei mesi. Il coordinamento alle Nazioni Unite. «Quello che è accaduto il 26 dicembre è una catastrofe globale senza precedenti, che richiede una risposta senza precedenti»: partendo da questa premessa, il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha rivolto un appello ai Paesi donatori riuniti a Giacarta per un vertice internazionale d'emergenza dopo il maremoto nel sudest asiatico, stimando in 977 milioni di dollari (circa 737 milioni di euro) la cifra necessaria per gli aiuti immediati nei prossimi sei mesi. «Abbiamo un dovere con i sopravvissuti e dobbiamo evitare una nuova ondata di morti, è una corsa contro il tempo - ha detto Annan, secondo il quale le vittime dello tsunami sono circa 150mila, anche se «non sapremo mai quanta gente è morta» - Ci servono 737 milioni di euro per gli aiuti umanitari più urgenti di cui hanno bisogno cinque milioni di persone». «Dagli sconosciuti villaggi di pescatori di Sumatra alle moderne località turistiche della Thailandia, dalle spiagge dello Sri Lanka e dell'India alle comunità costiere delle Maldive e della Somalia, il disastro è stato così brutale, così veloce, così grande che stiamo ancora cercando di comprenderlo», ha aggiunto il segretario generale dell'Onu, che ha preso la parola dopo che tutti i partecipanti alla conferenza hanno osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime del maremoto. Quindi, Annan ha stimato in un milione i senzatetto nell'area, in oltre due milioni le persone che necessitano di aiuti alimentari, mentre «moltissimi soffrono di traumi e ferite psicologiche che si porteranno dietro per anni». Subito dopo il discorso del segretario generale dell'Onu è intervenuto il presidente dell'Indonesia, Susilo Bambang Yudhoyono, che ha mostrato un video con le immagini terribili e sconvolgenti di famiglie disperate, bambini in lacrime, cadaveri ammassati e case distrutte dalla furia dello tsunami sull'isola di Sumatra. Intervenuto alla conferenza, dopo un tour nelle aree colpite dal disastro che lo ha «profondamente sconvolto», il segretario di Stato americano Colin Powell ha annunciato che «con tutta probabilità» gli Stati Uniti aumenteranno ancora la cifra di 350 milioni di dollari promessi in aiuti, sottolineando che il Pentagono ha dato il proprio contributo con 14mila militari, 19 navi, 40 aerei e 50 elicotteri. Il capo della diplomazia di Washington ha poi reso noto lo scioglimento della coalizione creata con Giappone, Indonesia e Australia tre giorni dopo la tragedia per coordinare gli aiuti, incarico che passa adesso esclusivamente alle Nazioni Unite. Dal canto suo, il premier giapponese Junichiro Koizumi ha riconfermato la volontà del suo Governo di «una moratoria sul debito per i Paesi colpiti dallo tsunami», invitando altri Stati a unirsi a questa iniziativa. Durante la conferenza si è parlato anche della necessità di dotare i Paesi che si affacciano sull'Oceano Indiano di un sistema di allerta anti-tsunami, sul modello di quello già esistente nei Paesi del Pacifico. «Non possiamo continuare a essere così vulnerabili ed esposti», ha detto il ministro degli Esteri thailandese Surakiat Sathirathai, chiedendo che parte degli aiuti vengano destinati a questo scopo. «Il sistema di prevenzione e allerta rapida deve essere una priorità», ha assicurato Annan. Il Sole 24 Ore, 6 gennaio 2005

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